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Numero 10 del 2010

Bio diversa mente


Foto: Bio diversa mente
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Testi pagina 16

stenibile (il Summit “Rio+10”) a Johannesburg nel 2002
e dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite ed incor-
porato tra gli obiettivi delineati nel Millennium Devel-
opment Goals–Ensure Environmental Sustainability, i go-
verni hanno fallito. Nessuna delle misure definite dal pia-
no d’azione per il raggiungimento dell’Obiettivo Biodi-
versità 2010 è stata raggiunta in manie-
ra definitiva: rischiano di scomparire dal
pianeta il 21% dei mammiferi, il 30%
degli anfibi, il
12% dei volati-
li, il 17% degli
squali e il 27%
dei coralli. Tut-
to ciò deriva da
cinque fattori
concomitanti:
l’aumento di popolazione che ci porte-
rà nel 2050 ad essere almeno 9 miliar-
di di persone, il sovrasfrutta-
mento delle risorse naturali,
l’inquinamento atmosferico cau-
sato dalle emissioni di gas no-
civi, lo spostamento di specie
dai luoghi tradizionali e l’acce-
lerazione dei cambiamenti cli-
matici. E suonano stonate le pa-
role del Segretario Generale
delle Nazioni Unite quando af-
ferma che “bisogna dare mag-
giore priorità alla tutela della biodiversità quando si adot-
tano decisioni in tutti i settori della vita economica”. Di-
mostrazione evidente di come gli stati siano più interes-
sati a salvaguardare i rapporti di forza economici piuttosto
che la tutela dell’ambiente è il risultato della Conferen-
za Mondiale di Copenaghen sul Cambiamento Climati-
14 noidonne | ottobre | 2010
FO
CU
S
co (dicembre 2009): convocata per negoziare un nuo-
vo trattato, in sostituzione del Protocollo di Kyoto
in scadenza nel 2012, per impegnare la comunità in-
ternazionale ad assumere misure in grado di bloc-
care il riscaldamento globale e per tentare di esten-
dere gli obiettivi di Kyoto al 2020 o al 2050 impe-
gnando in maniera vincolante anche quelle nazioni
che non avevano aderito al Protocollo di Kyoto (come
gli Stati Uniti) o che erano state esentate dai tagli alle
emissioni di gas serra per non frenarne la crescita
(come Cina, India, Brasile), la conferenza si è chiu-
sa con un accordo al ribasso che non contiene nes-
sun impegno quantitativo sui tagli di emissioni di
Co2, né a medio né a lungo termine.
Molto differente è il cammino che stanno percor-
rendo i movimenti sociali e indigeni, organizzazioni non go-
vernative, attivisti e intellettuali riuniti nel Forum Sociale
Mondiale, che nel 2011 compirà 10 anni, e che hanno mes-
so al centro del loro agire e delle loro elaborazioni politi-
che ed economiche la difesa della Madre Terra. Una si-
gnificativa vittoria dei movimenti è stata l’inclusione nei te-
sti negoziali ufficiali
della prossima Confe-
renza sul Cambiamen-
to Climatico, che si ter-
rà in Messico a Cancún
tra novembre e dicem-
bre, di molte delle pro-
poste contenute nella
Dichiarazione finale
della Conferenza dei
Popoli di Cochabam-
ba, una sorta di Con-
trovertice sul Clima
svoltosi ad aprile in
Bolivia e appoggiato dal governo boliviano
di Evo Morales.
E la sorpresa e la speranza degli ultimi
anni per il nostro biodiversissimo piane-
ta sta proprio nel ruolo crescente di pres-
sione che stanno assumendo questi mo-
vimenti provenienti dal basso e dalla sal-
datura che si sta creando tra questi ed al-
cuni Governi, come quello boliviano, che
è frutto della resistenza del movimento in-
digeno e allo stesso tempo generatore delle proposte a di-
fesa dell’ambiente perché depositario di una cultura mil-
lenaria del ‘buen vivir’ armonica con la natura. Tornia-
mo così alla relazione, alla responsabilità e all’equilibrio
con cui avevamo iniziato questa riflessione; principi di-
menticati che vanno riscoperti. g
PER APPROFONDIRE
http://www.wupperinst.org/
http://www.cnms.it/
Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Guida al
consumo critico, EMI, Bologna, 2008.
Serge Latouche, L’occidentalizzazione del
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Serge Latouche, La scommessa della decresci-
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Jeremy Rifkin, Economia all’idrogeno. La
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Vandana Shiva, Terra Madre. Sopravvivere allo
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