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Numero 1 del 2011

Il futuro in testa


Foto: Il futuro in testa
PAGINA 19

Testi pagina 19

t IL TEMPO CHE VERRÀ

a cura di Elena Ribet e Piera Francesca Mastantuono

guardare indietro tanto,
nel passato più remoto,
dove il divino aveva un
segno femminile, dove
l’organizzazione sociale
e familiare era matriarca—
le e dove la natura era al
centro dell’attenzione di
tutti. È un tempo in cui la

natura è lo spirito vero, in cui non c’è prevaricazione. È
questo il tipo di futuro che mi auguro. In tutti i miei viag—
gi ho cercato e ho visto questo spirito nelle donne che han-
no conservato segni, simboli e persino il linguaggio, an-
che attraverso le opere delle loro mani, tappeti, ricami.
Ad esempio in Guatemala sul lago Atitlan, dove ho girato
un filmato sulle donne discendenti delle etnie maya, che
si sono salvate la vita proprio con la tessitura antica, ca—
pacità ancestrale trasformata in progetto di commercio
equo solidale. Il film si intitola ‘Yo valgo, yo puedo: va-
mos a perder miedo! ’ (Io valgo, io posso: bisogna perdere
la paura) e racconta la storia delle artigiane sopravvissu—
te all’operazione di pulizia etnica attuata negli anni ottanta
dal governo golpista del generale Rios Montt. Anche la
Mongolia ha significato molto per me. Mi ha colpito, mi
ha fatto capire il senso del nomadismo, della possibilità
di vivere in modo diverso e profondo le relazioni con le
persone e con i luoghi. Da questo incontro è nato ‘No-
madizziamoci, Sopravvivere con stile’, un progetto eco-
compatibile. Ho portato delle tende mongole, le ho mon—
tate in giro per l’Italia in città e campagne, in varie si-
tuazioni come ad esempio alla Fiera dell’arte. A luglio in-
vece andrò in Cina con l’antropologa francese Francesca
Freeman, che ha lavorato sul matriarcato.

“Proviamo a pensare come sopravvivere con l’essenziale.
Proviamo a pensare di che cosa abbiamo bisogno oltre
che dell’essenziale.






È semplice ci serve quello che abbiamo quando, stanchi
della solita vita, ce ne andiamo in vacanza, magari in
campeggio.
Perché deve essere così bello vivere in ambienti naturali
con poco o niente con una tenda come riparo per gioco
e non deve esserlo per davvero?
Pensate a cosa fanno i bambini quando giocano: una ca-
panna.
Perché se è così divertente non lo facciamo sempre?
Peri Nomadi dell’Asia centrale, quella che per noi è va-
canza, è la vita.”

wwwnomadizziamociit

LINA WERTMÙLLER

È una domanda curiosa. Secondo me non c’è altro da
fare che lavorare, 0 studiare, a seconda dell’età e dei ri-
spettivi contesti in cui si vive. In tutti gli ambiti occorre
prepararsi al meglio, prepararsi a qualsiasi congiuntura
, possibile. Se do-
I vessi dire qual è
la cosa più im-
, portante, direi
la cultura, so—
prattutto. Certo,
i tagli sono gra-
I vissimi, ma im—
4 parare si fa
u anche da sé: leg-

gere libri, guar—
dare film, andare a teatro, tutte le forme d’arte sono
importanti. Quanto alla politica, penso che si possa fare
bene a qualsiasi età e che possano farla altrettanto bene
uomini e donne. Basta avere la preparazione e le capacità
necessarie.





noidonne | gennaio | 2011 o
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