Numero 5 del 2009
La nuova Europa
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L'azienda è tuttora a conduzione fami-
gliare e nell'intento di mantenerla tale,
sto investendo su attrezzature tecniche
innovative per rendere il lavoro più si-
curo e meno faticoso. Negli ultimi anni
ho aperto uno spaccio aziendale dove
vendo direttamente i miei prodotti orto-
frutticoli e una piccola parte del vino
prodotto nella nostra cantina.
Sono tutte azioni che cercano di in-
vertire la rotta di questi ultimi anni,
particolarmente difficili a causa del cat-
tivo andamento dei prodotti agricoli sul
mercato. Non nascondo che molte volte
vengo assalita da dubbi e la paura di
non farcela da sola è tanta.
Per questo ho cercato qualcuno con
cui condividere i miei pensieri e i miei ti-
mori e mi sono avvicinata all' associa-
zione "Donne in Campo", un'articolazio-
ne della CIA presente a tutti i livelli, il
cui scopo principale è quello di rispon-
dere alla problematiche delle imprendi-
trici. Di questo gruppo ho assunto l'in-
carico di coordinatrice provinciale e co-
sì con le mie colleghe, oltre
a condividere luci e ombre
del settore in una declina-
zione femminile, organiz-
zo iniziative economiche-
sociali e sindacali di inte-
resse comune.
La First Lady Michelle
Obama ha deciso di
creare alla Casa Bianca
un orto per il fabbiso-
gno della famiglia. Ci
sarà utile e forse indi-
spensabile seguire que-
sto esempio?
Le statistiche ci riporta-
no che, nel 2008, le azien-
de che hanno sopportato
meglio la crisi sono quelle
guidate da donne. Con il loro impegno e
la loro creatività danno un valore ag-
giunto alle imprese, reggendo il peso
della loro famiglia e coordinando tutto
ciò che ci ruota attorno. Ritengo dove-
roso seguire l'esempio della first lady,
(non dico che tutte dovremmo fare l' or-
to) ma se ognuno di noi usasse un po' di
ingegno, le sorti migliorerebbero in mi-
nor tempo.
sulle orme del nonno e del padre Roberta
Roncarati è 'imprenditrice agrotecnica',
rappresentante CIA. E non solo
L'Associazione Donne in Campo è un'articola-
zione della Confederazione italiana agricoltori
(CIA) ed è presente a livello nazionale, regiona-
le, provinciale o interprovinciale.
In linea con le direttive europee è convinta che
l'integrazione della dimensione di genere nel set-
tore rurale costituisca una strategia chiave per la
c r e s c i t a
economica
e lo svilup-
po rurale
sostenibi-
le. Attraverso gruppi attivi di imprenditrici e fun-
zionarie promuove l'imprenditorialità femminile,
sostiene reti imprenditoriali di donne, assiste e
forma modelli o alleanze di imprenditrici e idea
iniziative miranti a migliorare le abilità e le capa-
cità delle donne nelle zone rurali e a favorirne
l'inserimento negli organi direttivi di imprese e
associazioni. Si impegna inoltre a mantenere le
tradizioni rurali, a preservare il territorio e l'am-
biente, la biodiversità e a sviluppare i servizi
sociali nelle aree rurali. Organizza convegni,
mercati, fiere, seminari, corsi di formazione e
altre iniziative pubbliche.
(Contatti: 06/32650447 mail: donneincampo@cia.it)
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Un fatturato di sette milioni di Euro e circa 150
persone occupate nel settore dei servizi alla perso-
ne. Tutto questo accade a Salerno, tanto per preci-
sare che un'economia sana nel meridione c'è, è vi-
va e opera attivamente là dove la solidarietà insie-
me alla generosità si coniuga con la professionali-
tà e l'efficienza. Parliamo del consorzio provinciale
La Rada - 29 soci di cui 26 cooperative sociali e 3 associazioni
di volontariato, aderente a CGM - che conta per un 60% su ri-
sorse pubbliche attraverso progetti e bandi. Patrizia Stasi, presi-
dente del consorzio al terzo mandato, dirige insieme ad una net-
ta maggioranza di donne questa grande impresa. La scelta stra-
tegica è "lavorare in un'ottica di rete perchè ci consente di esse-
re indipendenti dalla politica e di trarre dai legami l'autorevolez-
za e la libertà di creare sviluppo, scambi, innovazione". Una car-
ta vincente, infatti, è la forte identità di comunità "dove siamo
riconosciuti e valorizzati dalle istituzioni". Anche se Sud fa rima
con 'clientele'? "La 'clientela' nasce e muore con i legami politici,
mentre la professionalità si afferma con il pensiero, con la pro-
posta, anche con capacità critica verso i politici. Non ci sono
scappatoie: la gente ti vede all'opera e ti da valore per quello che
fai. Il lavoro paga sempre". Le cooperative che aderiscono al Con-
sorzio La Rada assistono gli anziani, le persone con handicap e
assicurano servizi di prossimità. "Con i malati mentali è in corso
un servizio innovativo in collaborazione con i tutor dell'Istituto
Agrario e con borse lavoro del Dipartimento di Salute mentale:
la cooperativa Stalker - composta per l'80% da persone con dis-
agio mentale - produce ottime marmellate per le
quali abbiamo chiesto il marchio di qualità". Forse
c'è un nesso tra questa larga presenza femminile, la
dinamicità e la voglia di innovare. "Intanto c'è me-
no competizione, tra donne prevale la tendenza a
collaborare e poi un dato interessante viene dalla
loro capacità di essere imprenditrici. Prima la co-
operativa era un parcheggio, oggi per molte sta di-
ventando un progetto di vita". Questa è una buona
notizia, ma con quali prospettive se questa econo-
mia continuerà ad essere considerata di serie 'B'? "Il
Libro Verde del Ministero del Lavoro ignora del tut-
to la cooperazione sociale perchè il welfare non è
considerato settore strategico, è come se non esistessimo. Do-
vremo fare una grossa battaglia e costruire la capacità di mo-
strarci, di fare marketing, di affascinare anche le persone che non
sono direttamente coinvolte". Di nuovo torna l'idea della rete,
anzi della 'rete delle reti', ma intanto pensate di rafforzarvi in
qualche modo? "Insieme ad altri soggetti della cooperazione, del
terzo settore stiamo lavorando alla costituzione della prima Fon-
dazione di comunità del sud. La raccolta fondi punta a coinvol-
gere tutte le realtà del territorio, a partire dagli imprenditori, e
l'obiettivo è finanziare progetti sperimentali per dare risposta ai
nuovi bisogni". Un'avventura coraggiosa in un periodo di crisi
come quello che stiamo attraversando."Il Sud è abituato al ri-
sparmio e non allo sperpero. La crisi potrebbe essere occasione
di cambiamento dell'ordine dei valori e delle priorità: dalla ge-
stione della grande impresa per il profitto si potrebbe passare al-
la gestione della quotidianità per il benessere della comunità.
L'economia potrebbe diventare sempre di più solidale, insegnare
alle persone a costruire il lavoro e a dare dignità alle cose che si
fanno e che si posseggono". Già, potrebbe....
(www.consorziolarada.it) Tiziana Bartolini
Salerno / La Rada
Solidarietà e impresa.
Soprattutto di donne