Numero 9 del 2010
Dove vanno i consultori?
Testi pagina 14
Rivolti agli operatori sanitari e a chiunque intenda avere informazioni scientificamente cor-
rette sulla RU486 e sulla pillola del giorno dopo, i due volumetti hanno un taglio divulga-
tivo e affrontano anche gli aspetti etici con cui il dibattito accompagna l’accesso a questi
farmaci. Flamigni e Melega sono autorevoli professionisti nel campo dell’Ostetricia e Ginecologia e non
mancano di polemizzare con chi, per ragioni riconducibili alla religione o alla politica, distorce i dati a
vantaggio delle proprie tesi. Non a caso il libro sulla RU486 è dedicato ai membri del Consiglio Supe-
riore della Sanità (a seguito della decisione del ricovero ospedaliero fino alla verifica della completa
espulsione per l’interruzione della gravidanza con metodi farmacologici) “nei confronti dei quali, in que-
sto momento, non nutriamo buoni sentimenti, anche se siamo ammirati della loro (distorta) buona vo-
lontà”. Della pillola del giorno dopo chiariscono il funzionamento e smascherano vere e proprie bugie,
confermando che si tratta di un anticoncezionale e non di un farmaco che procura l’aborto. I costanti
riferimenti agli studi e alla bibliografia scientifica non diminuiscono il piacere della lettura e, anzi, fa-
voriscono la comprensione della complessità.
Carlo Flamigni – Corrado Melega, LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO - Dal silfio al levonorgestrel, Ed l’Asino d’oro, pp. 176, Euro 12,00
Carlo Flamigni – Corrado Melega, RU 486 - Non tutte le streghe sono state bruciate, Ed l’Asino d’oro, pp. 208, Euro 12,00
PILLOLE, ETICA E MISTIFICAZIONI
12 noidonne | settembre | 2010
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CU
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ono trascorsi trentacinque anni da
quando, approvata la legge 405 nel
1975, furono istituiti i consultori fa-
miliari demandando alle Regioni il
compito di regolarne la programma-
zione, il funzionamento, la gestione e
il controllo. L’assistenza psicologica, sociale
e medica alla maternità e paternità, la pro-
creazione responsabile e la contraccezione
sono gli scopi delle attività dei consultori e i
principi ispiratori mettono al centro la don-
na, la sua salute e, soprattutto, la sua auto-
determinazione. Quella legge fu una vittoria
delle donne e della forza che, tutte insieme,
seppero esercitare. Per comprendere il con-
testo culturale occorre ricordare che l’art 553
del Codice Penale che istituiva il reato di in-
citamento a pratiche contro la procreazione
(cioè vietava la diffusione e somministrazione di anticon-
cezionali, pena la reclusione) fu dichiarato illegittimo dal-
la Corte Costituzionale solo nel 1971, e comunque la sen-
tenza fu ignorata fino al 1976, quando con un decreto il Mi-
nistero della Sanità finalmente lo abrogò. I medici erano sem-
pre più sollecitati non da ‘malattie’ ma da situazioni “pro-
blematiche di tipo sessuale, psicosomatico, sociale”. Col-
pisce la modernità - oggi ancora intatta - dell’idea che ha
ispirato i consultori, presidi multidisciplinari in cui il livello
medico si intreccia con dimensioni e problematiche so-
ciosanitarie con la primaria attenzione alla donna nelle va-
rie fasi della vita riproduttiva: dalla contrac-
cezione alla scelta della maternità, dalla gra-
vidanza al parto, dall’allattamento al puerpe-
rio e oltre.
Ma quale è, oggi, lo stato dei consultori? La
risposta giusta è ‘disomogeneità’: singole ec-
cellenze si alternano a carenze strutturali e a
livelli organizzativi insoddisfacenti. I dati uf-
ficiali parlano di una tendenza alla diminu-
zione di presidi e di un gap numerico tra
strutture esistenti al Nord e al Sud. La diffe-
renza l’hanno fatta le istituzioni locali, sani-
tarie e amministrative: là dove hanno conti-
nuato a credere nell’utilità del servizio e ad
investirvi risorse e attenzioni i consultori sono
cresciuti di numero e nella qualità. In molti
casi il buon funzionamento è affidato alla
professionalità e alla buona volontà degli ope-
ratori e operatrici che credono nel loro lavoro e nell’utilità
del servizio pubblico. Certo ha pesato, e non poco, il pro-
gressivo indebolimento del movimento delle donne e il loro
scarso (o inesistente) controllo. Volgere lo sguardo al con-
testo politico e culturale in cui fu possibile infrangere gli
schemi di una società maschilista e bigotta rende inevita-
bile un confronto con i nostri giorni, in cui lo scontro sul
corpo delle donne permane in tutta la sua violenza come
manifestazione del controllo sociale sulla riproduzione e
sulla libertà della donna. Nel frattempo il quadro si è fatto
più complesso: ieri il problema era limitare le gravidanze
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CONSULTORI/1
Al bivio: girano a DES
di Tiziana Bartolini
Un’idea moderna della procreazione e di vicinanza alla donna,
un’eccellenza italiana che va rinvigorita. Per evitare il rischio
(molto concreto) di una fine lenta ma inesorabile
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