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Numero 4 del 2015

Cibo nemico - anoressia bulimia


Foto: Cibo nemico - anoressia bulimia
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Testi pagina 19

17Aprile-Maggio 2015
nella sua regione livelli di cura adeguati; le famiglie devono
sostenere, quindi, anche costi di carattere economico perché
le cure sono lunghe. Da noi, a Todi, vengono pazienti dal sud
ma anche dal nord.
In questa poca omogeneità territoriale come
maturano le competenze professionali?
Purtroppo non ci sono professionisti in numero adeguato. L’o-
biettivo del Ministero della Salute è stimolare l’istituzione di
strutture dedicate e la formazione di personale specializzato
nel trattamento di queste patologie. Bisognerebbe pensare ad
una particolare formazione per gli psichiatri, per i nutrizionisti
e per gli psicologi.
Ci sono classi sociali o gruppi colpiti in modo
particolare?
Anni fa era un po’ la malattia delle principesse: la prevalenza
si riscontrava nelle classi sociali più elevate, una distinzione
quasi scomparsa. Oggi è una patologia trasversale, globaliz-
zata, che riguarda tutte le classi sociali senza distinzione. Non
ci sono differenze da regione a regione o tra il nord e il sud.
Il terreno di coltura è il modello culturale, che è globalizzato,
e la magrezza è un valore imperante. Le ragazze desiderano
uniformarsi. Tutto il mondo occidentale è colpito con la stessa
incidenza e si sta diffondendo rapidamente nei paesi in via di
sviluppo. Non sono più esenti, ad esempio, tutti paesi dell’Est
dopo la caduta del muro di Berlino; è in aumento in Giappone
e negli Emirati Arabi. Dove cambiano gli stili di vita si diffonde
la malattia.
Cosa potrebbe far cambiare la situazione?
Se potessimo ridurre alcuni fattori di rischio si limiterebbe la
rapidità di diffusione del fenomeno, non certo la causa. Le in-
PERCHÉ LE BAMBINE
NON MANGIANO
Edito da Il Pensiero Scientifico, il volume di
Laura Dalla Ragione ‘La casa delle bambine
che non mangiano. Identità e nuovi disturbi
del comportamento alimentare’ è uno dei
libri scritti dalla psichiatra e psicoterapeuta.
Per milioni di giovani il cibo si è trasformato in
un nemico. Come è potuto accadere? Come
è avvenuta la saldatura tra modelli culturali di
vita e forme patologiche? C’è un rapporto fra il
nostro attuale modo di considerare il cibo e di
vivere il nutrimento e la strada che quei giovani
hanno iniziato a percorrere? Perché quella strada
è oggi così affollata? Il libro di
Laura Dalla Ragione si apre su
questi temi e sul carattere di
epidemia sociale che i disturbi del
comportamento alimentare hanno
assunto negli ultimi decenni. Un
volume principalmente rivolto
alle persone che si trovano a
dover affrontare un’imprevista,
drammatica esperienza che
sconvolge la loro vita, e anche
a quanti (medici, infermieri,
psicologi, ecc.) operano nei
servizi.
dossatrici filiformi sono sicuramente un riferimento negativo,
ma pensiamo alla potenza del photoshop che propone forme
irraggiungibili perché non reali. Aver cambiato le regole per
accedere a Miss Italia è stato un fatto positivo: da quest’anno
sono ammesse ragazze sopra della taglia 44. Comunque è
sempre troppo poco rispetto al modello unico dominante della
magrezza.
Soprattutto i/le giovani sembrano incapaci
di reagire a questa dittatura dell’immagine
unica…
Ha centrato il problema. Sicuramente uno dei fattori che
hanno favorito la diffusione del disturbo è questo proces-
so di omologazione, anche estetica. È un’ossessione che
impedisce di cogliere il valore della differenziazione per
cui ogni persona è un essere unico e irripetibile, speciale.
Nelle campagne di sensibilizzazione cerchiamo di stimola-
re fattori protettivi quali la capacità critica, di pensare con
la propria testa, di non appiattirsi sugli altri. Ritengo che
tutte le dipendenze - oltre al cibo, pensiamo alle droghe,
a internet e anche al bullismo - abbiano la stessa matrice,
che va ricercata nella dimensione culturale e nelle fragilità
del singolo. ?
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