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Numero 3 del 2009

Una festa nella crisi: lotta marzo


Foto: Una festa nella crisi: lotta marzo
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Testi pagina 17

re fondamentali sono gli eroi, i guerrieri
e poi i re. Invece delle archeologhe, in
primis Marija Gimbutas, hanno avuto
l'intuizione di andare a studiare le so-
cietà del neolitico nella quale i reperti
archeologici ci dicono che è esistita una
società matrilineare e matrifocale nella
quale il ruolo delle donne non era anco-
ra quello imposto dal sistema patriarca-
le. Si tratta di società fondate sul prin-
cipio della solidarietà, della nonviolen-
za in cui non esistevano la gerarchia,
l'autorità, il principio dell'accumulazio-
ne e si rispettavano le risorse. Il mio im-
maginario mi porta a credere che, se
questo è stato, se l'umanità è stata in
grado di vivere senza l'aggressività, è
ancora possibile trovare una giusta di-
stanza dalla guerra e dalle violenze de-
gli uomini su altri uomini e su tutte le
donne. Riane Eisler, un'antropologa, sto-
rica e saggista statunitense, ha coniato
il termine gilania che nasce dal legame
delle parole donna (guné) e uomo
(anér): si tratta di una società evoluta,
non più matriarcale e non ancora pa-
triarcale, organizzata in un sistema non
gerarchico e che era in grado di svilup-
pare delle tecnologie al servizio degli in-
dividui senza conoscere le armi.
Sapere che questo, nel passato dell'u-
manità, è stata la realtà di vita quoti-
diana mi porta ancora più fortemente a
credere che c'è bisogno della consapevo-
lezza degli individui di farsi carico di
questa necessaria e straordinaria tra-
sformazione altrimenti per il genere
umano si prospetta solo l'imposizione e
la persona sarà completamente schiac-
ciata dai consumi. La crisi diventa quin-
di solo una interruzione della ossessione
del consumare illimitato e di conseguen-
za una occasione preziosa (di portata
storica, direi, vista la necessità urgente
di salvare il pianeta dall'uso smisurato
delle risorse naturali) per reintrodurre
una visione al femminile nei tanti mo-
delli di evoluzione pacifica (non di ri-
presa dello sviluppo che macina la na-
tura invece di osservarla e goderla) che
dobbiamo, come genere umano, ricreare
e reintrodurre al posto della 'megamac-
china', se vogliamo salvare quel che re-
sta dell'unico pianeta che abbiamo a
disposizione. Come dice Serge Latouche,
'Sarà per amore o non sarà'."
Contatti: degadan@hotmail.com
noidonne marzo 2009 17
conversazione tra crisi, decrescita e pensiero femminile
con Daniela Degan, Rete Lilliput-Nodo di Roma
e promotrice del Laboratorio Itinerante per la decrescita
Ecofemminismi
È stata una militante femminista francese a coniare il termine 'ecofemminismo' nel
suo libro 'Le féminisme ou la mort': Françoise d'Eaubonne, la cui vita intrecciò, tra le
altre, quelle di Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre.
Vi sono molte teorie riconducibili al termine 'ecofemminismo', in tutto il mondo, già
da più di quarant'anni. Con le opportune distinzioni, in generale esse auspicano una
nuova etica: solidarietà, coscienza universale, economia sostenibile, energie alterna-
tive, modelli di vita ecocompatibili in cui le relazioni prevalgano sulle gerarchie di
potere razzista, sessista, classista e antropocentrico.
Tra le 'ecofemministe' ci sono economiste, filosofe della scienza, ecologiste newage,
storiche, teologhe, attiviste vegetariane e ambientaliste, politiche, scrittrici, poetes-
se, sociologhe. Ad esempio Ariel Salleh, australiana, teorica del lavoro meta-indu-
striale e del capitalismo come globalizzazione del patriarcato. Petra Karin Kelly, fon-
datrice del partito Verde tedesco, uccisa nel 1992 forse dal partner. Tra le italiane,
ricordiamo Mariarosa Dalla Costa, Elisabetta Donini, Carla Ravaioli. Diamo loro la
parola.
"Esiste un rapporto tra dominio della natura e dominio della donna. Da un punto di
vista economico la connessione si riferisce allo sfruttamento di donne e natura co-
me risorse naturali a costo zero. Da un punto di vista politico possiamo pensare a
istituti come la scienza e la tecnologia con i loro forti pregiudizi androcentrici con-
tro donne e natura".
Barbara Holland-Cunz (Germania) ["Capitalismo Natura Socialismo" anno terzo n. 1 marzo 1993]
"Quantità e violenza sono le due categorie determinanti, sul piano simbolico come
su quello operativo, di questa realtà, che molti ormai sentono necessario e urgente
cambiare".
Carla Ravaioli (Italia) [Ambiente e pace una sola rivoluzione - Disarmare l'Europa per salvare il futuro, 21 aprile 2008]
"La Madre Terra era centrale per la cosmologia organica, che è stata minata dalla Ri-
voluzione Scientifica e dall'ascesa di una cultura orientata al mercato".
Carolyn Merchant (Stati Uniti) [The Death of Nature, 1980].
"Uomo/donna, naturale/artificiale, corpo/mente, sono dualismi concettuali basati sul
predominio di un elemento sull'altro. Nella tradizione occidentale sono esistiti per-
sistenti dualismi e sono stati tutti funzionali alle logiche e alle pratiche del dominio
sulle donne, sulla gente di colore, sulla natura, sui lavoratori, sugli animali: dal do-
minio cioè di chiunque fosse costruito come altro col compito di rispecchiare il sé".
Donna Haraway (Stati Uniti) autrice del Manifesto Cyborg.
"Mentre la scienza è venuta a significare oggettività, ragione, freddezza, potere, la
femminilità ha assunto il significato di tutto ciò che non appartiene alla scienza:
soggettività, sentimento, passione..".
Evelyn Fox Keller (di famiglia russa di origini ebraiche, è nata negli Stati Uniti).
"Si dovrà allargare l'orizzonte del materialismo storico fino a spiegare rapporti diver-
si da quelli economici […] le donne attraversano e riattraversano la cosiddetta sfe-
ra del pubblico e del privato; i confini della loro vita sono controllati dalla violenza
maschile".
Mary Mellor (Gran Bretagna) ["Capitalismo Natura Socialismo" op.cit.]
"Senza la distruzione della ricca industria tessile dell'India, senza il controllo del
commercio di spezie, senza il genocidio delle tribù native americane, senza la schia-
vitù africana, la rivoluzione industriale non avrebbe dato gli stessi risultati di be-
nessere per l'Europa ed il Nord America".
Vandana Shiva (India) [Ode Magazine, 28 novembre 2005]
Elena Ribet
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