Numero 6 del 2010
Spot! Pubblicità & dignità
Testi pagina 19
richiede di prendere decisioni rapida-
mente, capacità di gestire bambini o
adulti non autonomi, persone anziane.
Bisogna dare risposte immediate a pro-
blemi che sorgono sempre diversi. È un
lavoro pieno di imprevisti, richiede ag-
giustamenti, adattamento, flessibilità,
capacità organizzativa, di ascolto, em-
patia, interazione costante con altre
persone, oltre alla conoscenza del
know-how e a una buona salute. Queste
capacità si chiamano softskills.
E poi c'è il problema della sicurezza…
Certamente. Il fatto che "lavorare in
casa" sia più "gradevole" che in fabbri-
ca, non significa che non ci siano dei ri-
schi. Senz'altro le morti dovute al lavo-
ro domestico sono meno frequenti ri-
spetto ad altri settori, ma gli incidenti
invalidanti detengono il primato con un
tasso di incidenza molto più alto della
media. Non si muore, ma ci si fa male
proprio a causa della sottovalutazione
dei rischi professionali: uso di sostanze
tossiche, sollevare pesi o persone, cadu-
te, utilizzo strumenti elettrici, bruciatu-
re. A casa ci si sente in un posto sicuro
e protetto, ma non è così.
Quali soluzioni possibili?
Uno degli elementi chiave è la remu-
nerazione. Si prevedono salari minimi
(attraverso contratti collettivi o leggi ad
hoc) stabiliti su base di criteri obiettivi
che tengano conto di competenze, re-
sponsabilità, condizioni. In Francia c'è
una grande attenzione per questo setto-
re e lo stato è intervenuto attraverso
partnership pubbliche e private che pre-
stassero attenzione alle condizione e ai
rischi professionali.
Pur essendo retribuito, spesso il la-
voro domestico è considerato poco
importante. Qual è la sua opinione?
Io credo che ci sia bisogno di una
"professionalizzazione", in primo luogo
per mettere in rilievo la molteplicità del-
le funzioni, quindi per rafforzare l'iden-
tità professionale di chi fa il lavoro do-
mestico, di cui si può essere orgogliosi/e.
Il riconoscimento del valore, la certifi-
cazione delle competenze hanno come
effetto non solo il rafforzamento dell'i-
dentità collettiva come lavoratrici e la-
voratori, ma anche il miglioramento del
potere negoziale verso lo stato e il dato-
re di lavoro. È necessario un riconosci-
mento giusto: è un lavoro estremamente
importante. La femminilizzazione delle
occupazioni ha luogo anche perché il
lavoro in questione è caratterizzato da
un basso status e remunerato così poco
che gli uomini non ci si adeguano. Au-
mentare status sociale e remunerazione
dovrebbe contribuire a far sì che diven-
ga più attraente anche per loro. La riva-
lutazione del lavoro attraverso un ri-
scontro monetario contribuirebbe alla
diversificazione del genere, di pari pas-
so con una più equa divisione di lavoro
domestico non remunerato nelle fami-
glie. È una rivoluzione che deve avveni-
re simultaneamente, nel privato e nel
mercato del lavoro.
noidonne giugno 2010 19
dal 2 al 18 giugno a Ginevra, Svizzera, si tiene la 99^ sessione
della ILC, International Labour Conference. In via di definizione
un nuovo quadro normativo internazionale sul lavoro domestico
Fiorenzo Bresciani ha deciso di fare il "casalingo". La moglie è dottoressa. Ruoli inverti-
ti, anzi, nessun ruolo, ma la libertà di scegliere. Bresciani è anche Presidente dell'AS-
SOCIAZIONE UOMINI CASALINGHI, che ha raggiunto in soli due anni migliaia di ade-
renti in tutta Italia: uomini che lavano, stirano, fanno la spesa, si occupano della pro-
le, sistemano casa.
È vero che non volevano scrivere 'casalingo' nella sua carta d'identità?
È la verità. Il computer non aveva la dicitura al maschile. Dopo ore di discussione sono
riuscito a convincere i funzionari. Io voglio dichiarare quello che sono, non posso dire
che sono un'altra cosa… Poi, tantissimi soci in tutta Italia e molti altri comuni hanno
seguito l'esempio.
Se lei potesse ottenere uno stipendio per il lavoro da 'casalingo', a quanto ammon-
terebbe?
Penso che uno stipendio da casalingo potrebbe ammontare almeno a 1000 euro al me-
se, come quello di tantissimi altri lavori. Oggi è un lavoro poco gratificato, ma è un la-
voro bellissimo, dignitoso, impegnativo: quello di manager della propria casa e dell'e-
conomia domestica.
Siete casalinghi innovativi e attenti all'ambiente…
Sì, l'ecologia domestica è uno dei nostri obiettivi. Ci sono troppi prodotti chimici, peri-
colosi per la nostra salute, per la salute della terra e delle generazioni future. Per tenere
pulita la casa bastano acqua calda, aceto e bicarbonato: si risparmia e non si inquina!
Com'è il rapporto con le vostre… concorrenti?
Non c'è concorrenza, vogliamo collaborare e scambiarci informazioni per dare impor-
tanza, insieme, a questo lavoro erroneamente considerato 'invisibile', ma che viene fat-
to tutti i giorni! (E.R.)
Sin dalla sua nascita nell'82 a Brescia, il Movimento Italiano Casalinghe si prefigge
un'attenzione alle casalinghe e il riconoscimento del lavoro familiare nel quadro di ade-
guate politiche. Le casalinghe d'Italia aderenti al movimento si incontrano periodica-
mente per organizzare convegni e attività. Molte le battaglie importanti condotte dal-
l'associazione: la sentenza della Corte Costituzionale n°28 del 1995 ha definito fare la
casalinga come un lavoro da cui l'intera comunità trae vantaggi e ha riconosciuto l'at-
tività familiare come attività lavorativa da tutelare a tutti gli effetti (art. 35 della Costi-
tuzione). Mancano ancora misure previdenziali adeguate, la copertura degli incidenti
domestici, un adeguato riconoscimento del lavoro domestico a livello culturale e sim-
bolico: questo lavoro è infatti un bene per tutta la comunità, non solo per gli aspetti
gestionali, morali, educativi, assistenziali ma anche economici. Studi recenti stimano
un contributo annuale di 439 miliardi di euro solo per il nostro Paese, pari al 32,9% del
PIL e quindi a 1/3 della ricchezza prodotta. Perseguire un nuovo status della lavoratri-
ce familiare è un impegno che il MOICA persegue per l'intera società. Silvia Vaccaro
Associazione Uomini Casalinghi (AsUC)
www.uominicasalinghi.it
Movimento Italiano Casalinghe
www.moica.it