Numero 4 del 2008
UDI: 50E50, donne e rappresentanze
Testi pagina 14
Chiunque abbia risposto al sondag-gio del mese ritiene che la televisio-
ne sia un potentissimo strumento di
condizionamento: il 60% ritiene influen-
zi le persone e ne condizioni scelte e
comportamenti; il 22% ritiene che siano
le persone più semplici, quelle senza
strumenti culturali, a rimanerne mag-
giormente influenzate; qualsiasi pro-
gramma passi in televisione diventa un
evento importante perl'8%.
Il 2% ritiene che le persone pensino
con la loro testa e l'8%, per non correre
rischi, guarda poco la tv.
Quello che prevalentemente non si
sopporta di vedere, pur se variamente
articolato, si concentra su alcuni punti
comuni: la superficialità con la quale
vengono trattati argomenti anche molto
importanti, i luoghi comuni e il basso li-
vello di alcune produzioni, la rissosità
delle trasmissioni ("sia per parlare di fi-
danzati, problemi sociali o politica") ,
la volgarità e gli spettacoli futili in cui
"il talento non è indispensabile" ("attri-
ci, attricette, veline .. le fiere dell'ov-
vio"), la spettacolarizza-
zione dei casi umani, la
pubblicità che interrompe
sempre i programmi, la
percezione indotta che
tutto si compri, l'uso ste-
reotipato delle donne e
del loro corpo. E non
mancano riferimenti a
trasmissioni di grande
ascolto: "Gli amici di Ma-
ria De Filippi", Porta a
Porta, e tutta quella pro-
duzione di reality che par-
te dal "Grande Fratello" ed
approda all' "Isola dei fa-
mosi".
La televisione ha avuto
il pregio di farci conoscere realtà lonta-
ne, di farci confrontare, di far parlare l'i-
taliano in un Paese il cui i mille dialetti
favorivano l'incomunicabilità.
Ma tra chi ha risposto prevale la cri-
tica, l'elencazione dei difetti più che dei
pregi: "ha abbassato il livello culturale
medio", a creato i movimenti d'opinione
(innocentisti e colpevolisti) a fronte di
delitti ancora irrisolti, "ci ha fatto abi-
tuare all'apparenza e non alla sostan-
za", ci ha fatto "consumare di più". "Tut-
to è divenuto immagine, ma tutto è di-
venuto più volgare".
Ha cambiato la nostra gestione del
tempo libero, le nostre linee estetiche
("sei bella solo se magrissima"), a fatto
divenire il gossip la fonte prima dei no-
stri interessi, ha rappresentato le donne
come subalterne imbrigliandole nel ruo-
lo di "veline", ci ha resi "meno rispettosi
e meno disposti all'ascolto dell'altro".
Ha condizionato il nostro modo di "os-
servare e giudicare il mondo, ridefinen-
done le priorità", ha modificato il nostro
"immaginario collettivo sulla vita e sul-
l'amore".
Tra i programmi indicati come mi-
gliori, sulla base anche dei propri inte-
ressi, "Che tempo che fa", "Report", qual-
che programma del La7 sono quelli che
registrano i maggiori consensi.
A questi si aggiunge la richiesta di
programmi divulgativi, approfondimen-
ti tematici, confronti e contraddittori,
programmi attenti all'educazione di
bambine e bambini.
C'è poi chi non corre alcun rischio di
contaminazione: sono lettrici e lettori
che consigliano di spegnerla!.
Rosa M. Amorevole
Sondaggio di marzo
La televisione condiziona
l’opinione pubblica. O no?
aprile 2008 noidonne14
LA FIGURA DELLA DONNA IN TV:
PASSANO GLI ANNI, MA LA REALTA' NON CAMBIA
Febbraio 2008. Fotografia impietosa di Emma Bonino nel rapporto
annuale sullo stato di attuazione della strategia di Lisbona. Riferendosi
all'immagine televisiva della donna, ha affermato che "Esistono tre stereo-
tipi: la donna dal pluriorgasmo del mattino presto perché ha scoperto un
superdetersivo, quella nuda e ammiccante a qualsiasi ora, anche quando
si è appena svegliata e fa freddo, e la donna che lavora che, se è una com-
messa, è buona e generosa, se è manager è antipatica come la muffa,
divorziata e con figli cresciuti tutti storti. La figura della donna delineata
dai media è sconfortante ed esilarante - ha aggiunto - e ogni ragazzino che
guarda la tv è portato a chiedersi se la donna abbia cervello".
"Donne, lavoro e televisione: l'immagine televisiva nei programmi di
informazione"
Ricerca dell'Osservatorio di Pavia per il CNEL (2005)
La presenza televisiva delle donne è marginale: non solo dal punto di
vista numerico, ma anche dal punto di vista della qualità e della varietà dei
ruoli svolti nei programmi di attualità e di approfondimento. Vengono rele-
gate in ruolo di narratrici, di portatrici di sapere comune piuttosto che di
esperte di settori specifici ed incaricate di ruoli autorevoli.