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Numero 9 del 2008

Stampa: libertà vigilata


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Testi pagina 19

noidonne settembre 2008 19
verso lo stesso fine. Eppure nel linguag-
gio comune, soprattutto dal punto di vi-
sta femminile, viene spesso visto come
un percorso negativo, che richiede una
sorta di collusione con il "potere". Mol-
tissime, invece, sono le donne che han-
no scelto la carriera in modo consape-
vole, con un duplice obiettivo. Innanzi-
tutto quello già citato di avere più "vo-
ce in capitolo" e quindi di poter portare
il punto di vista femminile all'interno
dei luoghi in cui si decide. Il secondo
aspetto che molte donne stanno speri-
mentando è la crescita professionale
connessa alla carriera. Avere compiti a
livello di complessità crescente, gestire
dei gruppi di lavoro, imparare sempre
cose nuove. Capita ancora però, in al-
cune organizzazioni "malate", molti
partiti politici, ad esempio, che carriera
sia ancora sinonimo di compromessi e
che il percorso porti a "snaturare" le
qualità a cui le donne non vorrebbero ri-
nunciare. In questi casi, piuttosto che
decidere di non fare carriera, sarebbe
meglio cercare un altra organizzazione
più "women friendly" in cui operare".
Sabina Siniscalchi, ha lavorato a Ma-
ni Tese fino al 2002, è stata direttri-
ce della fondazione culturale di
Banca Etica dove oggi si occupa di
relazioni internazionali.
Dal 2006 al 2008 deputata indipen-
dente nel gruppo Rifondazione Co-
munista, nelle ultime candidata nel-
le lista per la Sinistra Arcobaleno.
"Conciliare professione e famiglia
non è stato facile, ma mi sembra di es-
serci riuscita. Posso dirlo ora che i quat-
to figli sono adulti e che l'impegno lavo-
rativo, da quando ho lasciato l'incarico
di segretario nazionale di Mani Tese, è
diventato meno oneroso. Le chiavi del
successo sono molte: un ottimo compa-
gno, presente e attento; il buon caratte-
re dei miei figli che si sono sempre adat-
tati e responsabilizzati presto; il senso
innato dell'organizzazione: un'attitudi-
ne naturale che ho accresciuto con la
sapienza degli incastri; lavorare in una
realtà associativa che ha consentito di
rispettare le esigenze private senza pe-
nalizzare gli impegni pubblici; la com-
plicità e il sostegno dei colleghi, ma so-
prattutto delle colleghe; la viscerale
passione per gli ideali sottesi al mio im-
pegno. Facendo un bilancio vedo gran-
de fatica e pochi soldi, ma enormi sod-
disfazioni e, soprattutto, la consapevo-
lezza di avere, come donna, un valore
sia umano che professionale. Questo mi
ha fatto sentire più solida e più capace
degli uomini che in Italia e all'estero
svolgevano compiti simili ai miei. Oggi
che ho 56 anni il coraggio e l'energia di
un tempo si sono stemperati, l'esperien-
za politica non è stata esaltante: mi so-
no ritrovata a essere una tessera di un
ingranaggio che non potevo controllare,
qualche risultato positivo c'è stato, as-
sieme all'apprezzamento dei colleghi
anche di altri gruppi politici, ma non è
bastato. Sono entrata in politica per
sublimare gli ideali a cui ho ispirato
quasi tutte le mie scelte, mi sono ritro-
vata a far parte della "casta". Il mecca-
nismo non funziona, anche perché le
donne sono troppo poche e troppo timi-
de, ma questa è un'altra storia".
* Consulente di carriera e di orientamento
Gentile dottoressa mi chiamo Elena, ho
25 anni e da 7 lavoro nell'amministrazio-
ne di una società di servizi. Le premetto
che alla fine della scuola superiore, grazie
alla segnalazione di una mia parente -
amica dei miei titolari - ho avuto la gran-
de fortuna di essere subito assunta in que-
sta azienda, nella quale ho instaurato un
ottimo rapporto con i colleghi. Anche con
i miei titolari, che sono delle persone mol-
to corrette, ho un ottimo rapporto, direi quasi di amicizia - visto le fre-
quentazioni in questi anni fra le nostre famiglie - e di stima reciproca. So-
no sempre andata in ufficio con il sorriso sulle labbra, perché mi piace la-
vorare e anche perché mi sento come a casa.
Da qualche tempo però sono un po' insoddisfatta, mi sembra di non
avere più l'entusiasmo di una volta e di fare sempre le stesse cose. Su con-
siglio di un'amica, per scoprire "cosa mi potrebbe proporre il mercato", ho
trasmesso diversi curriculum a varie società e con mia grande sorpresa ho
sostenuto diversi colloqui dai quali ho avuto esiti positivi e ora mi ritro-
vo a scegliere fra 3 aziende che mi offrono non solo una retribuzione più
alta ma anche la possibilità di imparare cose nuove.
Le confesso che provo grande timore al solo pensiero di dover dire ai
miei titolari di aver trovato un'altra opportunità. Non so come la pren-
derebbero e soprattutto non vorrei che ci fossero delle ripercussioni dal
mio licenziamento e che i rapporti si guastassero, non solo con me ma an-
che e sopratutto con i miei familiari. Potrebbe consigliarmi come affron-
tare la situazione?
Elena Pontini (Verona)
Cara Elena, la situazione è delicata, ma solo da un punto di vista re-
lazionale fra i tuoi parenti e i tuoi titolari. Per quanto riguarda invece la
tua relazione lavorativa utilizza la chiarezza come elemento per poterti
distaccare dall'attuale impiego, in modo che emerga il tuo desiderio di fa-
re nuove esperienze e di evolverti professionalmente. Rimane però una
mia perplessità nel comprendere se tu realmente senti l'impulso di affron-
tare una situazione lavorativa fuori dalla "protezione" che quella attuale
ti offre - e così esporti in prima persona per le capacità che tu hai - op-
pure se preferisci ancora rimanere nel circuito "familiare" nel quale sei ora
immersa, con tutti i vantaggi e le sicurezze che questo senz'altro compor-
ta. Per capire le tue reali intenzioni, ti consiglio di fare una lista dei van-
taggi e degli svantaggi che otterrai cambiando società. Concentrati anche
sui motivi che ti hanno spinto a valutare nuove proposte. Forse, sotto sot-
to, c'è anche un tuo desiderio di autonomia che sta affiorando, visto an-
che la tua giovane età. Credo che fare delle scelte soli ed in piena auto-
nomia rappresenti un momento di grande crescita nella vita di una ra-
gazza. Sono certa che hai la volontà di farcela e di tirare fuori il meglio
di te per affrontare anche l'eventuale "salto nel buio" in una nuova situa-
zione lavorativa e per questo ti auguro buona fortuna.
Cristina Melchiorri
Salto nel buio
tra famiglia e carriera, le donne non scelgono e cercano di
tenere tutto insieme. La fatica e le soddisfazioni sono
doppie, ma il potere al femminile è tutta un'altra cosa
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