Numero 2 del 2008
Politiche scomode
Testi pagina 16
“Èimportante questo posto, perchéquanto arrivi qui non conta da do-
ve vieni o che problema hai, quando ar-
rivi qua sei benvenuta. Trama di terre è
importante non solo per le donne stra-
niere, ma anche per le italiane".
Victoria Ada Nwadike è una forza
della natura, africana possente e acco-
gliente che si illumina quando parla di
Trama di terre, che definisce senza esi-
tazione casa sua. Ma non solo lei de-
scrive il casale a due piani restaurato
nel centro storico di Imola, dove ci sono
alloggi per una decina di donne e i loro
bambini e bambine, una biblioteca, una
sala riunione, internet point, una scuo-
la di italiano, un ristorante (La cucina
abitata) e un cortile con pozzo, come
'casa mia' o come la propria seconda
casa. Lo dicono anche Naida Altoungi,
Kadija Aitoubi, Teresa Gagliostro, Ma-
ria Luisa Mazzocca, Marina Grazia, Sil-
via Varas che a Trama lavorano in vari
ruoli: mediatrici culturali, insegnanti di
italiano, segreteria, formazione.
Trama di terre è l'ultimo centro inter-
culturale indipendente gestito da donne
migranti e native rimasto in piedi in Ita-
lia, che nei primi giorni di dicembre ha
festeggiato i suoi dieci anni tondi di vi-
ta, lotta e re-esistenza in un territorio
difficile, come quello di una provincia
emiliana ricca e ripiegata su di sé, e più
in generale in un paese (e da parte di
una sinistra in particolare) che non
sempre premia gli sforzi generosi e intel-
ligenti di un pugno di donne ostinate.
Ostinate a cercare di coniugare l'ac-
coglienza di migranti in situazioni pro-
blematiche, la gestione dell'emergenza e
lo sviluppo culturale attivo e tangibile
della differenza di genere che si è con-
cretizzata in questi anni attraverso cen-
tinaia di incontri, seminari, manifesta-
zioni, produzione di video, cd e testi che
oggi sono un patrimonio immenso al
quale chi vuole fare intercultura può e
deve accedere se vuole praticare una re-
lazione tra migranti e native con un ta-
glio di genere che non si nasconde dietro
alle difficoltà.
Ostinate le donne di Trama di terre lo
sono fino in fondo, e lo hanno dimo-
strato proprio nel momento del loro ge-
netliaco, al punto di promuovere, pro-
prio per un compleanno così importan-
te come quello dei dieci anni, una tre
giorni, a dicembre, dal titolo inequivo-
cabilmente provocatorio "Il multicultu-
ralismo fa male alle donne?".
La domanda, lanciata a fine anni '90
dalla studiosa femminista Susan Moller
Okins, scomparsa di recente, è stata rac-
colta come un fecondo approccio con-
flittuale in Europa da parte dei gruppi e
dei movimenti che si occupano di inter-
cultura con ottica di genere in modi di-
versi e con diversa fortuna; in partico-
lare la rete del Wluml (Women living
under muslims laws) e il centro londine-
se Southall Black Sister. Ospiti nel 2006
della rivista Marea all'incontro genove-
se "La libertà delle donne è civiltà" lavo-
rano da tempo sull'allarmante fenome-
no del relativismo culturale, che diven-
ta difesa e tutela acritica dei diritti uni-
versali neutri delle comunità a scapito
di quelli, non considerati universali ed
inviolabili, delle donne. In Italia l'ap-
proccio della Okins che antepone i dirit-
ti delle donne a quelli delle tradizioni e
dei costumi, in genere di derivazione pa-
triarcale e religiosa, delle comunità mi-
granti è guardato con sospetto per due
ordini di motivi: il primo perché viene
da una studiosa nordamericana, quindi
invisa alle frange più ideologiche a sini-
stra e il secondo perché lo si percepisce
come poco accogliente verso le comuni-
tà migranti, dove evidentemente la que-
stione dei diritti di uguaglianza e citta-
dinanza delle donne apre conflitti e
scompagina la logica dell'enclave.
Il difficile crinale sul quale le donne
di Trama da un decennio hanno scelto
di lavorare è proprio questo: coniugare
accoglienza senza nascondere il proprio
posizionamento a favore della crescita
della capacità delle donne di autodeter-
febbraio 2008 noidonne16
Dieci anni di politica di donne
migranti e native
Trama di terre
Monica Lanfranco