Numero 11 del 2007
Stop femminicidio
Testi pagina 19
Italiane, la Telecom Italia, l'Enel, la Vo-
dafone Omnitel, la Metro Italia Cash
and Carry e L'Unicoop Tirreno.
La certificazione di qualità di genere
offrirà, al di là delle singole imprese in-
teressate, anche nuovi criteri di lettura
della qualità del lavoro, offrendo con il
contributo delle parti sociali una base
più avanzata per la stessa contrattazio-
ne aziendale e decentrata.
Nella presentazione di tutto il pro-
getto per la certificazione di qualità, la
sottosegretaria Rinaldi nella parte con-
clusiva del suo intervento, ha poi avan-
zato alcune proposte politiche da inseri-
re nell'agenda dei lavori attuali del go-
verno. In primo luogo ha proposto una
diversa organizzazione dei congedi pa-
rentali ampliandoli secondo tre direttri-
ci: possibilità di usufruire dei congedi
anche a gruppi di ore e non di giornate,
elevamento dell'indennità dal 30% al
50% nei primi tre mesi, elevabili fino al
70% con una sorta di anticipo dell'Ente
restituibile anche a rate, allargamento e
parificazione dei soggetti che attual-
mente ne sono esclusi (genitori affidata-
ri, contratti anticipi).
Il secondo elemento è il maggior
sgravio contributivo per le aziende che
assumono personale a tempo determi-
nato in sostituzione di chi è in congedo.
Il terzo punto riguarda la proposta di
part-time reversibile, non subordinato
alla discrezionalità aziendale attivabile
solo su espressa volontà delle lavoratri-
ci e incentivato sul piano contributivo
per lavoratrici e datore di lavoro.
Tali proposte possono essere finan-
ziate dall'avanzo economico di eserci-
zio della gestione Prestazioni tempora-
nee ai lavoratori dell'Inps, che è tra l'al-
tro il fondo in cui confluiscono anche i
contributi relativi alle prestazioni, per
maternità che da anni presenta un ri-
sultato in attivo rispetto al reale fabbi-
sogno.
Proposte queste che daranno maggio-
re forza al protocollo del 23 luglio tro-
vando una loro giusta collocazione nel-
la legge finanziaria del 2008.
Un impegno importante, della sotto-
segretaria Rinaldi, un segnale importan-
te per le donne italiane.
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S.O.N.O. è un marchio di qualità di genere proposto di re-
cente dalla Sottosegretaria al Lavoro Rosa Rinaldi e che una
quarantina di imprese italiane pubbliche e private hanno
iniziato a sperimentare puntando sulla qualità di genere co-
me fattore di stimolo alla creatività e all'innovazione
Gender audit
o Gender budget?
L'Unione Europea ha definitivamente rico-
nosciuto il Bilancio di Genere quale stru-
mento di Governo raccomandandolo in
due risoluzioni agli Stati Membri, e richia-
mandolo nella "Roadmap per la parità tra
donne e uomini 2006-2010". A livello
europeo si sono registrate esperienze in 8
Paesi europei. In recenti convegni nazio-
nali se ne è discusso anche da noi, con
diversi livelli di approfondimento, anche
in questi giorni. In tali iniziative sono
state tra l'altro presentate le esperienze
italiane che coinvolgono prevalentemente
livelli locali, comunali, provinciali ed
alcune regioni che riguardano circa 25
realtà locali. In Parlamento sono state
presentate due proposte di legge per attua-
re anche da noi tali raccomandazioni. Un
forte richiamo all'adozione di tale stru-
mento è contenuto nella "Direttiva per
attuare le pari opportunità tra uomo e
donna nelle Pubbliche Amministrazioni"
dei Ministri Pollastrini e Nicolais. E' di
questi giorni l'iniziativa di creare un grup-
po di lavoro di esperti (coordinato
dall'Isfol) per analizzare in chiave di gene-
re il Bilancio dello Stato. Quindi tutto a
posto? Certo che no!
Non va sottovalutato il ruolo di tutte
quelle amministrazioni che si sono cimen-
tate, a diversi livelli con tali strumenti,
quasi sempre su sollecitazione di donne. Né va sottovaluta-
to il forte richiamo al fatto che diversamente da altri Paesi
Europei il processo da noi si è mosso dal basso, dalle donne
appunto e non dall'alto dalle amministrazioni, dallo Stato.
Ma assistendo alla presentazioni delle esperienze italiane
sorge forte un dubbio: stiamo parlando di realtà confronta-
bili tra loro rispetto a metodologie e risultati? E' chiaro che
per la metodologia, spesso scollegata da altri, ognuno, con
lodevoli eccezioni, si è mosso come ha potuto o saputo.
Bene, finita la sperimentazione e preso atto che questa è la
strada, occorre oggi cambiare metodo.
Questo, non solo per fare dello strumento del Bilancio di
genere, come ce lo ha raccomandato l'UE, e come lo aveva
pensato la nostra cara amica Fiorella Ghilardotti che molto
aveva lavorato su questo strumento negli ultimi anni della
sua vita come Parlamentare europea, uno strumento reale di
programmazione economica, ma anche per evitare che si
creino, come mi sembra, ambiguità pericolose sotto lo stesso
nome.
E' purtroppo un pericolo reale, quello che di fronte all'immo-
bilismo e alla non comprensione delle istituzioni si cerchi di
colmare i vuoti con il volontariato e la buona volontà. Altro
rischio, che hanno pagato duramente le donne è stato quello
di far entrare in un "capitolo" di moda le mille cose che non
si riescono a realizzare altrove. A mio avviso si rischia infat-
ti di confondere l'analisi di un bilancio secondo un ottica di
genere, il "gender auditing" con il "gender budgeting" il bilan-
cio di una pubblica amministrazione, quello vero, fatto
secondo un ottica di genere, quello che analizza spese ed
entrate considerando gli effetti che queste hanno su una
popolazione fatta di donne e uomini veri, concreti con la loro
storia, i loro bisogni, le loro aspirazioni. Non un bilancio
parallelo, quindi, ma Il Bilancio.
Alida Castelli