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Numero 1 del 2016

L'utero è mio e....? Maternità surrogata


Foto: L'utero è mio e....? Maternità surrogata
PAGINA 15

Testi pagina 15

13Gennaio-Febbraio 2016
L’associazione AMICA (associazione medici italiani contrac-cezione aborto) ha inviato una lettera aperta alla ministra del-la salute, Beatrice Lorenzin, riguardo le modalità dell’aborto
medico (o farmacologico, RU486), sollecitando un cambiamento
della normativa di applicazione che oggi prevede un ricovero ospe-
daliero di tre giorni.
Sulla base delle evidenze scientifiche, dell’esperienza ultraventen-
nale e delle raccomandazioni dell’OMS, non c’è alcuna ragione che
sostenga la ragionevolezza dell’attuale normativa. L’aborto medico
può essere espletato in sede ambulatoriale e sarebbe raccomanda-
bile nei consultori familiari dove, peraltro, l’obiezione di coscienza è
molto meno presente rispetto all’ambito ospedaliero, solo in ultima
ratio in regime di day hospital, come peraltro prescrive con molta
previdente saggezza la stessa legge 194/78. Come dovrebbe esse-
re per tutti i servizi di primo, secondo e terzo livello per qualsivoglia
attività del servizio sanitario nazionale deve essere garantita l’inte-
grazione in rete.
Sostenere che tale semplificazione possa rappresentare una bana-
lizzazione del ricorso all’aborto è un’offesa alla dignità della donna
e un insulto all’evidenza dei fatti. Anche i legislatori oppositori della
legge 194/78, tra le altre motivazioni, addussero tale timore soste-
nendo che legalizzando l’aborto si sarebbe banalizzato il suo ricorso
e sarebbe aumentata la sua richiesta. L’andamento epidemiologico
dell’IVG, documentato ogni anno dalle relazioni ministeriali al parla-
mento, grazie al sistema di sorveglianza attiva messo a punto e ge-
stito dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in collaborazione con il mi-
nistero, l’Istat e le Regioni e Province Autonome, ha clamorosamente
smentito tale timore: la legalizzazione, e soprattutto il riconoscimento
alla donna del diritto all’ultima parola, ha determinato una crescita
di consapevolezza sempre maggiore nella gestione della procre-
azione responsabile, grazie all’impegno dei consultori familiari nel
garantire informazione e counselling. Le indagini nazionali condotte
negli ultimi 15 anni dall’ISS testimoniano l’aumento nell’uso di metodi
per la procreazione responsabile in modo incontrovertibile. Il ricorso
all’aborto tra le italiane è diminuito del 70% (relazione ministeriale
2015) e anche tra le straniere il ricorso all’aborto sta diminuendo,
grazie al lavoro prezioso dei consultori familiari.
È espressione di totale irresponsabilità politica, amministrativa e tec-
nica effettuare interventi terapeutici in strutture inappropriate anche
per i costi aumentati indebiti che si devono sopportare e senza tra-
scurare i rischi di infezioni nosocomiali, particolarmente perniciose e
difficilmente controllabili a causa dell’antibiotico-resistenza.
Il richiamo all’appropriatezza gestionale rimanda anche alla insensa-
tezza scientifica di limitare l’aborto medico entro i 49 giorni quando
le raccomandazioni OMS e l’esperienza consolidata internazionale
indicano appropriato un termine di 63 giorni , il che aumenterebbe
fino a oltre il 50% il numero di IVG espletabili con procedura medica.
Il quadro dell’appropriatezza clinica e gestionale si completerebbe
se si ponesse fine allo scempio di eseguire l’aborto chirurgico in
anestesia generale.
Alla maggiore tutela della salute della donna corrisponderebbe un
ingentissimo risparmio di risorse da impiegare per potenziare i con-
sultori familiari secondo le raccomandazioni del Progetto Obiettivo
Materno Infantile, il che produrrebbe ulteriori innumerevoli benefici
di salute e ulteriori risparmi economici.
ABORTO
FARMACOLOGICO
E APPROPRIATEZZA
DELLE CURE
Si parLerà Di…
nel programma figurano, tra gli altri, interventi di
Giuseppe Crovini
(ginecologo, dirigente unità specialistica di ostetricia
e ginecologia dell’ospedale di Vaio e direttore
dipartimento chirurgico Ausl di Parma);
enrica bertola (uroginecologa ospedaliera, sulla
consapevolezza del perineo e delle sue funzioni);
paolo Di benedetto (fisiatra e neurologo, sul silenzio
intorno alle disabilità perineali e la qualità della vita);
Giuseppe Dodi (coloproctologo, sul prolasso rettale);
Stefano Mazzieri (ingegnere biomedicale) e
roberto Merletti (ingegnere ingegneria del
sistema neuromuscolare) sui costi sconosciuti delle
incontinenze);
antonella Cavalieri (ostetrica riabilitatrice,
sull’approccio olistico nella riabilitazione perineale);
roberto Carone (urologo unità spinale);
Lodovica Cugini (ostetrica ospedaliera);
Michele Grandolfo (epidemiologo, sulle incontinenze
post parto);
Mario De Gennaro (urologo pediatrico, sull’urologia
nel bambino),
andrea prati (urologo dirigente unità specialistica di
urologia dell’ospedale di Vaio);
Mauro Garaventa (presidente A.I.U.G -Associazione
italiana uro-ginecologi);
anna Maria Gibin (psicologa) e
antonella Cavalieri (ostetrica-riabilitatrice) su disturbi
alimentari e disfunzioni perineali;
Filippo Murina (ginecologo, responsabile del servizio
di patologia vulvare dell’ospedale V.Buzzi di Milano,
direttore scientifico Associazione Italiana di Vulvodinia)
sulle disfunzioni perineali e sessualità e vulvodinie;
Carla Verrotti (ginecologa salute donna Az Usl Parma)
e Samuela Frigeri (avvocata, centro antiviolenza di
Parma) su violenza alle donne e mutilazioni genitali
femminili; le fisioterapiste elisa Scotti e Giulia Freschi
insieme a Daniela isetti (presidente federazione
ciclistica italiana) sulla tutela del perineo nelle attività
sportive;
Manila Massari (psico-pedagogista)
e Luciana Malmassari (responsabile commissione
invalidi civili Azienda Usl di Parma) su un’indagine
epidemiologica nelle realtà lavorative di aziende del
territorio.
Carmen Motta, già deputata, seguirà i lavori anche
come moderatrice di alcune sessioni.
www.donnaesalute.org
mail: info@donnaesalute.org
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