Numero 3 del 2009
Una festa nella crisi: lotta marzo
Testi pagina 2
Il prossimo 22 aprile il suo sarà uncompleanno molto speciale. Le crona-
che ci raccontano che a cento anni lei
viaggia e lavora assiduamente. La sua
Fondazione è molto attiva e non le man-
ca l'entusiasmo per ideare nuovi proget-
ti. Se c'è un segreto dietro questo straor-
dinario entusiasmo, può rivelarcelo?
Il mio cervello funziona come quan-
do ero giovane perché cerco di utilizzar-
lo al meglio lavorando sia per la ricerca
scientifica, sia a favore di chi ha un di-
sperato bisogno di aiuto, come le giova-
ni donne del Continente africano alle
quali il diritto all'istruzione è stato da
sempre negato. Si deve spingere il pro-
prio sguardo al di là dell'immediato pre-
sente e non fissare l'attenzione su se
stessi. La vita sarà tanto più ricca quan-
to più si saprà vedere in ogni esperien-
za, anche se apparentemente negativa,
il lato positivo che, a lungo andare, può
prevalere su ciò che nel presente è causa
di angoscia.
Quali sono stati i traguardi che nella
sua vita le hanno dato le maggiori
soddisfazioni?
A parte la scoperta della proteina in
grado di stimolare la crescita delle fibre
nervose (Nerve Growth Factor- NGF)
per la quale mi è stato assegnato il pre-
mio Nobel, la nomina a senatore a vita
da parte del Presidente della Repubblica
Carlo Azeglio Ciampi mi ha molto ono-
rato perché è stato un riconoscimento
maggiore del premio ricevuto a Stoccol-
ma in quanto mi è stato conferito dal
mio Paese.
Come donna nella sua professione
avrà dovuto superare molti ostacoli e
diffidenze. Come le è stato possibile?
All'inizio la decisione di iscrivermi
all'università fu contrastata da mio pa-
dre che aveva deciso che noi tre figlie
femmine non seguissimo la carriera uni-
versitaria. Dovette poi arrendersi di
fronte alla mia ferma decisione. E' stato
l'unico momento nel quale essere donna
mi è sembrata una sgradevole realtà.
Durante il periodo delle leggi razziali ho
avuto difficoltà ma non sono mai stata
pessimista, per me l'ottimismo è stato
sempre più forte della paura. Una volta
inserita nel mondo accademico non ho
avuto alcun problema con i colleghi
maschi.
Un problema cronico del nostro Pae-
se è la fuga all'estero dei 'cervelli' ,
motivata dalle scarse risorse econo-
miche destinate alla ricerca. Ma se-
condo lei è davvero solo quello il
problema?
E' un momento molto difficile. La ri-
cerca scientifica e tecnologica in Italia
dispone di ottimi ricercatori che non
vengono utilizzati nel migliore dei modi.
Molte aziende italiane preferiscono ac-
quistare all'estero il prodotto finito e
questo ha una ricaduta negativa sul
mondo lavorativo giovanile.
Ogni giorno il mondo cattolico apre
fronti polemici su questioni delicate
come la fine della vita, la procrea-
zione assistita o il testamento etico.
Quale è la sua opinione in proposito?
L'attività scientifica, in quanto atti-
vità umana, è soggetta alla legge etica:
la scienza non è un assoluto a cui tutto
deve essere subordinato ed eventual-
mente sacrificato, compresa la dignità
dell'uomo. Per quanto concerne il testa-
mento biologico ritengo che debba esse-
re adottato solo per la propria persona,
nella fase terminale di malattie che so-
no causa di gravi sofferenze o di pato-
logie che possono portare alla privazio-
ne delle capacità mentali, in base ad
una precedente dichiarazione formulata
ufficialmente nel pieno possesso delle
facoltà di intendere e di volere.
Viviamo tempi difficili in cui, tra
cambiamenti climatici e crisi econo-
miche, sembra che il sistema possa
crollare da un momento all'altro. Lei
come vede il futuro ?
E' essenziale fronteggiare le gravi e
molteplici cause che provocano le illi-
bertà, quali la povertà, le malattie en-
demiche, l'analfabetismo e le lotte intes-
tine. Un mondo migliore è realizzabile
soltanto se si perverrà alla consapevo-
lezza che non è più eticamente accetta-
bile la dilagante sofferenza della mag-
gioranza delle popolazioni a confronto
del benessere di una esigua minoranza.
Può mandare un messaggio alle giova-
ni donne dalle pagine di 'noidonne'...
Il consiglio che posso dare alle gio-
vani donne è quello di godere dei beni
della vita, di avere fede in se stesse e di
essere ottimiste, di ritrovare e scoprire il
piacere di vivere ogni momento della lo-
ro vita e di apprezzarla in tutte le sue
espressioni. Mai occuparsi di noi stessi.
Pensare agli altri o a quanti hanno un
disperato bisogno di aiuto, quali le po-
polazioni dei paesi del Sud del mondo
dove ogni giorno si lotta per la soprav-
vivenza.
marzo 2009 noidonne2
Rita Levi Montalcini
Tiziana Bartolini
Alla quasi totalità delle donne africane è
impedito l'accesso all'istruzione.
La Fondazione intende aiutare le “popola-
zioni che vivono in condizioni di estrema
indigenza e impedire che le tragiche situa-
zioni di questi paesi provochino migrazio-
ni di massa". Afferma la Prof.ssa Rita Levi
Montalcini nel sito (www.ritalevimontal-
cini.org): "Così come un battito di ali di
una farfalla, nella foresta dell'Amazzonia
può provocare, anche a distanza di tempo,
un uragano al polo opposto del globo, allo
stesso modo le finalità della Fondazione
Rita Levi-Montalcini Onlus, mediante l'as-
segnazione di borse di studio nelle più cri-
tiche situazioni africane, possono inne-
scare meccanismi di trasformazione radi-
cali, vantaggiosi a livello mondiale".