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Numero 7 del 2015

Salute, informazione sinergie. Speciale Expo, Donne in campo - CIA


Foto: Salute, informazione sinergie. Speciale Expo, Donne in campo - CIA
PAGINA 16

Testi pagina 16

14 Luglio-Agosto 2015
Oltre a essere autrice di numerose
sceneggiature per il cinema
e la televisione,
Daniela Bortignoni è vicedirettrice dell’Accademia nazionale
d’Arte drammatica Silvio D’Amico, coordinatrice del Master in
drammaturgia e sceneggiatura, responsabile del Corso di re-
gia, docente di drammaturgia e analisi testuale.
Cosa cercano i giovani nel teatro, in questo
periodo storico particolarmente critico
per il settore cultura?
Bisognerebbe chiederlo ai nostri allievi. Alcuni forse non ne
sono del tutto consapevoli, ma direi un impegno di vita e una
possibilità di comunicazione meno scontata e falsata da con-
dizionamenti omologanti.
Oltre al lavoro sui grandi classici, che rilievo dà
l’Accademia alla drammaturgia contemporanea?
L’Accademia è “accademica” solo di nome. Nasce per volontà di
Silvio d’Amico come una scuola sperimentale: un luogo dove cre-
are, come in laboratorio, una nuova figura, quella del regista, che
in Italia ancora non esisteva, e dove mettere al centro la testualità.
È stata una scuola d’avanguardia sin dalla fondazione, in
continua trasformazione, aperta e pronta ad accogliere le
esperienze e le ricerche espressive più diverse. Oggi, per
proseguire su questa strada, l’Accademia - da cui sono
usciti autori contemporanei di rilievo, primo tra tutti Andrea
Camilleri - ha aperto un Master in drammaturgia e sce-
neggiatura, per sperimentare non solo una riflessione sulla
scrittura teatrale, ma stimolarne l’innovazione e la pratica.
Cosa si aspetta chi si iscrive, in termini di
possibilità e sbocchi professionali?
Si aspetta di riuscire ad andare su un palcoscenico
o su un set. Si aspetta quello che è successo ad altri
allievi: da Vittorio Gassman a Massimo Popolizio, da
Bice Valori a Maria Paiato, da Tino Buazzelli a Carme-
lo Bene, da Rossella Falk a Margherita Buy, da Carlo
Cecchi a Pierfrancesco Favino, Alessio Boni, Fabrizio
Gifuni e Luigi Lo Cascio, che sono stati compagni di
classe, solo per citarne alcuni tra i più noti. I giovani
si aspettano di lavorare, e - se oltre ad essere bra-
vi hanno anche un po’ di fortuna - ambiscono a fare
la storia del teatro e del cinema italiano. Per i registi hanno
modelli che vanno da Luca Ronconi a Emma Dante e Arturo
Cirillo. Negli ultimi anni il numero di allievi diplomati che trova-
no uno sbocco professionale è esponenzialmente aumentato,
grazie ad una direzione, quella di Lorenzo Salveti, regista e
pedagogo, che è stata attentissima alla formazione, ma anche
alla creazione di una rete di rapporti con Enti produttivi tea-
Recitazione e regia tra aspirazioni
e opportunità per i giovani.
Ma per le donne la strada
è tutta in salita. Ne parliamo con
Daniela Bortignoni, dell’Accademia
nazionale d’Arte drammatica
Silvio D’Amico
di Alma Daddario
IL LAVORO
(IM)POSSIBILE
NEL TEATRO
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