Noi Donne Home La Nostra Storia Archivio Materiali Contatti

Ricerca nell'Archivio

Numero 11 del 2009

Sex love & ...


Foto: Sex love & ...
PAGINA 14

Testi pagina 14

novembre 2009 noidonne14
Ci sono luoghi dell'anima ai quali di
necessità manca un tempo. Inesorabile
ed immutabile nel suo incessante dive-
nire, Kronos non può scandire il dolore e
la malattia, il tormento e l'angoscia. La
sofferenza abita i luoghi del Kairos, che
immancabilmente presiede al rito dell'e-
ternità che si fa istante ed eternamente
si rinnova. Il dolore, in un istante, sen-
za fine. La sofferenza non può mai esse-
re un valore. E nulla dovrebbe ripugna-
re maggiormente lo spirito umano del
dolore inflitto ad un essere capace di
averne consapevolezza. La persecuzio-
ne, la tortura e la morte di animali che
talvolta soddisfa esclusivamente becere
idealità rituali che sopravvivono per il
loro pseudo carattere sociale, ci induce
a riflettere sul riconoscimento del diritto
di autodeterminazione anche verso le
altre specie viventi capaci di soffrire. Le
distanze dell'etica sono luoghi che spes-
so ci rifiutiamo di abitare. Il dolore che
ci appartiene, aldilà di una mera espe-
rienza solipsistica di cui spesso abbia-
mo percezione, non può mai essere pie-
namente condiviso. La sofferenza si
scruta ma non si lascia guardare, si sen-
te senza che possa essere udita. La co-
scienza, aggredita dall'esperienza del
nulla, si rifugia altrove. I valori, come
già rilevava Balzac nella sua celebre
parabola del mandarino cinese, reciso il
freno legale rappresentato dal castigo,
allentata la morsa della solidarietà
umana per effetto della distanza, mo-
strano serie difficoltà a reggersi sulla
semplice compassione, sul puro senso
morale. Confuse immagini di libertà ne-
gate ci fissano dalle loro
prigioni, in un percorso
angoscioso rudemente
esteriorizzato, che invita
alla fuga e solo a tratti co-
stringe alla riflessione. Un
chiaro esempio di questa
fuga del senso morale di
fronte alla sofferenza più
atroce è rappresentato dal caso degli
Orsi della Luna e delle fattorie della bile
in Cina, Vietnam e Corea. In tutta l'A-
sia, più di 20.000 orsi sono imprigiona-
ti in gabbie grandi quanto il loro corpo,
per l'intero arco della propria esistenza,
utilizzati per l'estrazione della bile. Un
bastone d'acciaio è forzato attraverso
la loro cistifellea, in modo che la bile
possa scorrere giù in un secchio. L'im-
mobilità e la compressione
perenni causano agli orsi
gravi deformazioni delle
ossa, piaghe da decubito e
svariate infezioni. Normal-
mente, per ogni due im-
pianti della fistola riusciti,
ci sono altri due o tre orsi
che muoiono a causa delle
complicazioni. La quasi to-
talità degli orsi detenuti negli
allevamenti, quando la morte non so-
praggiunga prematuramente a portare
finalmente sollievo, sviluppa il cancro
al fegato. Talvolta gli orsi tentano di
strapparsi le interiora tra ruggiti e urla
di dolore; il loro volto è segnato da in-
terminabili e costanti sfrega-
menti contro le sbarre; molti
sviluppano deficienze cogni-
tive e mentali o sono affetti
da cecità permanente come
riflesso delle torture subite.
Diversi orsi sono privi di uno
o più arti perché catturati in
natura con trappole infernali
e poi rinchiusi nelle fattorie.
Il Governo Cinese e i proprie-
tari degli allevamenti di orsi
proclamano ripetutamente
che l'uso della cistifellea e dei
prodotti derivati dalla bile
d'orso appartiene alla cultura e alla Me-
dicina Tradizionale Orientale. Oggi la
bile viene impiegata anche come ingre-
diente in shampoo, vino, collirio e nella
realizzazione di unguenti. Secondo il
Ministero per le Finanze cinese, prima
del 1980, quando cioè vennero intro-
dotti gli allevamenti come conseguenza
del divieto di caccia nei confronti di
una specie protetta, la richiesta di cisti-
fellea d'orso in Cina era di soli 500 Kg
all'anno. Attualmente la produzione di
bile essiccata proveniente dagli alleva-
menti supera le 7 tonnellate, di cui solo
4 effettivamente consumate. In Vietnam
l'allevamento degli orsi è illegale dal
1992, ma si calcola che circa 4.000
esemplari siano illegalmente detenuti e
sfruttati. Gli orsi neri asiatici una volta
erano molto diffusi anche in Corea, ma
per effetto dell'elevata domanda di ci-
stifellee sono stati cacciati quasi fino al-
l'estinzione. Fa riflettere che siano rima-
sti meno di 30 esemplari allo stato bra-
do. La bile d'orso, lungi dall'essere una
panacea unica nel suo genere, può veni-
re perfettamente sostituita da ben 54
preparati erboristici e diversi altri pro-
dotti di sintesi. Le alternative, inoltre, ri-
sultano più economiche e facilmente re-
peribili. In Asia è consumata più bile
sintetica che bile d'orso; Giappone, Co-
rea e Cina messi insieme consumano
100 tonnellate di bile sintetica all'anno,
più o meno la metà di quella consuma-
ta nell'intero mondo. A questo proposi-
to è utile considerare che la maggior
parte dei cinesi non ha mai utilizzato la
bile d'orso e che l'85% della popolazio-
Corpi
di animali
rispettiamoli
come umani
Parliamo di bioetica
La persecuzione,
la tortura e la morte
di animali ci induce a riflettere sul
riconoscimento del diritto di
autodeterminazione anche verso le
altre specie viventi
“ “
Talvolta
gli orsi tentano di strapparsi
le interiora tra ruggiti
e urla di dolore
“ “
Oggi la bile viene
impiegata anche come
ingrediente in shampoo, vino,
collirio e nella realizzazione
di unguenti... ma potrebbe
essere sostituita da
54 preparati erboristici
“ “
Antonello Palla
Istituto Italiano di Bioetica
www.istitutobioetica.org
\


©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®