Numero 12 del 2007
Un anno di notizie a colori
Testi pagina 15
Congresso dell'UDI, a riprova che quel-
la discussione era ancora viva, citando
un commento abbastanza spiritoso di
Alfredo Todisco sul Corriere della Sera,
affermavi: " Noi potremmo sintetizzare
il Congresso dell'UDI con questo interro-
gativo: con l'esaurirsi della lotta per la
parità si esaurisce il ruolo delle associa-
zioni femminili?....In un congresso di
donne piuttosto agguerrite, un simile in-
terrogativo non è di poco conto. Sareb-
be come se lo stato maggiore delle forze
armate tenesse a esaminare l'ipotesi del-
l'abolizione dell'esercito…".
Fosti al centro della campagna per la
raccolta delle firme sotto la proposta di
iniziativa popolare per l'istituzione di
un servizio nazionale degli asili nido.
Ricordo ancora quando, il 19 febbraio
1964, mi dicevi: "Aver strappato alla
Presidenza, malgrado le esitazioni delle
socialiste, la decisione di farne oggetto
di una legge di iniziativa popolare, è
certo un successo che non deve essere
compromesso". E per difendere quell'ini-
ziativa, attorno alla quale l'UDI lavora-
va da anni ti eri scontrata anche con la
Commissione femminile della CGIL, che
voleva farla sua.
E ancora, non si può non ricordare il
ruolo che svolgesti al Congresso della
FDIF a Mosca del giugno 1963, quando,
l'UDI, la prima a farlo tra le cosiddette
"associazioni di massa" italiane, affer-
mò il suo dissenso dalle posizioni della
Federazione Internazionale e la sua in-
dipendenza. La tua convinzione (oltre
che la tua presenza a capo della dele-
gazione italiana in quella assise) fu ri-
solutiva per quel risultato. Lo deduco
da un mio appunto del 17 ottobre '62:
in un incontro con Nilde Jotti e Giorgio
Amendola delle compagne comuniste
della Presidenza dell'UDI, avevi già ben
sintetizzato i problemi aperti: "la nostra
adesione alla FDIF costituisce un tallone
d'Achille, il nostro punto di maggior de-
bolezza" e chiedevi: "può il PCI influire
sulla politica della FDIF o dobbiamo
scegliere tra l'unità dell'UDI e la FDIF ?"
"abbiamo nostri motivi di dissenso con
la Federazione Internazionale" e avan-
zavi l'ipotesi che l'UDI potesse restarci
come "osservatrice".
Non furono anni facili. Ogni tanto ci
sfogavamo assieme: "non ci sono soldi,
mantenere l'unità è sempre più faticoso,
nessuno mostra di credere nell'UDI. E'
un'impresa disperata. Appare insensato
insistere in un lavoro che sembra il sec-
chio delle Danaidi". Erano sfoghi mo-
mentanei; poi ci si riaggiustava la soma
sulle spalle e si continuava a stare in
campo.
Vennero in seguito le tue battaglie
parlamentari, in primo luogo quella di
cui fosti decisiva protagonista e artefice
per dare alle donne italiane un nuovo
diritto di famiglia.
Ma tutto questo si intreccia e si con-
fonde con altre e molto più personali ri-
membranze. Per me eri più di una com-
pagna, più di un'amica: quasi una per-
sona di famiglia…Tonino Tatò, il com-
pagno della tua vita era il più grande
amico di mio marito. I suoi figli erano
coetanei dei miei. Pranzi, cene, passeg-
giate, soggiorni al mare a Tor S. Lorenzo
nella vostra casa, in campagna da noi,
gite in montagna…Anni di stretta con-
suetudine. E tanti ricordi….
Rammento ancora quando mi dicesti
di aver incontrato Tonino Tatò: me lo
dicesti in una palestra di Via Bari, dove
illudendoci di mantenerci in forma, an-
davamo a far ginnastica alla mattina in
ore antelucane, prima di iniziare la con-
sueta convulsa attività quotidiana.
Ammirai il tuo coraggio nel scegliere di
legarti a un uomo che aveva già quattro
figli e di dedicarti a loro come fossero
stati i tuoi e di affrontare con una dedi-
zione straordinaria gli eventi dolorosi
che, nel corso degli anni, colpirono
quella vostra famiglia, di cui continua-
sti a farti carico, punto di riferimento
indispensabile, dopo la scomparsa pre-
matura del tuo amatissimo Tonino. Il
tuo sorriso, la tua disponibilità, la tua
serenità hanno sempre nascosto che non
hai avuto una vita facile, funestata da
drammi dolori, perdita prematura di
tante persone a te care.
Eri una donna straordinaria e lo di-
mostravi non solo nei momenti dolorosi
e drammatici, ma nella vita quotidiana.
Penso, ad esempio alle cene: tu eri una
cuoca eccezionale, io, a casa mia non
potevo competere. Cene amicali tra noi,
con i nostri amici, con i nostri ragazzi.
Ma penso anche a quelle che organizza-
vi, non so come facessi in mezzo a tan-
ti impegni di lavoro, per favorire a casa
tua incontri riservati tra Berlinguer e di-
rigenti di altre forze politiche…..Un al-
tro aspetto del tuo contributo alla cau-
sa della sinistra, cui tanto credevi: eri
una dirigente di primo piano, facevi an-
che parte della Direzione del PCI, ma
non disdegnavi di contribuire a un pa-
ziente, discreto lavoro di tessitura di
rapporti politici anche stando dietro i
fornelli..
Addio, cara Giglia. Hai scritto di
aver nella tua vita imparato tre cose. A
noi, con la tua vita, ne hai insegnate
molte di più.
noidonne dicembre 2007 15
"Ci sarà Giglia ? Viene Giglia ? e
Giglia veniva, c'era. Affaticata e
sorridente. E ci dava forza.
Nelle difficili battaglie non solo
dell'UDI, in Parlamento, sei stata
un esempio nel dipanare l'intreccio
donne e Istituzioni partendo sem-
pre dalla condizione reale femmini-
le. Ci hai aiutato a dare significato
politico e culturale alle nostre azio-
ni, hai praticato il confronto vero
con le proposte, l'elaborazione e
credendo sempre nella forza delle
donne e della loro necessaria orga-
nizzazione. Noi donne romane ab-
biamo sentito intensa e forte la tua
presenza accogliente ricca di acu-
tezza politica; la coscienza delle
difficoltà ma anche la gioia delle
conquiste dei diritti sociali e giuri-
dici, la valorizzazione di ciascuna,
la speranza nel futuro della demo-
crazia italiana.
Ancora non ci crediamo. Ti por-
tiamo nel cuore e nella mente cara
amica e sorella".
UDI romana " La Goccia ", Coordinamento Don-
ne CGIL Roma e Lazio, Casa Internazionale del-
le Donne