Numero 5 del 2008
Donne elette: tutto è cambiato, nulla è cambiato
Testi pagina 19
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battito entrando nel vivo dei problemi
che il titolo del convegno "E se Ceneren-
tola fosse stufa?" sollecitava: occupa-
zione, stipendi, servizi.
"Nel nostro paese fare la madre im-
plica un'assunzione del lavoro di cura:
non è così per gli uomini - ha osservato
Emma Bonino, nella veste al momento
di Ministra -. Siamo nel
pieno di un fenomeno di re-
gressione, bisogna indi-
gnarsi e in Italia manca un
movimento organizzato
delle donne". Prendiamo
esempio dalla Francia, do-
ve "il contrasto alla legge
sul precariato ha visto la
mobilitazione persino degli
studenti universitari", co-
me ha ricordato Aitanga
Giraldi della Cgil. Gli stru-
menti normativi ci sono,
ma non bastano e, accan-
to al lavoro delle Consi-
gliere di Parità, Isabella
Rauti, esperta Pari Oppor-
tunità, ritiene urgente legi-
ferare sul mobbing, mentre
occorre "mettere mano al sistema dei
servizi e all'inclusione sociale" secondo
Alessandra Tibaldi, Assessora Regiona-
le del Lazio. Sempre in tema di discrimi-
nazioni è stata Francesca Brezzi, docen-
te di Filosofia Morale all'Università Ro-
ma Tre a ricordare che "le disparità non
mancano neppure nel mondo universi-
tario e della ricerca" e Rita Corneli, del-
la Cooperazione Internazionale della
Provincia di Roma ha denunciato il la-
voro sommerso delle immigrate, che
"nella maggioranza dei casi fanno il la-
voro di cura" e la mancanza di tutele
per quelle donne in caso di maternità.
"Domandiamoci quando e perché
la parola pubblica sulla sessualità
femminile si è attenuata". Edda Billi,
femminista storica, è entrata senza mez-
zi termini nel vivo del dibattito 'La li-
bertà del corpo femminile', tema di pun-
gente attualità, affrontato sulla base
della ricognizione storica di Elettra
Deiana. Ma i tempi incalzano e il velo è
oggi protagonista della scena come
strumento di negazione del corpo fem-
minile. "È diffusa in Italia e in Occiden-
te una forma di relativismo culturale in
nome della tolleranza e della libertà che
giustifica le discriminazioni come parte
di una certa cultura - ha osservato Giu-
liana Sgrena -. I tabù, la verginità, il de-
litto d'onore, le tradizioni, l'islamizza-
zione e patriarcalizzazione, i rapimenti,
il velo, sono tutte forme di controllo del-
la sessualità della donna". In sintonia
con questa lettura in negativo dell'inte-
gralismo religioso che cerca di riappro-
priarsi del corpo delle donne è la Mini-
stra francese per le Politiche urbane, Fa-
dela Amara, che anche in nome dell'as-
sociazione "Ni putes ni soumises" (Né
puttane né sottomesse) ha denunciato
"un regresso dell'emancipazione femmi-
nile", tanto più grave visto che "la lotta
femminista è una lotta universale e in-
ternazionale, perché l'asservimento del-
le donne è ovunque". Determinante il
ruolo delle donne al potere. "Chi lotta
per la libertà non può accettare il velo,
che è una forma di sottomissione delle
donne. Serve una lotta di civilizzazione
contro oscurantismi di vario tipo e in
questo è grande la responsabilità stori-
ca delle donne al potere di condurre la
lotta delle femministe senza nessuna ar-
retramento". Dovrebbe tornare a tintin-
nare il "campanello della ricreazione"
che ha interrotto la lezione del "tu no
perché sei femmina" ricordato dalla sto-
rica Emma Baeri, descrivendo del fem-
minismo la potenza rivoluzionaria del
self help, quell'autodeterminazione che
ha "dato il coraggio della parola pub-
blica alle donne, facendo entrare i loro
corpi nella storia". La preoccupazione di
Alessandra Graziottin, Direttore del
Centro Ginecologia e Sessuologia Medi-
ca H. San Raffaele Resnati di Milano, ri-
guarda la "mancanza della consapevo-
lezza del corpo e la capacità di una sa-
na contraccezione". Infatti, ha detto,
"c'è un uso strumentale del corpo. Su
350.000 pillole del gior-
no dopo, più della metà
è somministrata a ra-
gazze tra i 14 e i 20 an-
ni e le malattie sessual-
mente trasmissibili au-
mentano molto di più ri-
spetto alle altre. Questo
certifica il fallimento
dell'educazione sessua-
le, l'aver ignorato il si-
gnificato politico della
contraccezione". Il pun-
to cruciale è nelle rela-
zioni. "Da un'indagine
risulta che il dialogo
madri-figlie è aumenta-
to dal 20 al 70% negli
argomenti dell'estetica,
palestra e shopping. Po-
litica e cultura sono ai minimi storici.
Questo significa che si è smarrito il sen-
so più profondo del valore dello scam-
bio, del parlarsi davvero". E' ancora
grande il lavoro da fare per le donne,
secondo la sociologa della Columbia
University Shere Hite, che devono anche
liberarsi di una "idea stereotipata dei
maschi", i quali a loro volta dovrebbero
"riappropriarsi di una loro dimensio-
ne… definendo una nuova sessualità,
un nuovo concetto di piacere".
dall'omonimo libro inchiesta di Ilda Bartoloni,
l'adattamento teatrale di Daniela Giordano e due dibattiti
sul corpo, il lavoro, la famiglia e la maternità