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Numero 1 del 2010

2010 non ci resta che ridere


Foto: 2010 non ci resta che ridere
PAGINA 17

Testi pagina 17

ha presentato l'evento. Non da meno Pina Nuzzo. "Il 21
novembre 2009 - ha detto a distanza di qualche gior-
no - rimarrà per me memorabile, non so ancora dire
l'intreccio di ragione e sentimento che ho provato
vedendovi arrivare dai diversi angoli della piazza, rico-
noscendovi - potrei dire una ad una - per poi abbrac-
ciarci. Mentre quel pomeriggio unico si materializzava
mi tornava in mente il lungo anno che abbiamo vissu-
to organizzando eventi di vario genere e mi dicevo:
come siamo state brave, come siete state brave!".
Sono state recitate poesie; hanno cantato diverse arti-
ste; due attrici, Cristina Colombo e Lina Coppola,
hanno interpretato alcuni messaggi lasciati nell'Anfora;
tutte insieme si è cantato l'"inno" della campagna
50E50… ovunque si decide.
La Staffetta però non si è conclusa in quel pomeriggio
di commozione e di festa: ha continuato il suo viaggio,
con un percorso simbolico che l'ha portata a fare quel-
lo che ogni donna violentata dovrebbe poter fare. Il 25
novembre è andata al Pronto Soccorso dell'Ospedale
Civile di Brescia (dove si applica un protocollo di intesa
che fornisce tutte le cure necessarie e agevola il passo
successivo che è la denuncia) e poi alla Questura.
Eppure, nonostante tanta partecipazione, a leggere i
quotidiani nazionali sembra che nulla sia avvenuto.
"Ieri, 21 novembre, a Brescia - si legge in un comunica-
to dell'Udi nazionale del 22 novembre - le donne della
Staffetta hanno riempito piazza della Loggia di suoni,
di slogan, di testimonianze, di bandiere rosa, di stri-
scioni coloratissimi e di girotondi. Ieri donne prove-
nienti da ogni parte d'Italia hanno manifestato contro
la violenza sulle donne concludendo un anno pieno di
iniziative. Ieri noi in piazza c'eravamo. Ieri, come sem-
pre, la Rai - il servizio pubblico - non c'era. Ieri, come
sempre, i giornali non c'erano, compresi quelli che il 3
ottobre hanno manifestato per la libertà di stampa.
Ma quale libertà? Quella di fare da sponda al teatrino
della politica? E come era prevedibile ieri in piazza non
c'era neanche una di quelle giornaliste o di quelle intel-
lettuali che periodicamente scrive del presunto silenzio
delle donne".
A parte l'amarezza di questo silenzio, il 25 novembre
per le donne dell'Udi è anche la data di rilancio della
Campagna "Città libere dalla pubblicità lesiva" per otte-
nere l'applicazione della Risoluzione del Parlamento
europeo del 3 settembre 2008 sull'impatto del marke-
ting e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini.
È una Campagna che vede coinvolta ogni donna in
un'opera di sensibilizzazione nei confronti del proprio
Comune e che ha già trovato risposta in alcuni Comuni
italiani, a partire da quello di Niscemi. Per l'Udi è forte
il suo significato simbolico, poiché è proprio da
Niscemi che la Staffetta lo scorso anno ha iniziato il
suo lungo cammino.
17noidonne gennaio 2010
pagine autogestite dall’UDI a cura di Ingrid Colanicchia
La nostra è una lotta e sempre di più mi convinco che è durissima,
perché si scontra con l'indifferenza nella migliore delle ipotesi, con la
censura nella peggiore, anche di tante donne. Ma l'amarezza per que-
sta constatazione è meno forte della gioia di sentirci insieme. Scrivo
queste poche righe a caldo, così, senza pensarci troppo. Sono pensieri
personali, ma pur sempre di una donna Udi orgogliosa di esserlo.
Micaela Gavioli
Io c'ero… è stato un onore per me esserci, esserci
con i miei figli. Mi stupiva che, parlando con i miei
colleghi e le mie colleghe e con amici e amiche di
questo evento, nessuno di loro ne sapesse nulla. La
consolazione? Che nel tornare alla nostra auto, mio
figlio mi abbia detto : "Io non sono un uomo così".
Simona Bettinelli
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