Numero 10 del 2009
RU 486: la pillola ideologica
Testi pagina 18
Il nostro sguardo al fenomeno dellaprostituzione è molto ristretto: si limi-
ta a quel che vediamo in particolari zo-
ne delle nostre città. I dati che emergo-
no dalle fonti ufficiali ci permette dun-
que di mettere insieme quello che vedia-
mo a quello che non ci è capitato di in-
contrare. Il Dipartimento per le Pari Op-
portunità afferma che in Italia sono
9.000.000 di clienti, che frequentano
70.000 prostitute - prevalentemente per
strada - con un giro di affari pari a
90.000.000 di euro al mese.
In un seminario tenutosi lo scorso
anno, il Gruppo Abele sosteneva che "i
marciapiedi sono gestiti dalla criminali-
tà organizzata" e 30 sarebbero le nazio-
nalità diverse coinvolte nel traffico di
esseri umani. Le donne sono prevalente-
mente straniere, in maggioranza nige-
riane (50-60%), poi quelle
che provengono dall'est eu-
ropeo, soprattutto dalla Ro-
mania (20%). Dopo alcuni
anni di regresso nelle presen-
ze delle albanesi, pare che
ora siano in aumento.
Nel 60-70% dei casi sono
donne con meno di 25 anni.
Secondo l'Organizzazione
Internazionale Migranti, tra
il 2000 e il 2006, si sono sti-
mate 16-26.000 persone vit-
time di tratta, che diventano
50.000 se consideriamo an-
che coloro che sono transita-
te/i dal nostro Paese.
Un fenomeno dunque complesso, che
difficilmente potrà registrare una reazio-
ne univoca a qualsivoglia sondaggio.
Per il 43,8% occorrerebbe aiutare "gli
uomini a capire le ragioni per cui scel-
gono il sesso a pagamento", anche se
questa opzione molto spesso è stata cor-
relata con giudizi molto negativi sui
clienti e da suggerimenti per specifici in-
terventi di legge atti a tutelare da un la-
to (quello della donna) e punire dall'al-
tro (cliente e sfruttatore).
Se un 20,5% non vuole né prostitu-
zione di Stato né ritorno alle case chiu-
se, il 16,4% vorrebbe che così fosse. Un
altro 16,4% ritiene che occorra interve-
nire sui clienti, in modo da liberare le
strade da questo fenomeno.
I commenti, pur con sfumature diver-
se, nella descrizione del cliente fanno ri-
ferimenti specifici a uomini incapaci di
amare, di avere relazioni paritarie, con
molte difficoltà relazionali. Le donne so-
no prevalentemente descritte come vitti-
me di tratta e di sfruttamento, fuori da
ogni diritto umano. Il
mestiere di prostituta,
afferma una lettrice,
"solo per il 3% viene
scelto. In tutti gli altri
casi esiste sfruttamen-
to." Il tema del potere ri-
torna in molte delle ri-
sposte, legato al tema
della sopraffazione del
maschio sulla femmina.
Tristezza è il termine
più citato nel primo ap-
profondimento. Il corpo e il sesso sono
diventati merce, o forse lo sono sempre
stati. C'è chi afferma che siano "la mer-
ce del potere", ed il mercato ingloba tut-
to. Una legge che voglia contrastare
questi fenomeni, dovrebbe proteggere in-
nanzitutto chi vuole uscirne e punire chi
sfrutta o si macchia di reato di tratta. In
modo diverso le risposte si sono focaliz-
zate su tre punti precisi: la punizione
degli sfruttatori e di chi esercita ogni
forma di tratta, l'educazione all'affetti-
vità, il decoro delle città e le tasse. In
particolare c'è chi fa riferimento anche a
normative vigenti in altri stati europei,
come quelle tedesche, che potrebbero re-
golamentare chi opera come sexworker
in modo appropriato e rispettoso.
Un terzo delle persone che hanno ri-
sposto suggeriscono di tassare questi
guadagni, così come tutti gli altri reddi-
ti da lavoro.
Leggendo le risposte ho ripensato ad
una vecchia intervista presentata in un
talk show televisivo: il caso - divenuto
nazionale - prendeva l'avvio dal tentati-
vo di una sexworker che, intendendo
compiere il civile gesto del pagamento
delle tasse, intendeva rilasciare una ri-
cevuta fiscale ogni prestazione effettua-
ta. Inutile dire che gli esperti intervista-
ti non sono stati in grado di fornire ri-
sposte a chi le aveva poste.
Prostituzione, morale, moralismi:
che fare? Rosa M. Amorevole
ottobre 2009 noidonne18
Sondaggio di settembre
Fonte: Dipartimento Pari Opportunità