Numero 5 del 2009
La nuova Europa
Testi pagina 14
maggio 2009 noidonne14
Mariagrazia Rossilli si occupa di stu-di di genere, ha curato per l'EDIES-
SE il libro "I diritti delle donne nell'Unio-
ne Europea. Cittadine Migranti Schia-
ve", insegna presso la Facoltà di Econo-
mia dell'Università di Parma e nel Ma-
ster in Pari Opportunità a Roma.
Cosa dovrebbero sapere di fonda-
mentale sull'Europa gli uomini e le
donne italiane, prima di andare a
votare alle prossime elezioni?
Dovrebbero sapere che l'Unione Euro-
pea, in particolare con i parametri di
Maastricht, ma non solo, condiziona
fortemente le politiche nazionali e la
quotidianità della nostra vita. Esiste
un'asimmetria di poteri e competenze:
da una parte l'EURO e misure europee
vincolanti per gli stati membri relative,
ad esempio, al debito pubblico rispetto
a cui si è realizzata cessione di sovrani-
tà a Bruxelles, dall'altra esclusiva com-
petenza legislativa nazionale in materia
di politiche sociali. Oppure un altro
esempio, la normativa sull'uguaglianza
uomo-donna nella previdenza sociale è
abbastanza rigorosa, a partire da diret-
tive come quella del '79, mentre la legis-
lazione sulla previdenza sociale in sé, i
diritti pensionistici, di malattia o disoc-
cupazione dei lavoratori e delle lavora-
trici, rimane di competenza nazionale.
Se si volesse approvare una legge euro-
pea sui sussidi di disoccupazione o sugli
ammortizzatori sociali servirebbe l'una-
nimità di 27 Paesi. Le politiche dell'U-
nione Europea ci
hanno condizio-
nato in modo ri-
levante nell'in-
centivare la
flessibilizza-
zione del lavo-
ro ma la rego-
lamentazione
europea dei la-
vori atipici ri-
mane estrema-
mente povera e de-
bole.
Votare alle elezioni
europee non è un 'rituale';
oggi, benché permanga un defi-
cit di democrazia, il Parlamento euro-
peo ha poteri abbastanza ampi. Andare
a votare diventa importante. Si è regi-
strata una tendenza a una bassissima
partecipazione dei cittadini al voto e un
indebolimento relativo delle forze socia-
liste e di sinistra nel Parlamento Euro-
peo proprio quando sono aumentati i
poteri di quest'ultimo. Questo è indice di
una crescente disillusione dei cittadini e
ancor più delle cittadine rispetto all'U-
nione europea e di disinformazione: in-
fatti, dopo i trattati di
Amsterdam e di Nizza, i
poteri del Parlamento eu-
ropeo sono aumentati.
Nella sua conversazio-
ne con Elena Paciotti
pubblicata nel libro da
lei curato si parla del-
l'unificazione del conti-
nente europeo come del-
la più interessante ope-
razione politica dall'ini-
zio del nuovo millennio.
È d'accordo?
Lo trovo interessante;
Paciotti lo dice come aspi-
razione, come orizzonte
ideale del progetto euro-
peo e anche dell'ormai
naufragato Trattato Costituzionale che
miravano a rendere l'Europa un sogget-
to rilevante nel panorama mondiale.
Ma è lei stessa a citare Riccardo Peris-
sich (dal volume 'L'Unione Europea.
Una storia non ufficiale') che afferma:
"C'è piuttosto la tentazione di rinuncia-
re a essere soggetto e non solo oggetto
della storia" […] il
declino dei Paesi
ricchi è un pro-
cesso lungo,
dolce e in un
certo senso
piacevole, per-
ché accompa-
gnato da una
fuga dalle re-
sponsabilità. La
classe dirigente
che ne è all'origine
non è quindi mai
chiamata a risponder-
ne". Lei stessa è abbastanza
pessimista e io sono d'accordo
con lei quando dice che le leadership dei
Paesi europei hanno in fondo rinunciato
a fare dell'Unione Europea un soggetto
politico nel mondo e nella storia.
Cosa comporta il no irlandese al
trattato di Lisbona?
Il trattato di Lisbona è stato un ten-
tativo di mediazione voluto soprattutto
da Angela Merkel per recuperare alcuni
aspetti del Trattato Costituzionale boc-
ciato dai referendum francese e olande-
se nel 2005. Incorpora parte del tratta-
to precedente con elementi significativi
per noi cittadine e cittadini; rende vin-
colante la Carta dei diritti fondamenta-
li dell'Unione Europea approvata nel
summit di Nizza nel 2000, documento
politico e programmatico ma tuttora
non giuridicamente vincolante. Vero è
che la corte europea, ma anche giudici
nazionali stanno cercando di darle va-
lore: ci sono sentenze che fanno riferi-
mento ad essa, ma tuttora non è vinco-
lante. Il Trattato di Lisbona amplia ul-
teriormente i poteri del Parlamento Eu-
ropeo ed anche la democrazia parteci-
pativa prevedendo che i cittadini euro-
pei con un milione di firme possono
avanzare proposte legislative alla Com-
missione Europea. Per questi e altri mo-
tivi è importante che si proceda alla ra-
tifica del Trattato nella prossima legis-
latura, anche chiamando gli Irlandesi a
votare in un nuovo referendum, tanto
più che la maggioranza dei 27 lo ha già
ratificato.
Sembra difficile avvicinare uomini e
donne a una cittadinanza più attiva,
Labirinto Europa
UE / Al voto
Elena Ribet