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Numero 12 del 2008

E tu di che Natale sei?


Foto: E tu di che Natale sei?
PAGINA 16

Testi pagina 16

dicembre 2008 noidonne16
La 'sovranità alimentare' è il diritto diogni nazione a scegliere modelli di
produzione e consumo di alimenti, nel
rispetto delle diversità culturali e pro-
duttive. La 'sicurezza alimentare', inve-
ce, oltre a definire la qualità del cibo, si
riferisce al fatto che ogni persona abbia
diritto a un cibo nutriente, sufficiente e
sano, che soddisfi i bisogni energetici e
le preferenze alimentari. Secondo questa
seconda definizione, un paese potrebbe
anche importare il 100% delle risorse
alimentari, a danno non solo della di-
versificazione delle produzioni agricole,
ma anche di pratiche rispettose dell'am-
biente, della salute, delle persone.
Circa il 70% del cibo prodotto nel
sud del mondo viene consumato sulle
tavole dei paesi del nord del mondo,
mentre 923 milioni di uomini, donne,
bambine e bambini sono sottonutriti.
La Giornata mondiale dell'alimenta-
zione, celebrata in tutto il mondo, è
un'occasione per mantenere alta l'atten-
zione dell'opinione pubblica sui proble-
mi del cibo. Innumerevoli iniziative,
concerti e manifestazioni sono organiz-
zate per promuovere la solidarietà glo-
bale per sconfiggere la fame.
L'ascesa del costo del cibo, la cre-
scente richiesta di biocarburanti, i cam-
biamenti climatici, la mancanza di
equità nella distribuzione delle ricchez-
ze, la fame nel mondo sono minacce al-
la pace, al benessere e alla vita delle
singole persone e delle nazioni.
Intanto in Italia... è approvata la leg-
ge n. 133 del 6 agosto 2008 'Conversio-
ne in legge, con modificazioni, del de-
creto-legge 25 giugno 2008, n. 112, re-
cante disposizioni urgenti per lo svilup-
po economico, la semplificazione, la
competitività, la stabilizzazione della
finanza pubblica e la perequazione tri-
butaria' pubblicata nella Gazzetta Uffi-
ciale n. 195 del 21 agosto 2008. L'arti-
colo 23-bis reca disposizioni sui 'Servizi
pubblici locali di rilevanza economica'
e pone probabilmente le basi per la pri-
vatizzazione dell'acqua, bene comune
irrinunciabile. Il citato articolo specifi-
ca che le disposizioni 'disciplinano l'af-
fidamento e la gestione dei servizi pub-
blici locali di rilevanza economica, in
applicazione della disciplina comunita-
ria e al fine di favorire la più ampia dif-
fusione dei principi di concorrenza, di
libertà di stabilimento e di libera pre-
stazione dei servizi di tutti gli operatori
economici interessati alla gestione di
servizi di interesse generale in ambito
locale, nonché di garantire il diritto di
tutti gli utenti alla universalità ed ac-
cessibilità dei servizi pubblici locali ed
al livello essenziale delle prestazioni, ai
sensi dell'articolo 117, secondo comma,
lettere e) e m), della Costituzione, assi-
curando un adeguato livello di tutela
degli utenti, secondo i principi di sussi-
diarietà, proporzionalità e leale coope-
razione. Le disposizioni contenute nel
presente articolo si applicano a tutti i
servizi pubblici locali e prevalgono sul-
le relative discipline di settore con esse
incompatibili'. Ci saranno esperti e giu-
risti in grado di spiegare meglio queste
parole, ove peraltro la parola 'acqua'
non è mai citata esplicitamente. Ma
questo e altri dettagli, anche a una let-
tura non tecnica, risultano inquietanti.
In un momento in cui realtà diverse,
gruppi, associazioni e numerosissimi al-
tri soggetti tentano di contribuire a co-
struire un mondo migliore, una forza
oscura, inesorabilmente, rema contro.
Per chi come noi fa almeno tre pasti
al giorno, colazione, pranzo, cena, a
volte merenda, l'idea dell'acqua e del ci-
bo come beni primari e necessari alla
sopravvivenza suona quasi anacronisti-
ca. Eppure questi diritti sia a livello
mondiale, come precedentemente evi-
denziato, sia a livello nazionale, con
sottili e abili manovre, vengono rosic-
chiati, sottaciuti, svuotati della loro
universalità, perdendo a poco a poco il
loro significato sostanziale. Diritti a me-
tà, diritti incompleti, diritti imperfetti
perché scontati per alcuni e negati a
molti.
Per questo è urgente che tutte e tutti
ci assumiamo la responsabilità di par-
lare, perché il silenzio è già una mezza
complicità. È necessario avere un pen-
siero e avere il coraggio di esprimerlo. È
Sovranità alimentare
Diritto al cibo, diritto alla vita
Elena Ribet
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