Numero 9 del 2010
Dove vanno i consultori?
Testi pagina 19
17noidonne | settembre | 2010
I n Umbria ci sono 65 consultori familiari enon se la passano poi così male. A testi-
moniarlo è Marina toschi, ginecologa e
membro della SIGO (Società Italiana di Gi-
necologia e Ostetricia) e Consigliera di Pari-
tà della Regione Umbria, che ci aiuta in una
panoramica del sistema consultoriale nella re-
gione.
L’Umbria è dotata di un numero di struttu-
re adeguato a quello della popolazione e in li-
nea con le direttive del POMI (Progetto
Obiettivo Materno Infantile) che prevede un
Consultorio familiare almeno ogni 20 mila abi-
tanti.
“Non stiamo troppo male rispetto al resto dell’Italia - spie-
ga Toschi -. I servizi del consultorio funzionano e sono gra-
tuiti e riescono a coprire le esigenze su gran parte del ter-
ritorio regionale. Certo gli orari non sempre riescono a co-
prire le esigenze di chi lavora. La più grave difficoltà è quel-
la della mancanza di personale. Siamo sempre più a corto
di organico, non c’è turnover ovvero non si sostituisce chi
va in pensione o in maternità e di questo ovviamente i ser-
vizi ne risentono. Sono anni che non ci sono concorsi e a
volte non vi sono neanche le ostetriche, perno dei nostri con-
sultori e garanti della fisiologia”. Purtroppo anche in Um-
bria quindi vige l’assunto generalizzato che i Consultori sono
la Cenerentola dei servizi sanitari come tutte le prestazio-
ni ospedaliere che riguardano le donne che in Italia valgono
meno di tutte le altre. “In ogni modo abbiamo una good
practice da valorizzare - sottolinea ancora Toschi -, che è
lo screening del carcinoma della mammella e della cervi-
ce, ben organizzato su tutto il territorio. È gestito dalle oste-
triche, e alle donne che lo necessitano è offerta la possibi-
lità di arrivare fino al secondo livello dei controlli e terapie
in modo gratuito. Non in tutte le regioni questo avviene:
ad esempio la Lombardia non può vantare questa prero-
gativa e sappiamo che non manca certo di risorse econo-
miche. Anche la gravidanza è seguita in modo gratuito con
i relativi controlli e alcuni servizi garantiscono visite do-
miciliari nel post partum. Grande attenzione viene posta
nel favorire l’allattamento al seno, specie nei corsi di ac-
compagnamento alla nascita per i genitori, tenuti da diversi
specialisti (psicologi, medici e ostetriche). Certo nelle cit-
tà più grandi come Perugia o Terni le liste di attesa sono
un po’ più lunghe e arrivano anche fino a tre mesi di atte-
sa per una visita di controllo.Tuttavia per le situazioni di
emergenza come ad esempio la pillola del giorno, la richiesta
di IVG, problemi in gravidanza, la risposta è, come ne-
cessario, immediata”.
L’Umbria rosa è quindi abbastanza fortunata, a luglio si
è aggiudicata anche due bollini di merito per l’ospedale
di Foligno ed il Santa Maria della Stella di Orvieto, che
hanno ottenuto il riconoscimento da parte del Ministe-
ro della Salute per l’alto grado di attenzione dedicato alle
donne.
Ci sono però delle prerogative da ‘preservare’ che Ma-
rina Toschi sottolinea come imprescindibili per il corretto
funzionamento del sistema di assistenza dei consultori e
che si riassumono in due semplici concetti alla base di una
sanità pubblica e puntuale che speriamo possa durare a
lungo.
“È di fondamentale importanza che il servizio possa rimanere
fruibile per le donne di tutte le età e di tutte le provenien-
ze e soprattutto che sia partecipato. È inoltre imprescindibile
che vi sia personale adeguatamente formato e dedicato, sen-
za di loro i consultori non potrebbero esistere”.
Privatizzazioni permettendo.n
UMBRIA. ISOLA FELIX
Un sistema di servizi che funziona, con alcune eccellenze
e adeguato alle esigenze. Però ...
di Valentina Capati
CONSULTORI/3
FOCUS
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