Numero 3 del 2008
Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008
Testi pagina 18
“Im m a g i n a t eventi o trenta
famiglie, ognuna
con il proprio ap-
partamento, ma che insieme condivido-
no alcuni spazi come la cucina, la sala
da pranzo, il giardino, un'area giochi
per bambini, la lavanderia, una sala
per la musica, un laboratorio per il fai-
da-te, alcune stanze per gli ospiti… Im-
maginate di tornare dal lavoro e, nel
percorso dalla fermata dell'autobus a
casa, fermarvi a giocare con i bambini
del vicinato che sono stati assieme e al
sicuro per tutto il pomeriggio.
Oppure, se non amate particolar-
mente i bambini o siete stanchi, imma-
ginate di rilassarvi in famiglia, prima
della cena. Né voi, né tanto meno il vo-
stro partner questa sera dovrete cucina-
re. Il vostro turno è solo fra due setti-
mane. Questa sera potete godervi il tem-
po libero prima che il pasto comune
venga servito. Dopo cena potrete far
musica con gli amici, guardare un film
o chiacchierare con i vicini sorseggian-
do una tisana o un bicchiere di vino.
Può anche capitare di non avere voglia
di incontrare gente e rimanere in casa. Il
cohousing va bene anche in questo ca-
so: quando ne sentite il bisogno, ognuno
ha il proprio spazio privato, dove rinta-
narsi.
Queste che abbiamo descritto non so-
no fantasie, ma alcune delle possibilità
offerte dalla vita in cohousing, termine
anglosassone che si potrebbe tradurre
con 'coabitazione', che sta a indicare
una particolare forma di vicinato, in cui
alloggi privati e servizi in comune ven-
gono combinati in modo da salvaguar-
dare la privacy di ognuno e allo stesso
tempo il bisogno di socialità, offrendo
una risposta efficiente ad alcune que-
stioni pratiche del vivere in città come il
mangiare, la gestione dei bambini, ecc."
Queste parole sono tratte dall'intro-
duzione del libro curato da Matthieu
Lietaert "Cohousing e condomini solida-
marzo 2008 noidonne18
Nuove forme di vicinato
Co-housing
Elena Ribet
Sportelli rosa in Ambasciata
Un servizio di accoglienza ed orientamento presso i con-
solati del Perù, dell'Equador, della Colombia e dell'Argenti-
na, per essere vicini alla donna migrante che, nella sede di-
plomatica del proprio Paese, sente di essere in un ambien-
te familiare ed è quindi portata a raccontare in maniera na-
turale il proprio vissuto, le aspettative e le problematiche
del vivere quotidiano. L'iniziativa, gestita dall'associazione
Telefono Rosa e finanziata dalla Commissione delle Elette
del Comune di Roma, è partita nel 2003 con l'apertura del
primo Sportello Rosa presso il consolato peruviano ed è
proseguita nel 2005 con l'attivazione di altri punti di ascol-
to, dove le volontarie dell'Associazione si recano settima-
nalmente, in tempi ed orari stabiliti, per dare gratuitamen-
te sostegno e risposte alle donne immigrate. Il
fenomeno dell'immigrazione femminile infatti,
che negli ultimi anni si è incrementato, richiede
un'attenzione e sostegno particolare; l'integra-
zione e l'acquisizione dei diritti fondamentali
come l'accesso alla salute, all'istruzione e ai di-
ritti di cittadinanza sono spessi messi in peri-
colo dalla situazione in cui la donna si trova a
vivere, dall'incomprensione delle nostre leggi e
del loro iter burocratico, dalla scarsa conoscen-
za della nostra lingua. Vari sono i casi che le vo-
lontarie si sono trovate ad affrontare con ri-
chieste che hanno riguardato problematiche re-
lative alla famiglia (separazione tra i coniugi,
mantenimento, affido dei minori, minacce e
violenza), lavoro (contratto, malattia, domande
di pensione), permessi di soggiorno (decreto
flussi, carta di soggiorno, ricongiungimenti fa-
miliari), violenza psicologica e fisica. In questo
ultimo caso Telefono Rosa mette a disposizione un servi-
zio di psicologhe e avvocate iscritte al gratuito patrocinio
che seguono la donna nel lungo e complicato viaggio di ri-
costruzione della propria vita.
Adriana Spera, presidente della Commissione delle Elette
del Comune di Roma, felice del successo dell'iniziativa, ha
ribadito la necessità di un provvedimento istituzionale a li-
vello nazionale e dello stanziamento di risorse strutturali,
per rendere fisso presso tutte le ambasciate questo servi-
zio. Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Tele-
fono Rosa, che il 7 marzo compie venti anni di attività, ha
ricordato che l'integrazione è direttamente correlata agli
aspetti sociali, culturali e familiari e che la conoscenza re-
ciproca e la capacità di dialogo possono aiutare le donne a
superare i momenti di difficoltà. (N.A.)