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Numero 10 del 2006

Violenza: sconfiggere la paura


Foto: Violenza: sconfiggere la paura
PAGINA 15

Testi pagina 15

noidonne ottobre 2006 15
Sicuramente Noidonne saprà rispon-
dere a queste richieste. Ai gruppi, alle
associazioni delle donne rinviamo le
sollecitazioni raccolte in alcune rispo-
ste, di organizzare una grande manife-
stazione affinché le donne possano ren-
dersi visibili e testimoniare il loro no al-
la violenza.
Per concludere una piccola riflessio-
ne: in un paese in cui si promuovono da
anni le statistiche più varie sui compor-
tamenti di donne e uomini, bambine e
bambini, quelle sulla violenza hanno
impiegato molti anni prima di essere im-
plementate (del resto non sono "obbli-
gatorie" e costano soldi). Pertanto il te-
ma, e in particolare la violenza in fami-
glia, è ancora poco studiato e assoluta-
mente sottostimato pur colpendo milio-
ni di donne. Raramente queste raccon-
tano cosa è successo loro e ancora più
raramente denunciano alla polizia la
violenza subita o cercano aiuto nei cen-
tri antiviolenza o presso i servizi socia-
li. Di conseguenza ciò significa che le
statistiche di fonte amministrativa sono
assolutamente insufficienti per misurare
il fenomeno.
Per conoscere la dimensione del feno-
meno della violenza contro le donne, la
sua entità e la sua natura e il numero
delle vittime e dei reati è necessario ot-
tenere le informazioni direttamente dal-
le donne, per chiedere della loro vita.
Solo un'indagine specifica sulla violen-
za e sul maltrattamento familiare può
raggiungere questo scopo.
Nel 2001 l'Istat e il Dipartimento del-
le Pari opportunità, all'interno di un
progetto, hanno iniziato ad affrontare
lo studio - che coinvolge 30.000 donne -
della violenza e della peculiarità del
contesto nazionale, inserendo anche un
modulo sulle molestie e sulle violenze
sessuali.
Nello specifico, il questionario indaga:
l'incidenza e la prevalenza dei diffe-
renti tipi di violenze (psicologica, eco-
nomica, fisica, sessuale) con un'atten-
zione specifica verso la violenza dome-
stica subita dal partner attuale e/o da
quello precedente;
le caratteristiche delle vittime e degli
autori della violenza;
le caratteristiche, le conseguenze ed i
costi della violenza;
i diversi fattori di rischio relativi agli
individui e all'ambiente socio-demogra-
fico.
I risultati della prima rilevazione,
molto interessanti anche per una lettura
di non esperte/i, sono rintracciabili sul
sito www.istat.it, e rappresentano la
prima descrizione del fenomeno emerso
e sommerso in Italia che esprime un
quadro alquanto raccapricciante.
RETE DEI CENTRI ANTIVIOLENZA
E DELLE CASE DELLE DONNE
Elenco degli indirizzi:
http://www.women.it/centriantiviolenza
Ricominciamo da tre
Ormai l'estate è finita, e per i mass media si
richiuderà lo spiraglio che ogni giorno durante
gli ultimi due mesi ha filtrato notizie di violenze
sulle donne.
Succede così ogni estate, è successo anche que-
st'anno.
Di nuovo quest'estate abbiamo però visto la rea-
zione di alcune politiche che, evidentemente
senza memoria, si sono spaventate da questa
"normalità" e hanno pensato, come a Milano,
ad esempio, di inventarsi misure straordinarie.
Peccato che i fenomeni di violenza verso le
donne siano per circa il 98 % perpetrati da
uomini ben conosciuti dalle vittime, mariti, ex
mariti, fidanzati conviventi ecc, quindi i pul-
santi di allarme da installare sui semafori di
Milano come prevede la sindaca serviranno a
poco!
La violenza che ci colpisce di più, che ci fa sen-
tire tutte fragili ed esposte è sicuramente la vio-
lenza perpetrata dal gruppo, dal "branco" nelle
strade, nei giardini pubblici, dove nemmeno la
presenza di altre persone riesce a salvarci. Ed è una violenza dalla
quale non ci difende l'età, l'aspetto fisico, la città e il quartiere di
appartenenza o dove ci troviamo a passare. Ma non sono misure
eccezionali quelle che possono prevenire la violenza, occorre piutto-
sto analizzarne le radici per trovarne le cause da rimuovere: e su que-
sto terreno bisogna anche avere buona memoria del percorso che le
donne, almeno alcune di noi hanno fatto nel nostro Paese da più di
vent'anni. Non ci possiamo permettere il lusso di ricominciare sempre
da zero: il fenomeno della violenza alle donne è stato indagato da
tempo, da tempo ne abbiamo disvelato le radici maschiliste e patriar-
cali. Non dimentichiamoci che siamo partite dal dover dimostrare che
la violenza contro le donne è un reato contro la persona e non contro
la morale. E, non ci possiamo nemmeno permettere il lusso di pensa-
re che la violenza contro le donne sia una questione di "razza", la vio-
lenza come ha ricordato alcuni giorni fa in un appassionato inter-
vento Edda Billi, "è sessista non razzista". Questo infatti sembra
diventato l'ultimo, in ordine di tempo, alibi della politica: la violen-
za è opera di balordi, di altre razze, di altre fedi e fondamentalismi.
No, purtroppo la violenza è opera anche e soprattutto dei nostri figli,
dei nostri compagni, dei nostri mariti.
Siamo alle solite, non lasciamo cadere questo dibattito, questa denun-
cia, possiamo almeno ricominciare una volta tanto da tre, e non da
zero come diceva Troisi?
Alida Castelli
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