Numero 10 del 2015
Madri
Testi pagina 17
15Ottobre 2015
VOGLIO UN FIGLIO.
FORSE
di Tiziana Bartolini
MADRI | 1
UNA SOCIETÀ FAMILISTICA MA OSTILE AI BAMBINI, CHE LASCIA SOLE LE DONNE DI FRONTE
ALLE RESPONSABILITÀ DELLA MATERNITÀ. TIZIANA VALPIANA, PRESIDENTE DE IL MELOGRANO,
PARLA DELLE FRAGILITÀ E DEI BISOGNI DELLE MAMME DI OGGI
“Trenta anni fa venivano da noi donne consapevoli dei propri bisogni e del loro corpo, spesso erano politicizzate o femministe, e avevano scelto di cer-
care un’alternativa sulle modalità con cui vivere il parto e la
maternità. Pian piano la platea si è allargata e hanno comin-
ciato a venire donne diverse tra loro per cultura e provenienza
sociale. Questo ha reso il nostro lavoro più diffi cile, abbiamo
anche dovuto riprendere temi e con-
cetti che pensavamo scontati e lo ab-
biamo ritenuto un fatto positivo”.
E adesso? “Adesso arrivano da noi
molti tipi di donna, di età e esperienze
anche molto diverse, quindi è diffi cile
parlare in generale, ma posso dire
che sono accomunate dal bisogno di
essere considerate persone piene e
uniche, rispettate e accolte per ciò
che sono. Senza giudizio. Inoltre al-
cune sono molto sole, non hanno cer-
chie di amiche, spesso non hanno un
lavoro e quindi neppure colleghe con
le quali parlare. Sono magari attivissi-
me sui social, ma l’unico loro riferi-
mento in carne ed ossa durante la
gravidanza è il compagno, il padre
del bimbo che nascerà, che però non
può dare loro il tipo di supporto ne-
cessario ad una donna che diventerà mamma”. La sintesi di
Tiziana Valpiana, fondatrice e Presidente onoraria dell’Asso-
ciazione nazionale ‘Il Melograno’, è illuminante e al tempo
stesso sconfortante se ci si vuole addentrare nella complessa
dimensione della maternità rifi utando la retorica familistica e
l’aridità delle statistiche. Perché se è vero che la scarsità dei
servizi sociali è obiettivamente e concretamente un ostacolo
per le donne nella decisione di mettere al mondo un/a fi glio/a,
molti altri sono i fattori che concorrono. Quindi l’attesa del mo-
mento giusto, che arriverà (o dovrebbe arrivare) con un lavoro
stabile, l’acquisto della casa, insomma l’uscita dalla precarietà
che contrassegna la vita odierna in senso ampio. Se ne parla
continuamente e sappiamo tutto. O forse no, forse c’è altro che
va preso in considerazione, forse occorre esaminare aspetti
che determinano la scelta - o la non
scelta - di diventare madre. Partiamo
dalla solitudine e riprendiamo il fi lo
del ragionamento di Valpiana. “Oggi
nei nostri Centri le donne arrivano non
tanto sulla spinta di una consapevo-
lezza, ma anche di una solitudine,
alla ricerca di ambiti di scambio e di
condivisione tra donne riguardo l’e-
sperienza della maternità, nei suoi
aspetti emotivi e psicologici ma an-
che concreti, legati alla cura e all’ac-
cudimento. E la solitudine acuisce il
senso di inadeguatezza e di spaesa-
mento. Non hanno altri luoghi in cui
potersi confrontare e da noi trovano
una risposta alle loro preoccupazioni,
trovano persone che le rassicurano e
che le informano. Naturalmente ci
sono anche donne
consapevoli, ma non sono la maggioran-
za. I tempi sono mutati e dallo spazio
collettivo si è tornati a un orizzonte
privato, al cui centro c’è ancora
quell’istituzione malridotta ma ine-
ludibile: la famiglia. E di familismo
è intrisa la nostra società”. Sulla
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