Numero 2 del 2015
Libere/i di scegliere: gay lesbo Lgbt - Speciale Rebibbia
Testi pagina 17
15Febbraio 2015
presso la Goldsmiths University, si avvicina alle teo-
rie queer e al pensiero femminista, in particolare a
quello dell’Autonomia italiana degli anni ’70, duran-
te la ricerca di tesi. Un momento di approfondimento
teorico che cambia la sua prospettiva radicalmente.
Quando inizia la passione per questo tipo di
sperimentazione? Facevi parte di collettivi?
Dalla politica all’arte performativa o al
contrario dall’arte all’attivismo?
Pur non avendo mai fatto parte di collettivi o parti-
ti politici, ho comunque sempre avuto una “politica”
personale autonoma. Una volta arrivata a Londra, du-
rante il Master ho ricevuto però gli strumenti teorici
appropriati per articolare i miei interessi, iniziati dal-
le problematiche omosessuali, e poi diretti verso le te-
orie di genere, il pensiero queer e il femminismo. Mi
accorsi di essere diventata femminista una volta
tornata in Italia per le vacanze. Il mio sguardo verso
la realtà nella quale ero cresciuta era cambiato: la
TV, le pubblicità, i discorsi che sentivo per strada, la
cultura visiva e le tradizioni sociali rivelavano la
natura discriminatoria, sessista e ineguale verso
le donne, e verso le sessualità o gli stili di vita più
eccentrici rispetto a quelli tradizionali. Pochi mesi
dopo, nel marzo 2012 ho fondato, insieme a Diana Ge-
orgiou, ricercatrice alla Goldsmiths l’organizzazione
femminista queer CUNTemporary. Un›operazione
di visibilità di pratiche artistiche e te-
oriche queer e femministe a Londra
che dimostra, nonostante la tendenza
dominante, mediatica e istituziona-
le, di eclissare questo tipo di discor-
so, quanto esse abbiano invece un
significativo impatto politico, culturale
e sociale. CUNTemporary ha iniziato
le proprie attività segnalando eventi,
mostre e open call, su social media
e newsletter a cadenza giornaliera e
mensile. L’organizzazione inoltre svi-
luppa eventi e programmi artistici as-
sieme a un team internazionale di col-
laboratori esperti in varie discipline.
Nel giro di pochi anni, abbiamo assisti-
to a un’esponenziale crescita di colla-
borazioni e una sempre più visibile ri-
vendicazione della parola “femminismo” in contesto
artistico, oltre ad una forte crescita di pubblico inte-
ressato.
Perché hai deciso fondare anche un archivio?
Come lo gestisci da Londra? Hai contatti con
realtà italiane?
Archivio Queer Italia (AQI) è nato da un invito a par-
tecipare come gruppo curatoriale alla fiera d’arte
di Verona nell’Ottobre 2013. Mi sono chiesta
“C’è queer in Italia? Se sì, dove? Che forme
prende? Che significato ha in ambito italiano una
parola che proviene dall’ambito anglosassone?”.
Ho lanciato una open call nazionale e internaziona-
le, cercando di includere anche la diaspora italiana e
coloro che - pur non essendo italiani - hanno vissuto
in Italia o sono stati direttamente influenzati dal suo
contesto. Le risposte sono state sorprendenti e quello
che si è iniziato a costituire è il primo “archivio” italiano
di pratiche artistiche, teoriche e attiviste queer. AQI è
un progetto in continua trasformazione, che desta-
bilizza e rielabora la logica tradizionale occidentale
dell’archivio, conferendogli invece una forma aperta,
performativa e in costante aggiornamento. Una parte
del team di CUNTemporary si dedica specialmente
all’archivio: le editor sono Elena Silvestrini per
la parte teorica e Angelica Bollettinari per quella
artistica. Nonostante l’appoggio e il sostegno co-
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