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Numero 12 del 2011

Illuminata umanità


Foto: Illuminata umanità
PAGINA 18

Testi pagina 18

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VERSO UNA a a ,





NEL RISPETTO DELL'UMANITÀ
IN NOI E NEGLI ALTRI.
INTERVISTAA

ROBERTA DE MONTICELLI

La questionיִ
morale

KjיִtllOC/JrlI/LIEÎiI/w

I periodo che attraversiamo è molto difficile non solo sul pia-
no politico e economico. Noi italiani/e siamo alle prese con una
crisi profonda che coinvolge anche le relazioni personali, il no-
stro vivere e sentirci parte di un tutto. Negli ultimi decenni è
prevalso l'individualismo e l'egoismo, ci siamo arresi al pri-
mato dell'avere sull'essere. Però ora vacilla l'idea che quel-
Io stile di vita sia l'unico possibile e vincente e siamo alla ricerca -
o riscoperta - di valori. Con la Professoressa Roberta De Monticelli,
docente di Filosofia della persona all’Università Vita-Salute San Raf-
faele di Milano, abbiamo parlato di solidarietà e relazioni umane.

“Ne La questione morale (Cortina 2010) ho citato alcuni passi dal Di-
scorso sui costumi presenti degli italiani di Leopardi (1824), dove par-
la di una specie di accidia da mancanza di prospettive e di futuro:
Or la vita degl’italiani è appunto tale, senza prospettiva di mi-
glior sorte futura, senza occupazione, senza scopo, e ristretta al
solo presente’.
I| disincanto, “il disprezzo e l'intimo sentimento della vanità della
vita", che a questo e ad altre peculiarità nazionali conseguono, sono
disastrose per i “costumi".
Nasce da quelle disposizioni la indijj’erenza profonda, radicata
ed eיִicacissima verso se stessi e verso gli altri, che è la maggior
peste de’ costumi, de’ caratteri, e della morale.’
Per dirla più chiaramente, da questa disperazione e da questa in-
differenza viene “la disposizione più ragionevole":
quella di un pieno e continuo cinismo d ’animo, di pensiero, di ca-
rattere, di costumi, d’opinione, di parole e d ’azioni... [dove] il più
savio partito è quello di ridere indistintamente d’ogni cosa e di
ognuno, incominciando da se medesimo.
E così
Gl’italiani ridono della vita: ne ridono assai di più, e con più ve-
rità e persuasione intima di disprezzo e di freddezza che non fa
niun’altra nazione... Le classi superiori d’Italia sono le più cini-
che di tutte le loro pari nelle altre nazioni. Ilpopolaccio italiano
è il più cinico de’ popolacci.
Leopardi non ci risparmia un solo dettaglio di tutte le cose che co-
nosciamo bene - dal massacro reciproco che in ogni ambiente si
consuma attraverso la denigrazione e derisione del prossimo, al de-
stino che subisce chi per avventura è sensibile alle punture (gli al-
tri “più s'infervorano a pungerlo e annichilarlo"), alla disistima di
se stessi che a lungo andare questo gioco produce, insieme all'in-
differenza per Ia propria reputazione, con le sue perniciose con-
seguenze morali, perché
Un uomo senza amor proprio, al contrario di quel che volgarmente
si dice, è impossibile che sia giusto, onesto e virtuoso di caratte-
re, d'inclinazioni, costumi e pensieri, se non d ’azioniî.
Questo è un punto importante. Bisognerebbe tenerlo presente quan-
do si parla di individualismo. Con questa parola si intende di soli-
to l’atteggiamento dell'egoista, senza altri interessi che il proprio.
Ma questo è precisamente, nella maggior parte dei casi, ‘l'indivi-
duo senza amor proprio': incapace di rispettare l'umanità in se stes-
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