Numero 9 del 2012
Futura: Il domani che è tra noi / 1
Testi pagina 15
uando una proposta di legge si intitola “Norme per
le politiche di genere e per una nuova civiltà delle
relazioni tra uomini e donne" non può che avere un
obiettivo ambizioso. E non può che scaturire da un
ensiero forte, coltivato nei flutti dell’elaborazione
teorica e nell'incrocio con le pratiche politiche del femmini-
smo. Accade in Umbria per iniziativa della vigorosa Presi-
dente della Regione Catìuscia Marini, che non intende in-
gabbiare questa esperienza nell'assolvimento di compiti -
ispirati più alla ragioneria che alla politica - imposti dalla tec-
nocrazia di Bruxelles e dalla maledizione dello spread. È una
legge che “investe sulla forza delle donne e non sulle sue de-
bolezze", spiega Catiuscia Marini, perché “tesaurizza le espe-
rienze e il pensiero che le donne hanno maturato in anni di
riflessioni su loro stesse e di lavoro nella società e perché lan-
cia una sfida: tenere insieme obiettivi di governo con obiet-
tivi di natura culturale e di promozione di una nuova visione
della società e delle relazioni tra uomini e donne, ma anche
tra cittadini e cittadine e istituzioni, tra privato sociale e im-
prenditoria, tra la progettualità politica e le esigenze delle
persone". La proposta di legge valorizza le competenze delle
donne e da questo punto di vista chiede di rivedere le politi-
che regionali scegliendo la strada delle azioni tangibili- piut-
tosto che dei piani - ispirate ad una diversa relazione tra
donne e uomini nel contesto naturale, produttivo e culturale.
Non a caso, infatti, il preambolo sollecita “l’impegno di tutti,
del pubblico e del privato, in una rinnovata, trasparente e fer-
tile alleanza, per un modello di sviluppo giusto e solidale che,
superando lo sperpero delle risorse comuni e l'appropria-
zione di pochi, metta al centro la soddisfazione dei bisogni
materiali, culturali e spirituali delle donne e degli uomini di
tutte le età nelle loro differenze. Uno sviluppo umano basato
sul valore della sobrietà su un'idea ’ricca' della persona,
colta nella sua complessità multidimensionale e nelle sue dif-
ferenze, di cui diritti, lavoro e cittadinanza si ripropongono
come coordinate decisive". Non è, quindi, una legge sulle
azioni positive destinata a tutelare le donne in quanto sog-
getti deboli, ma l'espressione di una chiara volontà politica
che assume come asse portante dell'intera impalcatura il
principio della interdipendenza tra esseri umani e la ten-
sione verso un benessere economico-sociale in una visione
olistica di beni, viventi, lavoro e ambiente. L'obiettivo è rag-
giungere una piena ‘cittadinanza di genere’ nella vita sociale,
culturale ed economica anche raccogliendo le indicazioni
dell’Unione europea, che ritiene necessaria l'adozione della
prospettiva di genere in ogni politica ed in ogni fase dei pro-
cessi politici. “La grande novità della proposta di legge è l'ap-
proccio orizzontale in ogni politica espressa a livello regio-
nale mediante interventi che non possono più essere pensati
e attuati in modo settoriale - osserva Marini -. Il punto di os-
servazione è femminile e le indicazioni sono organizzate per
rispondere alla complessità dei bisogni di chi è al tempo
stesso studentessa e utente del servizio sanitario, oppure la-
voratrice e vittima di violenza domestica. Abbiamo voluto su-
perare l'idea delle leggi di settore che come movimento delle
donne abbiamo ottenuto negli
anni, di cui non disconosco
l'importanza naturalmente,
per andare verso una possi-
_ bile organicità degli intere-
Umbrla venti". È un nuovo approccio,
e tutto femminile, che sem-
brerebbe anche in sintonia con i tagli e le razionalizzazioni
imposti alla Pubblica Amministrazione. “Chiediamo a tutti e
tutte uno sforzo culturale interessante - continua Marini - che
abbia come presupposto il superamento di una visione ste-
reotipata anche degli interventi possibili (uguaglianza, parità ,
pari opportunità ecc) e proviamo a tenere insieme diversi
obiettivi ed impegni strategici rivolgendoci, nella dimensione
regionale, a tutti i luoghi decisionali: da quelli istituzionali
quali la scuola o gli Enti Locali, a quelli privati come il mondo
dell'imprenditoria. Una volta approvata, questa legge inci-
derà profondamente anche nel modo di lavorare delle strut-
ture pubbliche: saranno costrette a superare l’attuale setto-
rialità organizzativa e culturale che oggi scandisce il
funzionamento della macchina amministrativa". Non teme,
Presidente Marini, l'accusa di tornare indietro rispetto alle
tante leggi di tutela per le donne? “Questa proposta di legge
è figlia di una cultura che viene da lontano, è maturata con
le esperienze positive e anche con i fallimenti dei percorsi
delle donne. È l'espressione profonda di un’idea assoluta-
mente femminile e femminista dello stare insieme e di una
cittadinanza piena e consapevole. Non capita spesso alle
donne di essere ai vertici e vorrei provare a vedere se per
quanto abbiamo elaborato, spesso distanti da luoghi che
sentiamo ostili come quelli istituzionali, riusciamo a creare un
percorso di concreta applicazione delle nostre idee, utiliz-
zando gli strumenti di cui disponiamo. Ma, attenzione - av-
verte Marino - non è una legge 'manifesto' che dà inizio a
qualcosa di nuovo o che afferma un principio astratto. In re-
altà proviamo a mettere a sistema l'esistente, a partire dalle
leggi di questa regione, anche quelle ’antiche’ come quelle
sull'imprenditoria o sul welfare, sulle politiche del lavoro o
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