Numero 4 del 2010
Svelate
Testi pagina 18
Scrive Nilufer Gole che "a differenza dialtri periodi, quando il rapporto tra
l'islam e l'Europa era retto, come nel ca-
so del colonialismo, dalla distanza geo-
grafica, ma anche da temporalità diffe-
renti (gli uni erano "avanti" rispetto agli
altri), la nostra epoca testimonia la si-
multaneità e la prossimità delle espe-
rienze. Eppure, questa esperienza è vis-
suta, da entrambe le parti, in una ma-
niera tanto disturbante quanto acce-
cante, che rende la contemporaneità dif-
ficile,se non insopportabile. Perché la
contemporaneità non è una semplice
esperienza cronologica del tempo pre-
sente, ma un'esperienza di riconosci-
mento". Diverse ricerche sull'islam in Eu-
ropa mettono in luce, da una parte, la
complessità del fenomeno e, dall'altra,
la ancora scarsa disponibilità dell'Euro-
pa ad accogliere questa nuova compo-
nente europea come una tra tante di un
processo in movimento. "Spesso prevale
una costruzione ideologica di contrap-
posizione tra l'islam da una parte, l'Eu-
ropa dall'altra. L'islam europeo, invece,
è Europa; l'islam rappresenta uno dei
soggetti che rendono complessa la socie-
tà europea postcoloniale. E l'islam euro-
peo, ugualmente, rappresenta una novi-
tà per l'islam tradizionale: è minorita-
rio, è disomogeneo sul piano etnico e,
sempre di più, richiede un'adesione indi-
viduale. Non coincide più con un'ap-
partenenza data per scontata, con un
destino per nascita", scrive Renate Sie-
bert in un suo saggio. Parlare di "velo",
o meglio di "veli" visto che ne esistono di
varie tipologie, a seconda delle aree
geografiche dell'islam, non appare dun-
que semplice. Questo accessorio di fatto
limita le azioni del vedere, ed in occi-
dente qualsiasi tipo di velo assume un
significato negativo. Indubbiamente
rappresenta qualcosa di sconosciuto: il
10% delle risposte fa riferi-
mento al fatto che "comu-
nichiamo troppo poco con
le donne islamiche". Per il
21% rappresenta "un sim-
bolo di oppressione" e il
10% afferma che non si
possa "accettare il relativi-
smo culturale". Ed i com-
menti che sono stati regi-
strati nelle risposte aperte
consolidano queste posi-
zioni, tutti incentrati sul tema della re-
pressione delle donne velate da parte
del potere maschile e sulla considera-
zione di quanto scarsa sia la conoscen-
za di questo mondo lontano ma ormai
vicino. Forse, si suggerisce, occorrerebbe
"rafforzare i rapporti tra donne occiden-
tali e donne islamiche, per capirle me-
glio". In effetti più che di rapporti tra
culture, oggi ci confrontiamo con la
convivenza e la mescolanza di indivi-
dui e di gruppi che esprimono differen-
ze. Sempre di più l'interculturalità rap-
presenta una sfida sia per le istituzioni
sia per le capacità civili di ogni indivi-
duo, azione che contiene in sé - indub-
biamente complessità - anche grandi
potenzialità. Gli studi che sono stati ef-
fettuati nei diversi paesi ci indicano co-
me non sia possibile analizzare il pro-
blema solo da un'unica prospettiva ed
anche questo nostro sondaggio ci sugge-
risce che il tema dovrà essere ancora ap-
profondito per capire meglio un fenome-
no vicino, ma ancora così lontano nella
nostra percezione.
Velo, veli…obblighi e
libere scelte... Rosa M. Amorevole
Sondaggio di marzo
aprile 2010 noidonne18
In Africa la colonizzazione si poneva l'o-
biettivo di civilizzare gli usi locali modifi-
cando il diritto autoctono. Nei territori
musulmani il tentativo è stato quello di
scindere la sfera pubblica da quella privata,
circoscrivendo la religione a quest'ultima.
L'atteggiamento della Francia nei confronti
degli immigrati è stato quello di non rico-
noscere le peculiarità culturali. Nel 1990 lo
Haut Conseil à l'Integration scriveva: "La
concezione francese dell'integrazione deve
obbedire ad una logica di uguaglianza e non
di minoranze". Il diritto francese non preve-
de trattamenti particolari in virtù di una
appartenenza culturale: applica sempre il
diritto comune
FRANCIA - GRAN BRETAGNA: DUE MODELLI A CONFRONTO
I presupposti si rintracciano già nelle loro politiche coloniali.
Nessuno dei due, tuttavia, è riuscito a superare l'emarginazione degli immigrati.
La politica attuale è legata alle scelte effettua-
te nella fase di colonizzazione. Si è preferito
non intervenire nel diritto e negli usi locali
imponendo solo alcune regole, principalmente
per quel che riguardava i rapporti commerciali.
Hanno favorito il costituirsi di comunità etni-
che al fine di individuare interlocutori politici
affidabili che svolgessero anche funzione di
controllo dalla popolazione. Le politiche in
Gran Bretagna, ricalcando questa impostazio-
ne, hanno permesso il mantenimento delle
tradizioni e delle specificità culturali ed etni-
che. Per il modello inglese l'appartenenza ad
un gruppo può costituire il presupposto per
un trattamento giuridico differenziato, san-
cendo una deroga al diritto comune
Francia Gran Bretagna