Numero 10 del 2007
50E50: il 13 ottobre tutte a Roma
Testi pagina 13
Che occorra una scuola nuova a fron-te di una realtà complessa, è opi-
nione sentita dal 35% di coloro che han-
no risposto al sondaggio del mese. Ma
forse più che in ogni altra occasione,
prevale il pessimismo: il livello in gene-
rale è peggiorato (23%) o, se è rimasta
sempre la stessa, la qualità è dovuta ad
insegnanti capaci e volenterosi (19%).
Le scuole non sono tutte uguali, la
percezione dei miglioramenti o dei peg-
gioramenti talvolta dipende dalla posi-
zione geografica, dalle disponibilità
economiche, dalla qualità del personale
insegnante e delle collaboratrici o colla-
boratori scolastici: "vedo le cose da den-
tro …ci sono scuole di eccellenza nelle
quali si sperimenta, ed i genitori sono
collaborativi anche dal punto di vista
economico", mentre altrove, dove le pos-
sibilità sono inferiori il tutto "si basa
sulla buona volontà degli insegnanti".
"Si parla di autonomia. Ma che au-
tonomia potrà mai esserci se non ci so-
no i fondi? Quei pochi che ci sono fini-
scono sempre nelle stesse tasche .. e se
non ci fossero quegli insegnanti volente-
rosi.. e poi dicono che non abbiamo vo-
glia di lavorare!".
La scuola è migliorata, affermano di-
verse risposte: nel "rapporto strutture/
alunni e docenti/alunni" e nell'offerta di
"figure docenti" nuove e in una "distri-
buzione più equa delle risorse disponibi-
li tra nord-centro-sud"; presenta un
maggior "collegamento
tra offerta formativa e
mercato del lavoro", una
crescente "attenzione alle
problematiche indivi-
duali" ed "una maggiore
democrazia". Accoglie
meglio e più professio-
nalmente studenti e stu-
dentesse, si presta "alla
sperimentazione e al la-
voro di gruppo", offre
"attività formative com-
plementari", "l'inglese e l'informatica".
Ma in prevalenza emergono critiche,
sintesi di esperienze diverse come stu-
dente o studentessa, come genitore, co-
me docente. "Si è perso il senso della
scuola come luogo di cultura" ed è di-
ventato "il luogo di ritrovo per bighello-
nare". Quello che manca è "il rispetto de-
gli studenti verso i docenti" e questi ulti-
mi sono spesso schiacciati dal rapporto
con genitori "poco obiettivi nel ricono-
scere gli errori dei propri figli". Cosa di-
re poi degli insegnanti "demotivati e po-
co inclini a farsi rispettare" tanto da
"annullare l'autorevolezza" delle figure
professionali operanti in tale contesto.
"L'organizzazione è traballante" con
"costi elevati, e la possibilità di andare
avanti solo per pochi", "strutture ormai
vecchie e metodi di insegnamento sor-
passati". Siamo di fronte ad "un livella-
mento verso il basso" affermano alcune
risposte, la scuola "non è
in grado di far passare il
messaggio. che non è solo
un dovere, bensì una op-
portunità per crescere e
maturare culturalmente e
personalmente". Dei do-
centi si teme la scarsa
"preparazione dal punto
di vista linguistico e pe-
dagogico", o in "ambito
civico" ; poco motivati a
superare le proprie caren-
ze, anche a causa delle
scarse o inesistenti occa-
sioni di aggiornamento
sia in termini di contenu-
ti professionali che meto-
dologici. Si critica altresì
la "sostanziale incoeren-
za dei metodi di valuta-
zione degli studenti e delle studentesse,
ridotte a mere formule incomprensibili
alle famiglie, che non consentono scelte
consapevoli tali da valorizzare capaci-
tà e attitudini" ed una "qualità dell'im-
pegno scolastico finalizzata unicamente
al conseguimento di un titolo di stu-
dio/lasciapassare al livello successivo".
E la famiglia "troppo spesso opera inge-
renze nella didattica, per eccesso di ze-
lo genitoriale per compensare sensi di
colpa per il tempo destinato altrove"; o
semplicemente perchè si paga (tasse o
retta). E per migliorare la scuola occor-
re: il rinnovamento dei programmi "an-
che con una maggiore attenzione al No-
vecento e alla cultura civica" e "all'inte-
grazione degli studenti stranieri", pro-
durre linee di indirizzo omogenee per in-
segnamento, ridurre il precariato e (di-
verse risposte lo indicano) introdurre re-
gole un "pochino più rigide (senza ecce-
dere) per quanto riguarda l'educazione
dei ragazzi e delle ragazze". E soprattut-
to: "più ragionevolezza da parte di tut-
ti: famiglie e insegnanti" e "studiare,
studiare, studiare tutti, docenti compre-
si". "Andare avanti, progredire vuol dire
educare, condurre fuori dall'ignoranza i
giovani. Ciò richiede impegno da parte
di tutto il sistema.
Non si possono chiedere miracoli so-
lo ad insegnanti e famiglie. Occorre in-
ventarsi orari nuovi, metodi e strumenti
moderni di comunicazione dei contenu-
ti, avere dirigenti con specifica prepara-
zione, organizzazioni più flessibili, inse-
gnanti qualificati, aiuti ai ragazzi più
deboli, nuovi piani di studio, ambienti
più accoglienti e meglio strutturati e, da
ultimo ma non meno importanti, con-
trolli più efficaci nei confronti delle inef-
ficienze e degli sprechi".
Sondaggio di settembre
La scuola e le varie riforme
noidonne ottobre 2007 13
Rosa M. Amorevole
I NUMERI DELLA SCUOLA
PER L'ANNO SCOLASTICO 2007-2008
42.007 scuole statali di ogni ordine e grado
(diventano 57.000 circa con quelle non statali)
7.742.294 alunni
(diventano 9.000.000 circa considerando gli istituti non statali)
501.494 alunni, il 5,6%, non sono italiani e provengono da
192 nazioni di cui il 6,8% nelle scuole primarie
la loro maggior incidenza nella presenza è:
- per area: il Nord Est (9,3%)
- per provincia: Mantova (14%)
- per comune capoluogo: Milano (14,2%)
Le ragazze, nella scuola di secondo grado, sono presenti per il:
- 34,7% negli istituti tecnici
- 43,1% negli istituti professionali
- 70% nei licei classici
- 85,9% negli ex istituti magistrali
Fonte: Ministero della Pubblica Istruzione