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Numero 10 del 2009

RU 486: la pillola ideologica


Foto: RU 486: la pillola ideologica
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modo anche meno sicure. In molti casi
poi, la presenza di prostitute non è af-
fatto diminuita, come auspicato nelle
ordinanze, e in alcune circostanze, co-
me la prostituzione indoor, è addirittura
aumentata. Il fenomeno dello sposta-
mento nelle zone più nascoste ha gene-
rato una concentrazione di donne nella
stessa area aumentando la concorrenza
e riducendo la capacità di contrattazio-
ne delle ragazze con i clienti; tale atteg-
giamento rappresenta un rischio per la
salute pubblica in quanto spinge molte
ragazze a non rispettare le più elemen-
tari norme di protezione durante i rap-
porti.
Altro elemento di forte preoccupazio-
ne per gli operatori del settore è, infine,
rappresentato dal forte turn-over di
donne e al conseguente arrivo nei terri-
tori di ragazze molto giovani appena
giunte dai paesi di origine con livelli di
istruzioni bassi, scarsa conoscenza del-
la lingua italiana e quindi con un alto
grado di dipendenza dai loro sfruttato-
ri. Le associazioni hanno altresì denun-
ciato di aver inviato documenti e ricer-
che, proposte e direzioni di lavoro ma di
non essere state ascoltate.
Non c'è niente da fare: come abbia-
mo già potuto sperimentare su altri te-
mi, l'incomunicabilità tra i due schiera-
menti è quella tra due modelli di pen-
siero: tra chi, assistendo alla fine del
mondo, ravvisa la necessità di interro-
garsi sulle cause e di mettersi in gioco e
chi sente il bisogno di spostare il più ve-
locemente possibile i detriti per poter sa-
lire sulla sua Smart e recarsi all'happy
hour. Resta da augurarsi che la momen-
tanea eclissi del ddl Carfagna, e le con-
traddizioni emerse sul tema prostituzio-
ne, servano a ricondurre i protagonisti a
convergere, finalmente, su una media-
zione che possa soddisfare almeno par-
te delle ragioni di tutti/e e ciascuno/a.
storia molto seria di un provvedimento scomodo tra ordine
pubblico e lettura globale dei fenomeni.
Anche sulla prostituzione va in scena l'incomunicabilità
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Olanda. E' legale dal 1815. Dal 2000 sono legali i locali dove esercitarla. Ci sono
11 zone speciali dove lavorare all'aperto ma non è permesso però lavorare fuori pe-
na l'arresto. Le prostitute debbono pagare le tasse.
Belgio. E' legale dal 1948 ma può essere perseguita se turba l'ordine pubblico. Pu-
nito lo sfruttamento. Generalmente esercitata in bar a luci rosse e case private. Le
prostitute debbono essere in regola con il fisco come lavoratici autonome e godo-
no di assistenza sociale.
Germania. E' legale l'attività di circa 400.000 lavoratrici del sesso con garanzie as-
sicurative per malattia, disoccupazione, pensione. Il favoreggiamento non è puni-
bile - sempre che non vi sia sfruttamento - e l'attività dei locali ad hoc è conside-
rata lecita.
Austria. E' consentita nelle case chiuse ed è obbligatoria una registrazione di eser-
cizio. E' tollerata all'aperto in alcune aree urbane ed extra-urbane.
Svizzera. E' legale; nel Cantone Ticino viene anche esercitata in bar-alberghi. La
normativa prevede la patente per affittacamere e la registrazione.
Gran Bretagna. Non è illegale ma è vietato l'adescamento e lo sfruttamento. Il lavo-
ro si svolge prevalentemente in locali e abitazioni private, ma anche in strada.
Spagna. Le case chiuse sono illegali dal 1956 anche se si sono trasformate in "club".
Dal 1995 la legge non vieta la prostituzione, ma punisce chi ricatta e sfrutta le pro-
stitute.
Francia. Le case di tolleranza sono state chiuse nel 1946 con la legge Marthe Ri-
chard che non considera reato la prostituzione in strada. Il meretricio viene defini-
to come un'attività che viola la tranquillità e l'ordine pubblicò e si prevedono san-
zioni contro l'adescamento e i clienti.
Grecia. Le prostitute debbono iscriversi in appositi registri e sottoporsi a visite me-
diche periodiche che autorizzano a svolgere il lavoro in veste quasi ufficiale.
Svezia. E' uno dei Paesi europei più severi nei confronti del sesso a pagamento. An-
che se non è considerato reato, una legge in vigore dal gennaio 1999 ha introdot-
to maniere forti nei confronti dei clienti. Se colti in flagrante rischiano da sei mesi
a un anno di carcere. Non sono punibili le prostitute, ma è sanzionato l'adesca-
mento.
Irlanda. E' considerata un reato. Niente case chiuse e sono previste multe e l'arre-
sto sia per le prostitute sia per i clienti.
Stati Uniti. Il Nevada è l'unico stato in cui, dal 1972, la prostituzione è legale: le
case chiuse sono diffuse nella maggior parte delle contee.
Ungheria. E' legale, ma sono vietate le case di tolleranza. Nel 2007 alcune prosti-
tute hanno ottenuto lo status di "lavoratore autonomo".
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La prostituzione negli altri paesi
Secondo un'indagine della Commissione Affari sociali della Camera del 2003, le
prostitute sarebbero in Italia dalle 50.000 alle 70.000. Almeno 25.000 immigrate,
2.000 minorenni e più di 2.000 le donne e le ragazze ridotte in schiavitù. Il 65%
lavora in strada, il 29,1% in albergo, il resto in case private. Il 94,2% delle prosti-
tute sono donne, il 5% transessuali e lo 0,8% travestiti.
I dati
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