Numero 10 del 2006
Violenza: sconfiggere la paura
Testi pagina 19
noidonne ottobre 2006 19
Tre giorni di scuola politica a Lecceper parlare di violenza, delle sue ra-
dici, dei mezzi e delle leggi per contra-
starla. Di momenti così c'è bisogno.
L'impressione che si ha su tanti conve-
gni, seminari ed incontri, è che l'appro-
do e le conclusioni siano già dati e che
lo scopo sia quello eminentemente pro-
pagandistico del mostrarsi. Il bisogno di
riflettere, confrontarsi e discutere, nella
scuola di Lecce è stato il vero protago-
nista. Una proposta che va quindi ripe-
tuta, uno sforzo organizzativo ripaga-
to?
"Si questa è un'esperienza da rifare,
anzi stiamo già lavorando per il prossi-
mo anno. Voglio spendere due parole
sul perché abbiamo pensato ad una
scuola, quando di scuole estive ce ne so-
no già tante e di qualità. Personalmente
sono partita dalla certezza che alle
donne, alle più giovani, ed anche quelle
meno giovani che sono arrivate dopo il
femminismo interessa un luogo fisico,
oltre che simbolico della politica. Per la
sua storia e per la sua tradizione l'Udi
può rappresentare tutto questo. Uno
spazio dove si può apprendere, non so-
lo dai documenti del nostro ricco e pre-
zioso archivio, ma anche dall'esperien-
za e dal racconto delle donne. Abbiamo
quindi scelto di riprendere in mano la
violenza sessuale a partire dalla legge
di iniziativa popolare che ci vide impe-
gnate insieme al movimento femminista
nella raccolta di firme. La scuola è uno
dei momenti in cui si realizza la fisicità
dell'Udi, oltre le sue sedi. Insieme alle
ragazze, che sono state tante, abbiamo
cercato di ripercorrere i passaggi teorici
e politici che a suo tempo ci appassio-
narono e di leggerli. A loro è stato chie-
sto di scegliere nell'Archivio i materiali,
a loro è stato chiesto di esporsi nel giu-
dizio ma anche nel racconto della loro
esperienza. A loro come a tutte."
La violenza è lo svantaggio imposto
alle donne, peraltro in tutte le cultu-
re. Ma la scuola di Lecce non è forse
stata importante solo perché ha af-
frontato "la madre di tutte le oppres-
sioni", ma anche perché rappresenta
una proposta organizzativa per l'As-
sociazione. Tu cosa pensi?
Come sempre una donna dell'Udi
può essere sostenute dalla tradizione
ma anche intrappolata se non la rein-
terpreta alla luce dei tempi e delle ne-
cessità dei soggetti che avanzano. Ma
trovo che ai nuovi soggetti - giovani, im-
migrate o nuove emancipate - vada mo-
strata con chiarezza la forma organiz-
zativa che ci siamo date. Forse noi 'vec-
chie' dell'Associazione dobbiamo darci
più credito reciproco ma anche esporci
di più e non stare dentro i 'dico e non di-
co', 'faccio e non faccio' che non hanno
nulla a che vedere con il nostro Statuto,
quanto con un malinteso senso dell'ap-
partenenza.
Si può a questo punto della vita del-
l'associazione, delle novità nate tra
le donne, della ripresa di attacchi
mirati alle conquiste femminili nel
nostro paese, proporre un bilancio di
medio termine?
Da domani, anzi da ieri, è urgente ri-
parlare pubblicamente della violenza e
dello stupro per come si presenta oggi
cercando il confronto chiaro con le al-
tre, fuori dagli schieramenti. L'opposi-
zione alla violenza sessuata non è ap-
pannaggio di una sola parte politica
ma un atto di guerra del patriarcato, a
qualsiasi latitudine, per tenere a bada le
donne. Quindi dobbiamo allargare il
dialogo ed il confronto con tutte le don-
ne che vogliano contrastarla, non pos-
siamo permetterci chiusure e pregiudizi.
Piuttosto cominciamo a chiedere agli
uomini che si dichiarano dalla parte
delle donne parole e prese di posizione
pubblica nei confronti del loro genere.
Come non possiamo restare in silenzio
di fronte a teorizzazioni, anche di don-
ne, che rappresentano le donne nelle va-
rie culture come un po' libere, un po' me-
no maltrattate, un pò più di qua e un pò
meno di là. Noi facciamo politica e la
nostra libertà non è una principio ma
una condizione.
Dobbiamo infine fare ricorso alla sa-
pienza che abbiamo accumulato in que-
sti anni per obbligare le istituzioni a fa-
re tutto quello che è in loro potere per
contrastare realmente il femminicidio.
La scuola di Lecce conferma che lo sti-
le dell'autofinanziamento, la “circola-
rità” del confronto non siamo detta-
gli, ma sostanza politica dell'Udi...
Chi è venuta alle Costantine ha pa-
gato la quota di iscrizione, anche le or-
ganizzatrici. I materiali, le fotocopie so-
no state sponsorizzate da imprenditrici
del posto, alcune hanno anche parteci-
pato: la fruttivendola, l'estetista, la par-
rucchiera. Tutto questo non ha azzerato
ovviamente la disparità tra le presenti,
ma ci ha obbligato a farla agire in con-
creto, trovando le parole giuste per co-
municare tra noi. Una circolarità quin-
di che si tradurrà nei rapporti e nelle
iniziative che prepareranno il prossimo
appuntamento.
Un atto di guerra del patriarcato
Intervista a Pina Nuzzo
Stefania Cantatore
la scuola estiva di Lecce (1 / 3 settembre)
organizzata anche quest'anno dall'Udi
nazionale insieme all'Archivio centrale
e dall'Udi Macàre - Soleto