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Numero 2 del 2015

Libere/i di scegliere: gay lesbo Lgbt - Speciale Rebibbia


Foto: Libere/i di scegliere: gay lesbo Lgbt - Speciale Rebibbia
PAGINA 16

Testi pagina 16

14 Febbraio 2015
A QuALCuN*
PIACE QuEER!
di Silvia Vaccaro
IL PRIMO ARCHIVIO DELLE CULTURE
QUEER IN ITALIA CREATO DA
GIULIA CASALINI, GIOVANE
CURATRICE D’ARTE CHE VIVE
A LONDRA
LIbER* DI SCEGLIERE | 3
Operare un cambiamento culturale per la rottura dell’etero-normatività, intesa come la natura-lizzazione dell’eterosessualità quale normale
espressione delle relazioni sessuali signifi ca inter-
venire su più fronti: dall’educazione nelle scuole e
nelle Università alla produzione letteraria e artistica,
fi no alla creazione di reti e progetti transnaziona-
li. Un’evoluzione che nasce dal desiderio di diverse
soggettività di raccontarsi, esprimersi, partendo da
sé. Se negli anni ’70, generazioni di militanti hanno
fatto guerra al patriarcato e alle sue rappresentazio-
ni insistendo sull’autodeterminazione delle donne
quali soggetti della differenza, parte della comunità
LGBTQIA, a partire dalla diffusione delle teorie queer
nei primi anni ’90 in ambito accademico e, ovviamen-
te, inserendosi all’interno della rifl essione femminista,
ha lavorato per scardinare l’etero-normatività. Fuori e
dentro le università, gli spazi occupati, le associazio-
ni, i luoghi femministi, sorgono gruppi che, unendo
teoria e pratica, organizzano eventi e seminari, pro-
ponendo un nuovo modo di vivere le relazioni e la vita
stessa, incuranti della norma sociale che li etichetta
come diversi o anomali solo perché non-conformi.
Collettività che spesso scelgono l’arte come territorio
privilegiato di azione, dove mescolare glitter, piume,
barbe, cravatte su corpi maschili e femminili, indistin-
tamente, ma sempre con il nobile scopo di sovver-
tire. Del resto, che una delle più grandi femministe
italiane, Carla Lonzi, fosse una critica d’arte non sarà
stato un caso. Spesso - o potremmo dire sempre -
l’arte anticipa ciò che verrà, dissolve il già dato, spu-
ta sull’esistente, rovescia il tavolo, ri-crea, usando un
linguaggio che avvicina, creando un contatto visce-
rale tra artista e pubblico, talvolta persino violento,
ma sicuramente pervasivo. Del felice rapporto, nel
caso del queer, tra militanza e arte, motore e veico-
lo della sperimentazione e mezzo per avvicinare a
questa pratica un pubblico sempre più vasto, ci par-
la Giulia Casalini, modenese, classe ‘88, curatrice
d’arte contemporanea, attivista queer e femminista
militante. A Londra dal 2011 per proseguire gli studi
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