Numero 6 del 2015
Cibo ribelle - Speciale donne arabe
Testi pagina 17
15Giugno 2015
Il Progetto Obiettivo Materno Infantile, varato nel 2000 (DM 24 aprile), ma anticipato nelle linee essenziali da risoluzioni di commissioni ministeriali approvate alla fine degli anni Ottanta
(con conseguente stanziamento di 25 miliardi per il potenzia-
mento dei consultori nel Sud) e a metà degli anni Novanta (con
conseguente legge 34/96: un consultorio ogni 20mila abitanti
e 200 miliardi per il potenziamento del consultori in tutta Italia).
Tuttavia il POMI è indigeribile per molti operatori, dirigenti, am-
ministratori e politici. Indica obiettivi di salute da perseguire, le
azioni da compiere per la promozione della salute, da effettuare
con strategie operative a cui sono associati gli indicatori di pro-
cesso, risultato ed esito con cui valutare se la strada per rag-
giungere gli obiettivi di salute è quella giusta e se gli obiettivi di
salute vengono raggiunti. La promozione di salute viene intesa
secondo l’indicazione della Carta di Ottawa del 1986, atta a far
emergere, valorizzare, promuovere e sostenere le competen-
ze delle persone e delle comunità nel controllo autonomo del
proprio stato di salute. I programmi strategici sono il percorso
nascita, con l’offerta attiva dei corsi di accompagnamento alla
nascita prioritariamente a tutte le primipare e delle visite in puer-
perio a tutte le donne che hanno partorito utilizzando la persi-
stenza dell’allattamento al seno come potente e complessivo
indicatore di esito; l’educazione sessuale delle/gli adolescenti
con l’offerta attiva di corsi a tutte le classi delle scuole medie,
con la verifica dei cambiamenti delle conoscenze, delle attitudi-
ni e dei comportamenti e, nel tempo, con la riduzione di gravi-
danze indesiderate e conseguente ricorso all’aborto; la preven-
zione del tumore del collo dell’utero con l’offerta attiva del Pap
test da effettuare ogni 3 anni a tutte le donne di età compresa
tra 25 e 64 anni. Non è difficile immaginare quali programmi
satellite è possibile sviluppare con le suddette popolazioni “ber-
saglio”, quanti bisogni insoddisfatti di salute (intesa in senso
globale) possono essere fatti emergere in fase prodromica per
essere presi in carico, compresa l’evenienza della violenza con-
tro le donne e l’omofobia, se le attività previste dalle strategie
operative dei progetti strategici vengono svolte efficacemente
nella prospettiva della promozione della salute, cogliendo tutte
le sinergie e sfruttando le integrazioni. In tale prospettiva viene
delineato un organico, con una funzione pivotale dell’ostetrica,
con definito orario di lavoro adeguato a svolgere tutte le attività
previste dalle strategie operative e quelle da svolgere con chi si
presenta spontaneamente in un bacino di riferimento di 20mila
abitanti. Qualcuno mi deve venire a dire quale di tali programmi
non sia attuale. I consultori familiari della legge 405/75 e deline-
ati secondo il POMI sono i servizi pilastri di una sanità pubblica
sostenibile del 21esimo secolo.
Le strategie operative
per i consuLtori famiLiari
che riusciamo a praticare e diffondere. E a far incontrare. È
con questo intento che lo scorso 8 marzo è partita dal Kur-
distan turco la Carovana femminista, progetto itinerante
nato in seno al gruppo attivo dal 1998 conosciuto come
la Marcia Mondiale delle donne, una rete internazionale
femminista di oltre 6.000 associazioni presenti in più di 150
paesi. Come è nato il progetto ce lo ha raccontato Vania
Martins, portoghese residente a Oxford, che ha seguito
la Carovana durante l’evento di lancio e per le successive
due settimane in Turchia e Grecia. “Nell’ultimo incontro in-
ternazionale, che si è tenuto a San Paolo in Brasile nell’a-
gosto 2013, le delegate della Marcia mondiale decisero
che le iniziative sarebbero state diverse nei vari continenti,
per poter dare maggiore forza alle singole azioni sui ter-
ritori. Fu deciso di organizzare delle Carovane, una per
continente, ed è così che abbiamo iniziato a immagina-
re quella che avrebbe girato l’Europa”. Le attiviste hanno
deciso di finanziare il progetto attraverso la rete con una
campagna di crowfunding che in poco tempo ha raggiun-
to e superato la somma richiesta per le spese di viaggio,
che toccherà tutti i paesi dell’Europa dell’est e dell’ovest.
“Un gruppo di otto ragazze tra cui una filmaker canadese
e una ragazza della delegazione brasiliana compongono
il gruppo fisso che completerà l’intero percorso, ma altre
attiviste si sono aggiunte e si aggiungeranno via via per
alcuni tratti”, ci ha spiegato Vania.
Intanto a Roma un gruppo di attiviste, provenienti da diver-
si collettivi e organizzazioni, sta preparando l’accoglienza
per il passaggio della Carovana nella Capitale, previsto
per la fine di agosto. A fare da ponte tra il gruppo por-
toghese, che ha partecipato attivamente al progetto sin
dall’inizio, e le attiviste romane c’è Francesca Esposito,
residente a Lisbona, dove è dottoranda in Psicologia di
Comunità presso l’ISPA-IU di Lisbona. “Ho seguito gli in-
contri della Carovana dall’inizio ed è molto importante per
le ragazze che l’hanno organizzata incontrare le donne nei
territori, scoprirne le lotte, fare rete, conoscersi, realizzan-
do così una mappatura delle pratiche e degli spazi di resi-
stenza anti-sessista e anti-razzista che le donne occupano
nei vari paesi”. Anche NOIDONNE, insieme al gruppo che
si sta incontrando in questi mesi a Roma, seguirà la pre-
parazione dell’accoglienza della Carovana durante il suo
passaggio nella Capitale. b
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