Numero 2 del 2008
Politiche scomode
Testi pagina 18
La domanda nasce dalla constatazio-ne che, pur a fronte di risultati scola-
stici migliori, permangono per le donne
difficoltà di carriera all'interno dei set-
tori sia pubblico sia privato.
Per il 37% delle risposte giunte, nel
lavoro non conta tanto quello che sai
fare ma chi conosci; e per chi sosterrà
la tua candidatura, i tuoi avanzamenti
rappresentano un riconoscimento del
proprio potere esercitato nell'organizza-
zione.
Per il 23%, un ottimo curriculum è
spesso solo fonte di frustrazione, men-
tre per il 21% - se vuoi progredire nel la-
voro - un ottimo curriculum dovrà ne-
cessariamente essere accompagnato
da atteggiamenti maschili.
Per il 9% il curriculum di qualità può
esser un ottimo lasciapassare per fare
carriera, mentre per il 10% questa affer-
mazione è valida solo nel settore pri-
vato.
Cosa consigliare dunque ad una fi-
glia che voglia farsi largo nel mondo del
lavoro? Le risposte sono molto influen-
zate da età ed esperienze. Da un lato
chi suggerisce di puntare sempre più sul-
la propria preparazione e sull'onestà del
proprio operato: "competenze, soprat-
tutto per se", "aggiornamento continuo",
"lealtà verso colleghe/i e l'organizzazio-
ne", "il rispetto degli impegni presi",
"una maggiore dedizione rispetto agli
uomini", "avere una forte autostima"
"affiancarsi ad un modello di riferimen-
to professionale". In sintesi, per dirla co-
me una nostra lettrice "comunque la
cultura e la preparazione sono indi-
spensabili, soprattutto per se stesse. Poi
cercherei di farla stare il più possibile
con i piedi per terra".
Dall'altro chi privilegia l'importanza
dell'aspetto relazionale: "capacità di
contrattare e buone relazioni pubbliche
(lobby)", "molta diplomazia e furbizia
senza svendersi mai", "non imitare gli
uomini, cerca un tuo autonomo modo
di essere", in fondo occorre "essere un po'
psicologa".
C'è poi chi suggerisce strategie più
aggressive e forme di resistenza a fronte
di un mondo del lavoro complesso:
"stringi i denti", "sii competitiva", "deter-
minazione e un po' di sano
egoismo…qualcosa si perde sempre …
chiedetelo a figli/e di donne che hanno
fatto carriera..", "conta chi conosci (ca-
sato, lobby e logge), la grinta e la fortu-
na", "cerca raccomandazioni…avvici-
nati ai politici", "distruggi ciò che può
distruggere, gli altri faranno così con
te". Perché la vita è più dura ed i pro-
blemi di conciliazione si incontreranno.
"Ora è difficile, anche nel privato…il
curriculum spesso è fonte di frustrazio-
ne perché si finisce per essere sfruttati
da persone mediocri che riescono a fare
carriera alle tue spalle" per cui: "non
mollare mai, … fai scivolare le negati-
vità … non prendertela troppo", "sii in-
differente agli attacchi esterni".
Ma quali sono le caratteristiche più
apprezzate nelle organizzazioni? La
maggior parte delle risposte valorizzano
quelle competenze più volte menzionate
per le donne negli studi internazionali.
Essenzialmente legate alle competenze,
alla flessibilità, alla capacità comuni-
cativa e di soluzione dei problemi (vedi
box). C'è anche chi ha risposto in nega-
tivo, ovvero individuando quelle che - a
partire dalla propria esperienza di vita
e lavoro - sono percepite come "ricerca-
te" dalle im-
prese. Questo
elenco non
appare così
incongruente
con la mag-
gior parte
delle motiva-
zioni delle
donne che
denunciano
di essere sta-
te oggetto di
discrimina-
zione.
Le carat-
t e r i s t i c h e
vincenti di
quelle che ce
l'hanno fatta
sono indica-
te come un insieme di fattori: determi-
nazione.. capacità.. tenacia.. furbi-
zia..occasioni giuste…assenza di cari-
chi familiari…egoismo….sex ap-
peal…estrazione sociale .. fortuna…co-
noscenze giuste e raccomandazioni".
Anna Gatti, consigliere indipendente
di una multinazionale, in un'intervista
al Corriere della sera dello scorso gen-
naio affermava di non avere mai subito
discriminazioni, grazie alla sua carriera
all'estero dove esiste una radicata cul-
tura del merito e della diversità. "Chi la-
vora nelle multinazionali, uomo o don-
na che sia, la 'diversità ' sa bene cos'è.
Nelle aziende di matrice anglosassone ..
esiste un 'diversity manager' che ha il
compito di verificare che le diversità (di
sesso, di religione, ma anche geografi-
che) non solo siano rispettate, ma anche
valorizzate a fini sociali e di business".
In attesa che la cultura del lavoro
acquisisca una migliore capacità di va-
lorizzazione delle risorse umane, acco-
gliamo con piacere una "ricetta" giunta
da una lettrice. "La caratteristica vin-
cente è un mix tra una giusta dose di
ambizione, perseveranza e capacità di
non scoraggiarsi di fronte alle avversità,
una forte autostima e una giusta dose di
umiltà (per evitare di sentirsi "wonder
woman"). Noi donne dobbiamo sempre
stare attente a non diventare antipati-
che, non essere superbe accecate da de-
lirio di onnipotenza. Però se gli uomini
non sono umili non se ne
accorge nessuno!"
Rosa M. Amorevole
Sondaggio di gennaio
Un alto livello di competenze
garantisce la riuscita nel lavoro?
febbraio 2008 noidonne18
CARATTERISTISCHE PIU' APPREZZATE
NELLE DONNE
ALL'INTERNO DELLE ORGANIZZAZIONI
Serietà
Professionalità
Precisione
Senso pratico
Efficienza
Correttezza
Affidabilità
Responsabilità
Flessibilità
Adattabilità
Problem solving
Saper lavorare in staff
Capacità di mediazione
Comunicativa
Capacità organizzative
Capacità di ascolto
CARATTERISTISCHE PIU' APPREZZATE
NELLE DONNE
ALL'INTERNO DELLE ORGANIZZAZIONI
Intelligenza moderata
Aspetto fisico
Disponibilità totale di tempo
Devozione al capo
Nessun pensiero originale
Nessun legame familiare
Non assentarsi per maternità
Nessuna debolezza
Parentele o vicinanze politiche
"Il più possibile simile ad un uomo,
perché il mondo del lavoro -soprattutto
nel privato- è maschile"
"Nel pubblico è decisiva
l'appartenenza politica"
"Essere duttili, malleabili,
allineate, schierate"