Numero 3 del 2009
Una festa nella crisi: lotta marzo
Testi pagina 14
marzo 2009 noidonne14
Come si potrebbe analizzare l'at-tuale crisi economica?
Il modello di analisi che guida le po-
litiche economiche nei paesi a economia
di mercato manca oggi di termini adat-
ti a descrivere questa crisi. Dal punto di
vista dell'economia globale, il confronto
è con quella che un tempo si sarebbe
chiamata crisi di sovrapproduzione, do-
vuta cioè ad un eccesso di accumula-
zione di capitale che ha finito con l'im-
pedirne una redistribuzione efficiente.
Quali sono secondo lei le emergenze
a livello nazionale e internazionale?
Credo che l'approccio corretto non
sia quello di considerare l'attuale crisi
come un'emergenza. Questo non vuol di-
re che non ci si debba attrezzare con mi-
sure di breve periodo per tamponare la
sofferenza sociale e altri fenomeni con-
tingenti. Dopo i mutui non solvibili del
settore immobiliare americano, sono
state immesse enormi quantità di liqui-
dità per sostenere il mercato, ma tra un
anno potremmo essere al punto di pri-
ma, se non si inserisce un nuovo siste-
ma di regolazione nel mercato
finanziario, peraltro invocato
già dal 1946. Le monete non so-
no ancorate a niente, sono solo
numerari e mezzi di scambio:
sembrerebbe raggiunto l'ideale
monetarista. In realtà lo spo-
stamento di moneta determina
ancora spostamenti di ricchez-
za, se pure attraverso meccani-
smi più complessi, quindi ha ef-
fetti sull'economia reale.
Questa crisi, se e come ci aiu-
terà ad uscire dal 'fondamen-
talismo economico': cioè del-
la preminenza assoluta del-
l'economia anche sulla poli-
tica che ormai, soprattutto
negli ultimi anni, ci ha per-
vaso?
Dobbiamo trovare un diver-
so modo di concepire lo svilup-
po: intanto, bisognerebbe pro-
muovere una redistribuzione
delle risorse, anche a livello in-
ternazionale. Ad esempio, i ci-
nesi dovrebbero riequilibrare
consumi e produzione. Poi c'è la
questione del rapporto tra pub-
Uno sviluppo diverso
Ma cos’è questa crisi / 2
Elena Ribet e Nadia Angelucci
Bolla finanziaria/Bolla speculativa.
La bolla finanziaria o speculativa, come
dice la parola stessa, è qualcosa che prima
o poi 'scoppia'. La bolla speculativa è quel-
la fase del mercato caratterizzata da un
aumento consistente dei prezzi. Accade
quando soggetti, per interessi propri, im-
mettono quantità del bene in oggetto, dif-
fondendo nel mercato la sensazione che
questo possa essere appetibile, determi-
nando un veloce e consistente aumento
della domanda, con conseguente aumen-
to del prezzo. A un certo momento que-
sto bene non è più richiesto perché il
prezzo è troppo elevato e la domanda ca-
de perchè il bene è privo di valore intrin-
seco o è sopravvalutato. È accaduto per
l'Information and Communication Tech-
nology e nel mercato immobiliare. Gli ef-
fetti che ne derivano possono essere so-
vrapproduzione, disoccupazione e au-
mento del debito.
Bolla ambientale.
Si potrebbe definire il limite di sostenibili-
tà ambientale, dovuto alla produzione e a
tutti i sistemi interconnessi, dai rifiuti al-
la raccolta differenziata, dalla mobilità al
riscaldamento, dall'energia all'alimenta-
zione, dal consumo all'inquinamento del-
l'acqua, dall'agricoltura all'industria.
Commercio equo e solidale.
Forma di attività commerciale internazio-
nale che mira a combattere sfruttamento
e povertà legate a cause economiche, po-
litiche o sociali, attraverso cui favorire
aziende economicamente sane, garanten-
do ai produttori e ai lavoratori dei paesi in
via di sviluppo un trattamento economico
e sociale equo e in particolare osservando,
tra l'altro, il divieto di lavoro minorile,
l'impiego di materie prime rinnovabili, la
formazione.
Economia keynesiana.
Scuola economica basata sul pensiero del-
l'economista inglese John Maynard Key-
nes (1883-1946) che sostiene la necessi-
tà dell'intervento pubblico nell'economia
con misure di politica fiscale e monetaria.
Keyens è anche considerato fondatore
della moderna macroeconomia.
Finanza etica.
Approccio verso gli strumenti finanziari
che tiene conto delle fasce più povere del-
la popolazione e verso settori quali l'am-
biente, lo sviluppo sostenibile, i servizi
sociali e culturali, la cooperazione inter-
nazionale. Fanno parte di questo sistema
il cosiddetto microcredito e l'investimento
etico.
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L
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