Numero 8 del 2009
Ozio pigrizia tempo libero
Testi pagina 15
di madre in figlia
A qualcosa che mi manca. Penso al tempo per me, penso
alla contemporanea possibilità di approfondire ciò che mi
interessa e non fare nulla. Penso ad un momento di durata
limitata fra più momenti di attività.
In teoria sì, in pratica un po' meno. Mettere insieme tempi
diversi per molto tempo è stata la negazione dell'ozio. I figli
prima piccoli e poi grandi, le questioni burocratiche, il lavo-
ro, … ti fanno "rimanere sempre accesa". Diciamo che cerco
di pianificare una gestione fatta di mille imprevisti, mai
standardizzabili.
Oggi si parla spesso di "ozio creativo", di liberare tempo al
lavoro per attività che aumentino il capitale sociale... la
cruda realtà è che da un lato invidio chi può esercitare tutta
questa creatività, dall'altro realizzo che sono veramente
pochi.
Credo che le donne imparino alla svelta per sopravvivere.
Quando senti parlare il genere femminile attivo nel lavoro e
nella famiglia ti accorgi subito di come i numerosi incastri
garantiscano coperture alle molteplici attività previste per
tutti i componenti del nucleo familiare nell'arco della gior-
nata.
Potendo, anche oggi credo che in molte sapremmo come
oziare. Forse saranno cambiate le modalità rispetto al pas-
sato, ma credo che ogni persona sia in grado di trovare, in
poco tempo, il modo per oziare al meglio. Talvolta mi piace-
rebbe anche annoiarmi un po', come da piccola.
Che qualsiasi macchinetta, lasciata sempre accesa e al
massimo, ad un certo punto si rompe. Occorre pensare anche
al proprio benessere, a un po' di relax facendo quel che più
ci piace (attività ludiche o semplicemente guardare le nuvo-
le). Chiamiamola pure "buona manutenzione".
Il valore dell'ozio, il valore del tempo
Penso al giusto alternarsi di periodi di tempo che non si
concentrano sulla tua principale attività (lo studio, il lavo-
ro..) e che ti permettono di ricaricarti. La giusta pausa per
ricominciare con grinta.
È assolutamente necessario, altrimenti rischio di non con-
cludere nulla. Da un lato l'Università mi costringe ad un
ritmo serrato: le lezioni - gli esami - una o due settimane di
pausa - le lezioni - gli esami - la pausa. Anche le settimane,
se vuoi mantenere il ritmo, debbono essere regolate. Studio, e
momenti ludici.
Talvolta anche bighellonare senza combinare nulla aiuta
a scaricarsi. Forse assume connotazione negativa quando
l'ozio è fine a se stesso e troppo prolungato, quando la meta-
fora per descriverti è quella del bradipo.
Sicuramente puoi imparare. Solitamente la famiglia e la
scuola (se hai la fortuna di incontrare buoni insegnanti) pos-
sono aiutarti ad imparare un metodo per organizzarti. Mio
padre mi ha insegnato ad organizzarmi, mia madre ad esse-
re più creativa.
Oggi gli stimoli esterni sono tanti, soprattutto quando sei
giovane avresti tante di quelle cose da fare che non è facile
non far nulla. Probabilmente nel passato, viaggiando meno
e frequentando meno, rimanevano tempi lunghi per riflettere,
magari per annoiarsi. Comunque, impegnandosi un po', non
è difficile trovare un po' di tempo per sé.
Direi di fare una lista delle proprie priorità, verificare se
tutte sono assolutamente e indispensabilmente da affrontare
subito. Consiglierei di farsi la domanda, di prendere un gros-
so respiro, poi di buttar fuori l'aria, e di darsi una risposta.
Ti senti in grado di organizzare bene i tuoi tempi di vita?
A cosa pensi quando pensi all'ozio?
Pensi che l'ozio abbia più una connotazione positiva o negativa nella vita di oggi?
Credi che la capacità di organizzare i tempi della vita, e quindi riuscire a ritagliarsi tempi per oziare
più o meno creativamente sia un qualcosa di innato o si possa imparare?
Credi che oggi sia più difficile di una volta oziare?
Un consiglio per chi sostiene di essere sempre e solo in attività potrebbe essere…
Rosa M. Amorevole Alessandra Pennello
noidonne luglio/agosto 2009 15