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Numero 3 del 2008

Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008


Foto: Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008
PAGINA 14

Testi pagina 14

“I dati sulla prostituzione a volte ten-dono a descrivere una sorta di per-
vasività di corpi in vendita che invado-
no le città. La realtà è molto diversa,
basti pensare che nella Roma papalina
del '600 c'erano molte più prostitute di
quante non ce ne siano oggi. Al di là dei
numeri, la questione della percezione
gioca un ruolo fondamentale". Vittoria
Tola, esperta in 'trafficking', ha lavorato
in organismi nazionali e ricoperto diver-
si incarichi istituzionali. Già Pre-
sidente della Commissione Inter-
ministeriale per l'attuazione del-
l'art.18, Tola collabora a numero-
si progetti governativi e insieme a
Francesco Carchedi ha curato la
ricerca-azione "Prostituzione e
traffico di donne a scopo di sfrut-
tamento sessuale. Analisi delle
trasformazioni correnti nei princi-
pali gruppi nazionali coinvolti e
nuove strategie di intervento di
protezione sociale".
La ricerca del Comune di Roma
- svolta da Parsec, in collabora-
zione con la Casa dei diritti so-
ciali-Focus, Erithros, Fondazione
Internazionale Lelio Basso, Impe-
gno per la promozione, Lila Lazio,
Magliana 80 e Cooperativa Lotta
all'emarginazione sociale - si è
concentrata sulle osservazioni di
operatori di strada e ha tracciato
un quadro sulla presenza delle
donne trafficate e che esercitano
la prostituzione nell'area romana.
"Si tratta di partire da una sti-
ma sull'intero territorio nazionale
- precisa Vittoria Tola -comprensi-
va della prostituzione in strada e
di quella al chiuso, che raggiunge-
rebbe l'ammontare complessivo di un
minimo di 29.420 e un massimo di
38.070 persone". Al Nord la prostituzio-
ne è più diffusa, tra le 15.635 e le
20.170 persone, nel Centro oscilla tra le
10.000 e le 12.500 e nel Sud tra le 3.800
e le 5.600. Nel settemtrione le regioni
più interessate sono Piemonte, Lombar-
dia, Veneto, nell'Italia centrale il Lazio e
nel Meridione Campania, Abruzzo e Pu-
glia.
Dalle interviste risulta che le donne
straniere che esercitano la prostituzione
al chiuso, rispetto alle italiane, raggiun-
gono ormai il 75/80% circa nel Centro-
Nord e circa il 40/50% nel Sud. Stiamo
parlando di donne (80,8%), uomini
(2,7%), transessuali (16,5%), prove-
nienti da Est Europa, Africa, America
Latina, ex URSS e Asia, di età compresa
per lo più tra i 21 e i 30 anni (74,3%)
[Dati su uscite e contatti registrati dalle
Unità di strada 15 Ottobre '99 - 15 Ot-
tobre '04 - elaborazione su dati del Co-
mune di Roma - V Di. Progetto Roxan-
ne]. La prostituzione ha una sua intrin-
seca dinamicità dovuta anche alla mo-
bilità geografica e stagionale durante
l'anno, sia sul territorio nazionale che
transnazionale. Ciò giustifica la varia-
bilità di percezione e di visibilità socia-
le del fenomeno.
"È molto diverso parlare di prostitute
italiane, migranti, transessuali o omo-
sessuali; i clienti sono diversi, differenti
le realtà territoriali e municipali che
creano o attenuano gli allarmi sociali e
il disagio nelle diverse componenti della
popolazione" afferma Vittoria Tola.
Dai dati socio-demografici del Pro-
getto Roxanne si evince che i tipi di con-
sulenza (oltre 1000 su 22.900 contatti
di strada) sono stati relativi all'Art. 18,
alla consulenza sanitaria e legale, ma
per la maggior parte alla consulenza so-
ciale (32,5 %) e di sostegno (26,4%). Ai
contatti hanno fatto seguito azioni di-
verse, tra cui percorsi di reinserimento
socio-lavorativo, accoglienza nelle 'case
di fuga'. "Negli ultimi decenni quello
della prostituzione si è caratterizzato
come un fenomeno multiplo, variegato e
particolarmente mutante nel tem-
po. Le caratteristiche dei diversi
segmenti che lo compongono
(sesso, età e nazionalità), la loro
composizione quantitativa e
qualitativa, i luoghi e gli spazi
dell'esercizio prostituzionale (in
strada, in bordelli ufficiali o in-
formali, in locali a "luci rosse",
eccetera), la presenza o meno di
forme di autonomia ed indipen-
denza da parte delle donne coin-
volte contribuiscono a dare al fe-
nomeno una configurazione piut-
tosto complessa ed articolata" af-
fermano Francesco Carchedi e
Vittoria Tola nella Relazione di
Sintesi della Ricerca-azione. Esi-
ste, quindi, una molteplicità di
prostituzioni. "Questa complessi-
tà - e le contraddizioni che da es-
sa scaturiscono - permane come
una difficoltà di comprensione
del fenomeno nella sua totalità e
come una difficoltà (quasi strut-
turale) - sia in ambito italiano
che in ambito europeo - che riesce
a condizionare direttamente le
soluzioni differenti legislative che
man mano si vanno elaborando e
conseguentemente le politiche so-
ciali e territoriali finalizzate a compren-
derlo e nel comprenderlo a governarlo".
Nell'Unione Europea il quadro nor-
mativo e le politiche sociali sono molto
eterogenee: si alternano posizioni proi-
bizioniste, abolizioniste e neo-regola-
mentariste che oppongono la negazione
totale del fenomeno e il rigido controllo
sociale. "Proibire la prostituzione vuol
dire non riconoscerla come fenomeno
sociale ma solo come fenomeno delin-
quenziale, come una forma perniciosa
di devianza sia per quante/i la pratica-
no sia per quanti l'acquistano sia per
quanti la sfruttano. Gli attori che dan-
marzo 2008 noidonne14
Prostituzione, clienti e società
Diritti e reati
Elena Ribet
Fotografia di Valeria Floris
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