Numero 10 del 2008
Futuro (passato) prossimo
Testi pagina 14
ottobre 2008 noidonne14
L'anno scolastico si è aperto all'insegna delle proteste
contro i tagli del Governo agli stanziamenti e contro le
nostalgie del passato per il maestro unico. La Ministra Ma-
riastella Gelmini invoca ordine e disciplina ripristinando il
voto in condotta e il grembiule. Se tutto fosse confermato
si tratterebbe di un vero e proprio terremoto con aumen-
to del numero dei bambini nella classi, decine di migliaia
di insegnanti disoccupati e pesanti interrogativi sull'effica-
cia della didattica. Cosa funziona e cosa no, dal punto di
vista di chi nella scuola vive e lavora?
La scuola, il vivaio dei cervelli dove giorno dopo giorno i
nostri figli e le nostre figlie trascorrono gran parte del
tempo, sembra essere il carburante dei viaggi nel tempo
compiuti dalla politica italiana e perciò si consuma.
Viaggi nel tempo che danno e tolgono risorse, econo-
miche e umane, viaggi nel tempo che confondono passa-
to e futuro, viaggi nel tempo che confondono il senso del-
la memoria, dei valori e delle buone e cattive prassi.
Un anno fa l'allora ministro Fioroni, in una nota rivolta a
tutto il personale scolastico, diceva di non aver voluto fare
"grandi riforme che stravolgessero ancora una volta il si-
stema di istruzione italiano" e di aver bensì riconsegnato
la scuola "al buon senso e alla saggezza degli insegnanti"
impegnandosi a sostenerli concretamente, fornendo loro
quelle certezze che permettono di lavorare con serenità.
Senza entrare nel merito della (non) riforma Fioroni, in
queste parole si riconosce almeno il senso di voler lasciare
un po' quiete le acque, di dare continuità, spazio e tempo
per poter lavorare. Ma le parole dell'uno e dell'altro mini-
stro si rincorrono a distanza di pochi mesi, e leggendole a
fondo sembrerebbe di trovare una conclusione meno otti-
mista: tutto va affidato, come sempre, alla buona volontà
del singolo. Al resto ci pensino le famiglie.
Nel disorientamento che ha accompagnato i primi gior-
ni del nuovo anno scolastico, tra annunci ed editti, abbia-
mo pensato di parlare con chi nella scuola ci vive e ci lavo-
ra - dirigenti scolastici, insegnanti, genitori - per cercare di
comprendere quali sono le reali criticità dell'universo sco-
lastico, cercando di capire cosa, secondo loro, funziona e
cosa non funziona.
Miriam,
maestra elementare.
"Lavoro da anni nella scuola, tra l'altro in
una delle strutture a più alta presenza di bam-
bini stranieri, e ho quindi un'esperienza non
solo strettamente didattica ma legata anche a
progetti di integrazione culturale. Ciò che fun-
ziona sono le insegnanti, nel senso che nella
scuola elementare mi sento di poter dire che -
mediamente - serietà e competenza ci sono.
Ciò che non funziona, invece, è la totale man-
canza di utilizzo delle risorse interne. Nelle no-
stre scuole ci sono spesso professionalità spe-
cifiche, ad esempio insegnanti con una forma-
zione musicale, artistica, motoria o scientifica,
ma l'istituto non le sa valorizzare e sfruttare al
meglio".
Andrea Bouchard, maestro
elementare
"Innanzitutto vorrei dire che parlare di
maestro unico, come tutti i ritorni al passato,
non ha senso. Utilizzare delle soluzioni che ap-
partengono ad un tempo precedente, per ri-
solvere i problemi del presente è inutile perchè
il contesto è differente. Basta fare un esempio
molto semplice: oggigiorno tutti lavorano in
equipe perchè una società moderna e com-
plessa ha bisogno di una molteplicità di punti
vista; è evidente che questo valga anche nella
programmazione didattica. Una delle cose bel-
le della scuola elementare odierna è proprio il
lavoro di équipe; una collegialità che non esi-
ste negli altri livelli scolastici (introdotta dalla
legge 184/90) che concepisce anche la didatti-
ca come una forma di democrazia. E questa è
una forza della scuola primaria che diventa
così luogo di esercizio delle democrazia, luogo
Elementari:
editti o riforme?
servizio a cura di Nadia Angelucci e Elena Ribet