Numero 10 del 1945
Pace e ricostruzione
Testi pagina 2
LA ROMAGNA
...0ltrc 1m. milione (I. mine sulla linea del Senio...
. .ma nessuno allieterà il grano: la frutta marcirù sugli alberi.
Sono i campi della morte.
l'ra le cloni d'italia .iiin liti.
Ii.:i,.|l;| spl'lu il trI prî mio i
re ‘lflLt una delle [mi Il'l’l’llji
ni- iolpilr‘ dalla gurrra.
- ‘pli. in. l. sin-i
o —ul.ii lint‘u l'arma-l
coniuni..ì parl.rono ili ulllll'fll
«ii 4'1)!llrfll|i\t‘ll., di l) bnrdam
li .ttubr—itt‘lA di lt'sle di ponti— »ul I.a-
ntone e sul Senio; Casldbolognese,
.— .Altflsittc, Lugo, lmu immuni,
ohi: ‘HIVl I ragiung.bili4
Quando ï¬nalmente la guerra ti
allontano e si poli: lare un bilancio
n-o si nvverò t'alnslroï¬ro.
| —i arr
lllH l'll
Bilancio catastrofico
Intero città dislrulle, lulta la enmA
pagna miuaia. Ulirc un m_lione di
mine sono slale indwitluulo sulla
lit ctt del Senio. A perdita d'occhio
=i vedono bellissimi campi biondi
dove spiccano i papaveri i: i lior-
dalisi; si vedono gli alberi plcgarc
sono il peso della frutta, tua nes-
suno mieterà il grano. la frutta
marcirà sugli alberi. Sono campi di
nior e. Con coraggio, con tenacia,
con me z; del tutto insul’li ‘enti i
contadini hanno cercato d: ricupe-
raru i loro campi. senza lasiiari
scoraggiare dagli incidenti mortali
chi; Innlo vittime hanno già (atto.
La vita nelle città c nelle rampa-
gnu è duris ma. nella città , senza
fogne, quasi senz’acqua su v 'e am-
monticchiati gli uni sugli altri nelle
rare cas rimaste in piedi, smcnle
senza porte, sempre senza ie‘ri alle
ï¬ne—tre, in condizioni igiea ho spa-
ven se; nelle campagne in. re la-
m gtle non hanno più the il porcilc
per rJugiarvisi di none. La disoc-
cupazione è quasi totale
ll ministro dei Lavori l'nbblici ha
promesso uno speciale irllcn: nien—
to per In Romagna e bisogna pren-
dtrc provved enti con estrema ur-
genza all‘avvicinarsi dell'inverno
co rigido in quelle regio
Di che viveva la Romagna prima
della guerra? Dell’ugriroltura, del—
lu piccola industria, dell' rilg_air_uo
v tlel turismo.
li’itgrirollura è la grande risorsa
della Romagna. Non esiste latìlon-
do tua piccola proprietà e soprallu-
to menadria. LI campagna fertile e
ben ‘ igatn faceva dei contadini ro-
mag ' li dei privilegiati in confronio
dei contadini delle altre regioni ita-
liane, Le case coloniche erano flll'
hflrli. za comode henchè prive di
ogni più elementare «comfort mo»
demo n. lnsnfï¬cienti i luoghi di (Ic-
renz'i, niente gas, sovcntc senza e-
lettrici
Piccola industria e belle
ceramiche.
La piccola industria ero rappre-
sentata da ofï¬cine meccaniche sorte
un po‘ duppertutlo, da due o tre
zuc hcriï¬ci, da fornaci per la (al).
brìt‘a one di mattoni, rlu un calzi'
ï¬l‘i') .t Faenza, da uno stabilimento
Arrigoni a Cesena. Tulle industrie
opgi ferme o per causa di distru.
zionc o per mancanza di materie
primu.
l rei-animi hanno â€un t‘l'l'ill’i llvl
mmulu lllll'l’O II' liv-Ile rerxmiiclii- ro-
tuttpnoli. unrorn fabbricato col
sinnui ilni nnxtri liisnoiiui. Con or-
grigi." (“IP-li artiptitni. t'ltc sono dei
vcri artisti vi diranno rlte soltanto
penltè‘ mio rimasti fedeli al vec-
chio ,xlemn lll manipolare ed in-
lornarc la crcta possono ollcnt‘re
ccrle tinto speciali alle ceramiche
romagnole
Oggi rhe il nostro solo capitale
è il lnvoro, bisogna. con tutti i
mezzi aiutare e valori .arc il lavo»
r0 artigiano, soprnlullo quando co—
me in questo caso, è un lavoro
d'arte.
Il littoralc romagnolo con le sue
belle stazioni balneari, Rimini, Cul-
iolica, Riccione era diventato in
questi anni mollo alla modaì Era
la meta di gcritrchi grandi c piccoli
e siccome questa geme amava vive»
re pericolosamente soltanto sulla
pelle di chi non frequentava simili
luoghi di lusso, crlitln slnlv l‘atti-
speso _ . m muniin- iiilp non.
tuo—4‘, u "(Ii Iln-rglii, ritrovi nnli
turni. illt'u .ntn—iirlu- sul
qugn mai-r. ttttlo quel dei-oro d‘o-
pcretta clic tanto pia n ai lnsc
Anche lì la guma pagata di-
sirutirire.
Noi i-i itttpttriamn ivln- lo licllr-
. i ln ' llirrglii o ancora
ri,
In tncin di Illrtxli‘ non quelli di
ma tlci lmoratnri 1‘ lì, |{| lavo
tori rln- (lupo un anno lll ila di
giatn nello cm. Ill rìlla hl n-o
crosanlo diritto ili gntlfl’rl un mt'rl'
taln riposo,
Qnr—tu ilovr â€son- una l‘lillll di
(lontani. 0;; ' 5| trntta lll rit‘ttsttuire
e (li valo 7.7 rr una drllc più ric-
che r _ oni tlllalia.
A quest‘opera ili ricostruzione
che gin è iniziata partecipano
con cura o e con abnegazione le
donne romagnole pcr le quali la
gucrra è stata una un, a n-nl
GIULIANA NENNI
5.1'
Nel campo del lavoro femminile
si prcscnla oggi un lantllc
vo, quello della estrema rari
donne di servizio.
Vi sono persone che accusano le
domcslit-he di ecrchive esigenze c
di un ingiusto disprezzo per un la-
voro che non ha Illlllll di umiliante
per il semplice lutto (Ile è un la-
voro e come iale degno di rispet-
to. Vi sono altri invcce che net-u,
sono le padrone di i-a ix di inconr
prenslone ve le giuste esigenze
delle donne di servizio, e. quel che
è peggio, di conservare ancora verso
di esso un atteggiamento di supe-
riorità derivante da una falsa edu-
cazione borghesc_ Ora è chiaro, che
irrigidenrlosi in uno qualsîns dei
due punti di vista, si rischia di non
comprendere uflnuo le ragion: del
problema che a noi si presenta e
di mettersi a priori nell'impossibi-
lità di risolverlo. Se oggi le donne
rifuggono dal m . iere di domesti-
che la causa è da ricercare non giÃ
nell’atteggiamento delle attuali pa.
drone di casa verso di esse, hcnsi
in una tradizione dovuta ad una fal-
sa concezione del lavoro umano e
dei rapporti sociali. E’ questa lra'
dizione che per secoli ha fatto del-
le domestiche degli esseri legati per
mtto il giorno ad un lavoro manua-
le che non dava loro‘ nè possibilitÃ
di sviluppare l'intelligenza, nè ga-
ranzia di sistemazione pcr la vec-
chi , , Conseguenza di questo stato
di cose era la scarsa considerazione
in cui esse venivano tenute nella
wcietà e di cui sono rimaste trac-
cie anche nel nostro vocabolario in
cui la parola a serva u ha tuttora un
signiï¬cato fortemente dispregiativo.
Se per secoli le domeslichc hanno
accettato questa po. zionc di infe-
rioriliì di fronte ai padroni ed oggi
invece si ribellano ad una simile in-
giustizia sociale ci va tutto a loro
onore perché signiï¬ca che si è ri-
svegliata in essi: la cns icnza della
loro dignità umana. l’cr risolvere
qllcsltt problcma. bisogna tra l'al-
tro ricorrere alla costituzione di
un ntlarato delle donne di ser-
iin. Sarà compito di questo sin-
dacato di elevare la dignità del la-
voro domestico, rafï¬nandolo nella
tecnica in modo (la renderlo pari
ad una vera c- propria prole-s ‘ ne in
cui non sia implicito il concetto di
scrvi tno. Questo si potrà raggiun-
gere mediante l'ilituziong di
scuole dalle quali usciranno lltfllle—
stiche diplomato. e special' zate pct'
.«crnzi nelle mense, in grandi alber-
ghi, ecc.
Mi la loro preparazione non ï¬-
nirà col diploma conseguito a scuo-
la. Esse potranno, volendo, conli'
nuare presso il sindacato, nelle oro
libere, altri corsi di perfvzionumen-
to o di cultura, Ma per qurzto è as-
solutamente necessario che ogni do-
meslica ahhiu un orario limitato.
come una qualsias' 'cg: i,
L'equiparuzionc l'ra il lavoro del.
le domestiche c quclln ili tutto le
altre lavoratrici si dovrà ottenere
anche riguardo ai giorni di riposo
e al riposo annuale.
Il sindacato provvederà inoltre .1
creare un'organizzazione nli- da pro-
leggerle nella vccrhiaìa e in ma di
malatt'c in maniera i -ai gnu cl'li-
care di quanto non si .a l'atto li-
nora.
Sarclibe opportuno inoltre tlcsi'
grmre le donne di ,mim con un
altro nome che, potrcblm essere
per esempio quello di un. . ente»
in nmtlo da rompcrla una \flllZl per
sempre con una trad .onc che sto-
na in un ambiente di nuova demo-
craziai '
FER.
.‘DA MA DIA
NOI DONNE
QNNE
Ill PllìllMTll
parla della Cunsulla
Rimt l’it‘nlnln Îv xlnllt rltînmlllrt i:-
Inr parlo (1.41,. (ramona, mi... Pi-
rola!" f‘m "un mrlu ili Tufino 0d
ho Iulmm t‘nnlrn il va'snm [in Iltti
suni i'ui..'. l'ip/iv "n.1; nmii più
duri ili-Ila ÎK'IIZÎIIIII‘ Rino I't'rnlqu, I",
(‘unlt'mulln n Imorurru “-0 ml" ni-
n’ '11“. “Nunzia t'l'rsn I:- riuimr
(le /ns in... l- 1p lnm Illlut'ulir', xi»
gli "l'imi 5.0 anni t'hu Im u't'tlll'llla
qun In ma 01mm alla Itlllli’l in run-
im .1 Invio"... pt'r In hm. ima
in») ,mw. mm. l' 'ulltln .z .wn. mm
delle urgiinizzalrt'ri ilo! [muni fm
lv «lnnnr. ttmt ilo/Iv ilt'rigt'nli ilci
0.0.1). rhv in mia/1.. iIIr-uulr rag-
gruppm-mm nllrr‘ 50mm lllll'l‘l‘llll. "m
avct'nuo in rwilni pnrmio nella lot-
In centinaia ili migliaia ili IIUHIH’.
Abbiamo xurlola mm lei' culm-nmc
Sa/K’n‘ I'lll‘ cusit llv pms'm’w ilrlln
pnrtrrîpnzionv rlvllc 41mm:- alla ami—
sulla.
Pl'r la prima colui "i'll" storia
—— dice Rimt - - ’1' ilonm- sono ('llla-
muti» n /ur porlo di massimi organi
gorvrnalhï¬ \'('Ilu (ÃŒumnlm ci sono
13 ilonm‘.
— E qunlo pt'YlAÎ porsi. cxsr‘re ii
Contrihulo (Il qucsin Ilunnnl’
——— Le 410mm [mir/Inno lurr' mollo.
lo qui non roglîn rinrlcro lo snlill
[rasi e cioè che In Ilmum Itmmn dolo
provo, CIH’ gli Psl'mpl' t'l’Illl lotlu
tli liberazione Io ilinrttstrunm ecc
900. ma son/o ili poro, uflrrmorl
che [e donne pnrlt’rttntm un colliri.“
della
buio concreto alle riunînni
Consulta.
— Come?
——— Sollevumln o rliscuinmln n lOÌI'
da tutti i problemi dell‘inlanzt'a, del-
lu scuola_ i problemi cosi camplessi
iIaIl‘nsst'slcnzu, quello gravissimo-
dcll’nlimt'nmzione, Le donne porr
ranno alla Consulta il problema di
come puln‘t pssl‘rt! realizza/a la n'v
costruzione della casa. Chi meglio
della donna potrebbe discuterne?
— Ma rrcdi clic le danna polmn'
no assoli-ero questo loro grande
Compito?
—— Ln mia ceriezzn è basata su
Ioni concreti. Le donne hanno giÃ
rlimoxtrnto di essere capaci di assol—
vere compiti diflit‘ilt' di rpspnnsnbt-
lt't \el Nord ci sul“) giù donne nei
[mm di gtwvrnn, csse dirigono dei
Commilim‘mi: e "(Il Sud, atlrnvcrso
l'L.D.I. la donne hanno impartito
n rlirigcre‘ Sono cono, che asse par
trnnno tmcrc il lurn posto ed as-
soli-on- i loro compiti in mmln par:
u qul’lln degli uomini anche in qu?
sia massimo urguno governalivo.