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Numero 3 del 2007

Mimosa e non solo


Foto: Mimosa e non solo
PAGINA 15

Testi pagina 15

Tra gli interessati, coppie di conviven-ti etero, gay e lesbiche, i malconten-
ti sulla proposta del Governo si sono
subito scatenati; ma è già tanto che si
sia pervenuti ad un disegno comune del-
le diverse anime della coalizione. Che,
se traballa, non è - se ministri e parla-
mentari sono consapevoli di aver giura-
to fedeltà alla Costituzione - per il meri-
to delle questioni o di questa legge.
Come donne, comprese le nostre dif-
ferenze, che dire? Ancora una volta sia-
mo state colpite dalla mancanza di lai-
cità del nostro paese, presidente della
Repubblica compreso, che a suo tempo
auspicò "una sintesi" fra opposte posi-
zioni per rispetto del Vaticano. Benedet-
to XVI finge di ignorare che i giovani,
cattolici o no, convivono ormai per una
consolidata trasformazione del costu-
me, accettata anche da genitori tradi-
zionalisti e ha aggredito il governo, co-
me non fece nei confronti degli altri pae-
si, quando deliberavano sulla stessa
materia, privilegiando una destra che
strumentalmente si dichiara cattolica.
Stando al diritto, il rapporto tra due
stati - tale è, ai sensi del Concordato, la
Santa Sede - non sarebbe stato lecito il
non possumus rivolto ai ministri della
Repubblica. Non era la prima volta.
Dopo gli attacchi al divorzio e all'abor-
to, come donne ricordiamo la ferita del-
la fecondazione assistita: nessuno pen-
sava di impedire alla Chiesa di esprime-
re un parere negativo su una prassi non
condivisa, ma il presidente della Confe-
renza episcopale suggerì a tutti i citta-
dini italiani di non andare a votare,
usando la sua autorità contro il dirit-
to/dovere elettorale. Il governo si piegò e
la donne che vorrebbero un figlio conti-
nuano ad avere in materia la legge peg-
giore d'Europa.
Ancora una volta il Vaticano ha so-
stenuto il diritto di imporre i principi
cattolici a tutti, perché i Pacs - e poi i
Dico - vanno contro "la legge naturale".
Noi donne, ritenute esperte "per natura",
ricordiamo che, ai tempi in cui gli uma-
ni ignoravano il legame tra coito e ri-
produzione, facevamo i bambini senza
porci problemi di paternità.
E' l'uomo che, divenuto consapevole
della sua pur indimostrabile partecipa-
zione, ha stabilito "questa è la mia don-
na, questi sono i miei figli", inventando
"per cultura" la famiglia, con tutte le
conseguenze patriarcali che ne sono de-
rivate. L'appartenenza cristiana, che do-
vrebbe dare valore alto al sacramento
che si inserisce in questa "cultura" della
famiglia, è rimasta troppo a lungo lega-
ta alla finalità procreativa e al reme-
dium concupiscentiae (che diciamo in
latino perché dà vergogna tradurlo) e
solo con il Concilio è arrivata a capire
l'amore.
E' l'amore che, proprio a termini
evangelici, non può essere negato a nes-
suno. La Chiesa pensa che sia peccato?
Lo dica liberamente ai cristiani, che non
sono obbligati né a divorziare, né a con-
vivere secondo diversi orientamenti.
In realtà, mentre i cattolici perdono
affezione alla pratica religiosa, Benedet-
to XVI tenta di recuperare potere in Ita-
lia, non più attraverso un partito affi-
liato (ma la Democrazia cristiana ha
avuto uomini, da De Gasperi a Scalfaro
che sapevano distinguere, anche pagan-
do di persona, il senso dello stato dalla
coerenza di fede), bensì direttamente.
Inaccettabile. La laicità, per le donne e
gli uomini, è costitutiva della democra-
zia. Le donne, soprattutto, anche catto-
liche, nella laicità identificano la liber-
tà femminile.
noidonne marzo 2007 15
Giancarla Codrignani
Noi, esperte per natura
Laicità e libertà
le reazioni della Chiesa all'indomani dei “Dico”
CIAO, ADELE
Non dico addio, perché anche lei non ha voluto
congedi definitivi e ci ha fatto sapere dopo che era già
andata via. E' bene che lo sappiano anche quelle che
non l'hanno conosciuta: tutte le donne del nostro
paese hanno imparato da lei e le sono debitrici. Era
una radicale, la sola che avesse fatto la Resistenza;
aveva il senso dello Stato, ma senza indulgenze per
quello che di non conforme ai diritti partiti e governi
disponevano. Ma il suo massimo impegno era soprat-
tutto a favore delle donne.
Sullo strazio di vita e di dignità rappresentato dalle
centinaia di migliaia di aborti clandestini che avvenivano nel nostro paese, ha
alzato la denuncia al massimo livello, finendo in carcere per aver dichiarato, in
una pubblica manifestazione, un'interruzione di gravidanza mai avvenuta.
Quello scandalo aprì la breccia per tutte e risvegliò nella società la respon-
sabilità di fronte alla così vasta e rimossa piaga sociale.
Io, come tante, ero rimasta una "ragazza perbene", che conosceva l'esisten-
za dell'aborto, ma non si era mai resa conto che, forse, una compagna di scuo-
la aveva vissuto quel dramma nel silenzio. La testimonianza di Adele mi fece
capire: partecipai al movimento e, poi, fui sua compagna in Parlamento, nel-
l'impegno per la legge sull'interruzione volontaria di gravidanza e, poi, per la
campagna referendaria. Se la legge rimase, difesa da due terzi dei votanti - un
esito che dimostrò il peso dell'autorità femminile nelle famiglie, in cui anche i
cattolici votarono con i laici - è per quello scandalo voluto da Adele. Credo di
averla conosciuta bene, nel rigore appassionato e nella dolcezza; e quando
ascoltavamo i suoi interventi a Montecitorio, tra le critiche maligne dei maschi,
sapevamo di avere davanti davvero una "bella" figura di donna. Una carezza,
Adele, a nome di tutte
Giancarla Codrignani
Matisse, Il tavolo nero, 1919 (part.)
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