Numero 2 del 2007
Famiglia allargata e in evoluzione
Testi pagina 19
noidonne febbraio 2007 19
Fare il punto del lavoro svolto fino adoggi e aprire una riflessione su come
si può accompagnare e sostenere la
transizione da "badante" - lavoratrice
autonoma, esclusa dalla rete dei servizi,
operante spesso in situazioni di irrego-
larità - a "assistente familiare" - una la-
voratrice regolare, inserita in una comu-
nità professionale e nella rete dei servi-
zi. Questa la pista tematica affrontata
nel corso del convegno organizzato lo
scorso 15 gennaio a Reggio Emilia da
Lega delle Cooperative e Consorzio Co-
operative Sociali Quarantacinque in vir-
tù della loro partecipazione a due P.I.C.
Equal ("Aspasia" e "Fuori Orario") in col-
laborazione con il Centro di Solidarietà
della città, che da tempo è impegnato
nell'accoglienza e accompagnamento di
migranti. Importante, in questo percor-
so, il supporto della cooperazione so-
ciale che può fare molto per rendere
questo lavoro, così importante e prezio-
so per migliaia di famiglie, più qualifi-
cato sotto il profilo della qualità del ser-
vizio. Da non sottovalutare, inoltre,
quanto questi percorsi possono essere
utili anche ai fini dell'integrazione di
migliaia delle emigrate nelle varie co-
munità locali e nella società italiana
complessivamente. Esaminate nel corso
della giornata di lavoro, dunque, le op-
portunità e gli ostacoli per un nuovo
percorso di regolarizzazione. Molteplici,
infatti, i contesti normativi correlati e
che entrano in gioco sul versante econo-
mico, sociale e di legislazione del lavo-
ro. Tutti aspetti che sono stati approfon-
diti dai numerosi relatori.
Badanti in evoluzione
Reggio Emilia
in un convegno riflessioni e proposte sul tema del
rapporto tra badantato e cooperazione sociale
Il 2007 sarà l'anno delle pari opportunità: anno in cui l'Europa si propone di lavorare, al
fine di una sostanziale eguaglianza per tutti fra tutti i cittadini, attraverso una strategia
quadro voluta affinché la discriminazione sia realmente affrontata e per dare piena appli-
cazione alle normative europee in materia che finora hanno incontrato, al di là delle di-
chiarazioni di intenti, ostacoli e ritardi .
A questa aggiungasi l'azione della "roadmap" che si prefigge, attraverso il Programma Progress, che ha ricevuto uno stan-
ziamento di 650 milioni di euro, di rivedere, fra l'altro, l'intera legislazione comunitaria per ottenere un livellamento dei sa-
lari tra uomini e donne.
Il differenziale salariale è infatti una delle forme più subdole di discriminazione, in Europa ma in special modo nel nostro
Paese, in quanto, almeno nell'apparenza, sembra non rivelare la portata discriminatoria che nasconde: non è infatti nella
retribuzione tout court, peraltro assicurata dalla contrattazione nazionale, che va individuata ma negli elementi accessori
che compongono lo status lavorativo delle lavoratrici come difficoltà spesso incolmabili, a raggiungere i livelli apicali delle
carriere, scelta di colleghi maschi per incarichi con possibilità di miglioramento nella scala retributiva e di competenza, man-
cata attribuzione di benefit, svalutazione dei lavori prettamente femminili. E su tutto la discriminante della maternità che,
sentita oramai come un fatto privato, ha perso la celebrata aureola di funzione sociale e nell'ambito del mondo del lavoro
si è trasformata per le donne in un elemento di svantaggio. Le single infatti, come le donne senza figli, hanno maggiori pos-
sibilità di occupazione e di carriera mentre 1 donna su 10 esce dal mercato del lavoro dopo la nascita del primo figlio.
Riportare l'accento, come spesso viene fatto, sulle difficoltà della conciliazione, che comunque porterebbe ad un minore im-
pegno delle donne nella professione, anche in termini di rendimento, è, senza dubbio, fuorviante ed ha il significato di asse-
condare vetusti schemi di una cultura poco attenta ai grandi cambiamenti che sono avvenuti nell'universo femminile e di
stimare, purtroppo al ribasso, la capacità di impegnarsi sul fronte familiare ma con eguale assunzione di responsabilità sul
fronte lavorativo, delle donne.
Le donne e i giovani continuano ad essere i protagonisti di una discriminazione che allontana dal Paese l'apporto di idee,
capacità, nuovi modi di leggere la realtà sociale ed economica di cui la comunità complessiva potrebbe giovarsi.
In questo nuovo anno l'impegno dovrà essere da parte della società civile, e quindi delle organizzazioni di rappresentanze
tutte, e Donne Impresa farà la sua parte, molto forte perché il mondo della politica si avvicini, con maggiore attenzione e
volontà di fare, a queste problematiche che investono la parte più consistente, anche numericamente, del nostro Paese.
Rita Casula
Avanti tutta: è l'anno delle pari opportunità!