Numero 4 del 2008

Testi pagina 15

di madre in figlia
Non ho molti termini di paragone: qualche anno fa le mie
scelte televisive erano legate più ai cartoni animati e ai video
musicali che ad altro (è una questione di età). Credo comun-
que che si possano fare programmi intelligenti che facciano
riflettere su piccoli e grandi argomenti.
Quando il programma è troppo stupido ci resta il teleco-
mando per cambiare programma: lo zapping è divenuta l'ar-
ma di difesa per sopravvivere ad una cattiva programma-
zione. E' importante, più che sparlare di ciò che non va, pro-
muovere i programmi buoni. Chissà che per spirito di emu-
lazione non si riesca a produrre una contaminazione positi-
va.
Ci sono forme di volgarità manifesta che non sopporto
come le litigate in TV o gli incapaci che hanno ottenuto il
posto per conoscenze altolocate. Il limite è soggettivo e
dipende da tanti fattori (età, cultura, ecc.).
Essenzialmente per rilassarmi. Non moltissimo per la veri-
tà perché tra studio e amici ho spesso altro da fare. E questo
non è che mi dispiaccia, anzi. E poi c'è internet, che offre la
grande opportunità di scegliere in un ampio scaffale.
Un po' più di qualità. Fare zapping, specie quando si ha il
satellitare, permette un confronto internazionale molto inte-
ressante. Vorrei una programmazione pensata anche per i
giovani, oltre ai canali di video musicali.
Chi programma non ha idee. È più facile riproporre sche-
mi consolidati che provare nuove strade. La pubblicità esige
pubblico per sponsorizzare un programma. Soprattutto
quando il contesto è la televisione commerciale prevalgono
scelte "sicure". Vorrei però che la televisione pubblica, che
riceve un canone, facesse scelte diverse, sperimentando volti
e format nuovi per testare se il pubblico è ancora in grado di
reagire!
Probabilmente entrambe sono peggiorate. E' la realtà che
condiziona la TV o viceversa? Sarebbe comunque opportuno
incentivare la produzione di programmi intelligenti capaci di
farci pensare, sorridere e ragionare senza il rimpianto del
passato.
L'intrattenimento può anche non essere superficiale e,
anche attraverso un sorriso, farci riflettere (penso alla
Litizzetto, ad esempio). E' vero che molto spesso, anche sot-
tovalutando l'intelligenza degli/delle utenti, si preferisce pen-
sare ad un pubblico-bradipo ed offrire prodotti televisivi di
scarsa qualità, consolidati nella forma e nei personaggi.
I confini appaiono sempre più sfumati, talvolta ho la per-
cezione che non esistano più limiti: si litiga, si urla, si dico-
no parolacce, si mettono in piazza aspetti della propria vita
privata per quel famoso "quarto d'ora di celebrità".
Informarmi, sentire confronti di idee, vedere/rivedere film,
divertirmi con la satira, rilassarmi dopo una giornata di
lavoro. In realtà mi annoio sempre più, e spesso faccio altro.
Non solo informazione ed approfondimenti, anche una
programmazione leggera che non imponga solo case o isole
di più o meno famosi, gente che urla o gossip. Una pro-
grammazione che mi consideri un essere pensante e non solo
una utente passiva che si sorbetta tutto quello che passa la
TV.
Per paura di non raggiungere quell'audience sufficiente a
non essere tacciati come "flop". Allora si acquistano format
sperimentati, si chiamano soggetti conosciuti per non
rischiare. La conseguenza di ciò è un'offerta televisiva ugua-
le in molte parti del mondo, che costa molto e non sviluppa
investimento su volti e capacità nuove. E poi, non è che le
solite facce siano sinonimo di qualità!
Intrattenimento e superficialità. Legate a filo doppio?
E' peggiorata la TV o è peggiorata la realtà rappresentata dalla televisione?
Dove finisce la superficialità e inizia la volgarità?
Sempre le solite facce sullo schermo. Perché…
Guardo la TV per …
Dai programmi televisivi mi aspetto…
I programmi televisivi: vizi e virtù
Rosa M. Amorevole Alessandra Pennello
noidonne aprile 2008 15