Numero 12 del 2007
Un anno di notizie a colori
Testi pagina 19
Sempre più spesso il mercato del lavo-ro rende difficile il reingresso di per-
sone che non sono in possesso di profes-
sionalità immediatamente spendibili; è
diffidente verso le donne, verso gli over
45, verso tutti coloro che, nella vita,
hanno avuto delle difficoltà oggettive
che li hanno allontanati dal mondo del
lavoro.
La divisione "Politiche Attive del La-
voro" nasce per soddisfare il punto di vi-
sta degli utenti che hanno perso il lavo-
ro, delle persone che si rivolgono ai ser-
vizi per l'impiego senza trovare riscontri
efficaci.
Questo nuovo settore nasce anche
per supportare le imprese che necessita-
no di ricollocare i propri lavoratori e le
stesse istituzioni che, avvalendosi del-
l'apporto di operatori privati presenti
sul mercato, possono dare risposte con-
crete ai cittadini.
La nostra metodologia di intervento
è comune alla maggior parte delle so-
cietà che si occupano di outplacement:
si parte dalle caratteristiche della per-
sona,
si attiva un percorso di orientamento
al mercato e si realizza il bilancio di
competenze definendo il nuovo obietti-
vo professionale,
si realizzano eventuali percorsi forma-
tivi,
si supporta la persona nella fase di ri-
cerca attiva del lavoro, dotandola delle
metodologie e degli strumenti necessari;
si monitora la fase di primo inseri-
mento lavorativo, dialogando costante-
mente con il lavoratore e con l'impresa.
Ma ciò che conta è il risultato e sta
accadendo che Obiettivo Lavoro risulti
più efficace e per questo stia ricevendo
riconoscimenti e fiducia anche dalle
Istituzioni. Il nostro Bilancio Sociale
2006 testimonia di 11 progetti di ricol-
locamento per 1.723 lavoratori, 8 pro-
getti di reinserimento per 814 lavorato-
ri, 14 progetti di mobilità geografica in-
terna per 378 lavoratori. Questo grazie
alle nostre radici societarie, alla rete di
relazioni consolidata sul territorio ai di-
versi livelli, alla conoscenza del merca-
to del lavoro, al portafoglio clienti, alla
competenza tecnica e alle qualità per-
sonali della rete, al know how di cui
ogni project è portatore, alla capacità
che abbiamo dimostrato di sapere lavo-
rare insieme a prescindere dai ruoli.
noidonne dicembre 2007 19
Un Codice “imperfecto”
La mancata revisione obbligatoria di un
automobile è sanzionata da un minimo di
148 euro a un massimo di 594, il divieto
di sosta va da un minimo di 36 euro ad
un massimo di 148, l'eccesso di velocità
viene sanzionato con un minimo di 148
euro fino ad un massimo 1.169 e lo stesso
vale per la guida in stato di ebbrezza.
Contravvenire al divieto di discriminazio-
ne fondata sul sesso per quanto riguarda
l'accesso al lavoro di donne e uomini in
tutte le tipologie di contratto procura una
sanzione da un minimo di 103 euro ad un
massimo di 516, se poi la retribuzione
della lavoratrice a parità di prestazioni
richieste e pari valore è diversa da quella
del suo collega maschio la sanzione è
ancora la stessa, 103 o al massimo 516
euro, e lo stesso vale se il datore di lavoro
operi discriminazione tra uomini e donne
relativamente alla progressione di carrie-
ra. Se, infine, un datore di lavoro non
ottempera alla rimozione delle discrimi-
nazioni (sempre che siano state indivi-
duate, la lavoratrice le abbia denunciate
e il giudice le abbia riconosciute e ne sia
stata ordinata la rimozione sia dal giudi-
ce e/o dalle consigliere di parità) la pena
è "molto" severa: una detenzione fino a tre
mesi ovvero una sanzione pecuniaria di
"ben" 206 euro. E così si continua nelle sanzioni in applica-
zione delle norme sulla parità e le pari opportunità: verreb-
be da ridere se non ci fosse da piangere! Tutto questo appa-
rato sanzionatorio è contenuto nel "Codice delle pari oppor-
tunità" D.lgs 198 dell'11aprile 2006 approvato frettolosa-
mente alla fine della scorsa legislatura a Camere sciolte.
Che le complesse norme che regolavano fino a quel momen-
to il rapporto donne-lavoro avevano bisogno di una miglio-
re armonizzazione e di una rivisitazione che ne attualizzas-
se i concetti alla luce del tempo trascorso e delle modifiche
sociali ed economiche intervenute in un lasso di tempo che
va oltre i cinquanta anni, era abbastanza assodato.
Come è avvenuto in altri Paesi europei, in primo luogo in
Spagna, la realizzazione di un "Codice" quale legge quadro,
doveva infatti per lo meno attivare i vari attori sociali che su
questo tema giornalmente si cimentano: dalle donne, nelle
loro diverse organizzazioni istituzionali e non, alle associa-
zioni dei lavoratori e dei datori di lavoro.
Purtroppo deve essere passato il concetto che si tratti di un
arduo lavoro di fini giuristi e per certi versi è così, per altri
versi, almeno l'apparato sanzionatorio poteva essere corret-
to da un semplice ragioniere che attualizzava ai nostri gior-
ni il valore monetario di sanzioni approvate 30 anni fa nel
1977! Oppure dobbiamo sapere che "vi possono essere anche
obblighi e doveri non sanzionati; in casi come questi nel
diritto romano si parlava di leges imperfectae (norme imper-
fette) in contrapposizione a quelle perfectae che invece sono
assistite da sanzione"(Da Wikipedia, l'enciclopedia libera)".
Per anni ci siamo vantate e anche consolate dicendo che ave-
vamo una delle legislazioni a favore delle donne più avan-
zate d'Europa oggi dobbiamo sapere che come minimo abbia-
mo un "Codice imperfecto". Cominciamo a metterci le mani?
Alida Castelli
Restituire il lavoro
Obiettivo lavoro
la divisione “Politiche Attive del Lavoro”