Numero 9 del 2008
Stampa: libertà vigilata
Testi pagina 15
di madre in figlia
Inevitabile, in tutti i Paesi sono presenti: in quelli di tradi-
zione colonialista maggiormente, negli altri da meno tempo.
La storia è da sempre caratterizzata da migrazioni dai paesi
poveri a quelli ricchi.
Tutto ciò che è "diverso" diventa difficilmente catalogabi-
le, non capendo bene si colgono solo gli aspetti negativi.
Tipico degli atteggiamenti di difesa.
Mi sembra che molte attività vadano avanti grazie alla
presenza di persone venute da altri Paesi (penso solo al
fenomeno delle badanti, ad esempio). Rappresentano anche
un problema perché le nostre strutture politiche ed ammini-
strative non sono state in grado fino ad ora di gestire il feno-
meno.
Non ne posso più della politica degli annunci. Di soluzio-
ni ne vedo poche e in tanti speculano. Maggiore professio-
nalità e competenza, signori!
L'insicurezza è un sentimento della modernità. Per com-
batterla occorre avere regole chiare e chi le fa rispettare. Ed
anche giornalisti seri, che fanno informazione e non scoop.
Il rischio è che sia pieno di muri colorati, magari firmati
da qualche stilista di grido. In cuor mio mi auguro solo colo-
ri e spazi aperti alla socialità.
Lavorare per una maggiore integrazione significa poter
investire in una scuola che opera sui giovani, che accoglie i
più grandi per insegnare loro la lingua e la cultura di questo
Paese.
Quando andavo alla scuola media il sostegno ai ragazzi
non italiani era di poche ore all'entrata, poi ognuno si arran-
giava come poteva (se poteva). Oggi molto spesso incontro
immigrate/i in contesti lavorativi che non parlano l'italiano.
Qualcuno si chiederà mai perché?
Per noi è un fenomeno recente perché prima eravamo un
Paese povero che emigrava alla ricerca di un lavoro.
Diventati più ricchi siamo divenuti attrattivi. Sicuramente
ciclo inevitabile!
Da piccoli mi dicevano: "se non sei buona viene l'uomo
nero". Tutto ciò che non si conosce fa paura, il negativo pre-
vale sul positivo.
Le analisi dei centri studi aziendali evidenziano un fabbi-
sogno di manodopera operaia specializzata. I fabbisogni
delle famiglie per la cura degli anziani hanno richiamato
donne da tutto il mondo. Indubbiamente rappresentano una
risorsa in un mercato che non risponde alla domanda, da
gestire altrimenti sono solo problemi.
La politica è in grande difficoltà di fronte ad un fenomeno
in grande crescita. Soluzioni ne vedo poche, molto fumo e
poco arrosto.
La mancanza di fiducia e l'insicurezza sono caratteristiche
della vita attuale. Non fanno paura immigrate ed immigrati
regolari, che lavorano con noi e per noi. L'illegalità è ciò che
genera insicurezza.
Non ho grandi idee chiare in merito al futuro: mi piace-
rebbe che avesse muri colorati piene di porte che mettono in
comunicazione le persone di colori diversi ma ricchi di senso
comunitario. Per fare questo occorre lavorare sulla sostanza
delle cose: le politiche di integrazione e quelle sociali, la
scuola ed i servizi. Questo richiede investimenti, che non mi
pare di vedere al momento. Un timore comune a molti uomi-
ni e donne italiani è rappresentato dal vedere gli immigrati
come concorrenti nell'accesso ai servizi. Se i sindaci non
lavoreranno con attenzione su ciò, i muri prenderanno il
sopravvento, dividendo chi può eleggere il sindaco da chi
non può.
La parola evoca spauracchi. Perchè?
Immigrazione, fenomeno straordinario o ciclo inevitabile?
Gli immigrati: problema o risorsa per l'Italia?
Il mondo futuro sarà colorato o pieno di muri?
Immigrazione e politica: c'è chi propone soluzioni e c'è chi specula
Perchè l'immigrazione genera insicurezza?
Immigrazione: vincolo o opportunità?
Rosa M. Amorevole Alessandra Pennello
noidonne settembre 2008 15