Numero 12 del 2011
Illuminata umanità
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creti, non bastano quelli che co-
struiamo autonomamente con un buon
rapporto familiare e una buona orga-
nizzazione. È la società che dovrebbe
mettere a disposizione degli strumen-
ti di sostegno, afï¬nché tutte le per-
sone, quindi anche le donne, possano
cogliere quelle pari opportunità sul la-
voro di cui tanto si parla, ma che sono
realizzate solo in parte.
Che prospettive e progetti
ha di fronte?
In questo momento particolare, sono
molti i progetti e le sï¬de da affronta—
re; in quanto rappresentante delle
imprese agricole mi sento di dire che
il nostro è un ambito con grande so-
lidità di valori e grande solidità strut-
turale, anche perché posiamo le nostre
radici sulle imprese dirette-coltivatri-
ci che coinvolgono tutto il nucleo fa-
miliare. Questo si traduce anche in una
solidità economica. Certo, anche per
noi la preoccupazione è forte, ma
quel che dobbiamo fare oggi è che al-
l’agricoltura, in quanto settore prima-
rio, sia dato il giusto riconoscimento
economico, politico, sociale e di svi-
luppo, in quanto l’agricoltura può
dare un contributo importante per su-
perare questo momento di difficoltà e
consentire all’Italia di avere un ruolo
determinante in Europa.
Ha avuto delle maestre di vita?
Sicuramente si, a cominciare da mia
mamma, dalle nonne, insomma dalle
donne della famiglia. Mia mamma ha fat-
to la guerra, la sua generazione ci ha tra-
smesso da una parte le difï¬coltà vissute,
la precarietà , dall’altra il grande corag-
gio della ricostruzione, l’orgoglio nel dare
a noi una prospettiva di vita diversa. Nel
lavoro, come nella famiglia, quello che
è importante non è guardare con gli oc-
chi dell’«io« ma guardare con gli occhi
del «noi». Mi ha insegnato molto os-
servare e ascoltare, nel periodo di for-
mazione, le donne della politica, le don-
ne della confederazione. Oggi, avendo
un ruolo importante, tocca anche a me
cercare di essere un punto di riferi-
mento, ma soprattutto di aiuto per le
giovani donne, per le giovani impren-
ditrici, e trasferire al meglio competenze
e conoscenze che possano essere utili
per il futuro.
Secondo lei, cosa ha fatto la sua
generazione per l’Italia?
E l’Italia per la sua generazione?
La nostra è una generazione fondata su
grandi ideali, ma anche su una relati-
va serenità economica. In questa con-
giuntura è la prima volta che tocchia-
mo con mano veramente la crisi,prima
ne avevamo sentito solo parlare. Sia-
mo una generazione che si è battuta
per realizzare gli obiettivi che si è p0-
sta. Cosa abbiamo dato alla società ? Di-
rei un grande entusiasmo. Cosa ha dato
a noi? Forse la possibilità di esprimerci,
ma quello che abbiamo vissuto è sta-
to tutto molto sudato, molto faticato.
È più complesso pensare a ciò che l’Ita-
lia ha fatto per noi. Un uomo forse ri-
sponderebbe in maniera diversa, per-
ché anche loro hanno messo entusia-
smo e ideali, ma ad esempio sul famoso
tetto di cristallo la testa l’abbiamo
sbattuta noi, e quel tetto c’è ancora.
Abbiamo impiegato grandi energie, ab-
biamo vissuto e vinto molte battaglie
sociali, da giovani e da giovanissime;
ma è una lotta incompiuta. Il tetto di
cristallo resta, e con esso ci restano
l’amarezza, la preoccupazione e la vo-
glia di continuare a esserci perché pri-
ma poi si infranga.
Cosa direbbe ai/alle giovani
per avvicinarli all'agricoltura?
Innanzi tutto farei conoscere le im-
portanti esperienze di imprenditoria
femminile, grande riferimento per
l’agricoltura che vede in crescita la ti-
tolarità e il protagonismo delle donne.
Le donne hanno scritto nel loro dna il
tema alimentare, per la loro capacitÃ
di alimentare la famiglia e di nutrire
i/le figli/e quando nascono; in agri-
coltura si ritrova 0 si esprime questa
caratteristica, rivolgendola ad altri, alla
società nel suo complesso, con una par-
ticolare attenzione alla qualità , alla
multifunzionalità , alla capacità di al-
largare lo sguardo dell’azienda alla cura
del territorio e sul mondo circostante:
la donna imprenditrice agricola è in-
novativa, pensiamo ad esperienze
come l’agriturismo, ai servizi al pub-
blico (agrinido, fattorie didattiche...).
Inoltre, nella crisi c’è un ritorno alla
terra, a riscoprire l’ambiente in gene-
rale come attrattiva per i/le giovani e
per le donne. In Confederazione ab—
biamo molti progetti che vanno in que-
sta direzione, come quelli portati
avanti dall’associazione Donne in cam-
po: occasioni e strumenti per suppor-
tate giovani donne nel fare impresa, per
avvicinare l’agricoltura.
noidonne | dicembre | 2011
foto di Luca Benessi