Numero 3 del 2007
Mimosa e non solo
Testi pagina 13
“Il quarto Rapporto della Commis-sione Intergovernativa sui Cambia-
menti Climatici presentato alla Confe-
renza Internazionale sul Clima a Parigi
ha definitivamente fatto tramontare le
tesi negazioniste, che negli anni scorsi
erano state ripetutamente e strumental-
mente agitate contro il cosiddetto cata-
strofismo degli ambientalisti e eliminato
ogni dubbio sul fatto che il clima cam-
bia e che la causa debba essere attribui-
ta alle attività umane e al nostro mo-
dello di sviluppo". Con la senatrice Lo-
redana De Petris facciamo
il punto su alcuni temi che
riguardano il clima e l'am-
biente. "I dati sono scientifi-
ci e incontrovertibili: la
temperatura si alzerà da un
minimo di 1,1 ad un massi-
mo di 6,4 gradi nel corso
del secolo. Se l'innalzamen-
to sarà di 2 gradi le conse-
guenze saranno catastrofi-
che: innalzamento del livel-
lo dei mari, gli uragani e le
alluvioni cresceranno di in-
tensità, la desertificazione
avanzerà e molte terre sa-
ranno sommerse. L'Italia in
questo quadro è uno dei
Paesi più a rischio. Altro
dato interessante è che 11
dei 12 anni più caldi sono
concentrati negli ultimi 12
anni e che i fenomeni inne-
scati dal riscaldamento cli-
matico sono andati ben al
di là delle stesse previsioni
contenute nel terzo Rappor-
to IPCC. Nonostante questi
dati ormai così chiari e pre-
cisi molti Paesi, come per esempio la Ci-
na e gli Stati Uniti, anche se oggi in mo-
do meno netto, si oppongono non solo
al Protocollo di Kyoto, ma anche ad al-
tri tentativi di limitazione delle emissio-
ni climalteranti. Ma l'autorevolezza del
Rapporto dell'IPCC ha cambiato indub-
biamente il quadro a tal punto che lo
stesso Chirac ha proposto di creare in
sede ONU una Organizzazione delle
Nazioni Unite per l'ambiente e il Com-
missario Europeo dell'Ambiente ha chie-
sto l'avvio urgente di negoziati interna-
zionali per un nuovo accordo globale
sui cambiamenti climatici.
Cosa può fare e cosa sta facendo il
governo?
In Italia il nostro Governo eredita
una situazione di grave arretratezza su
questi temi.
Basta ricordare che rispetto agli
obiettivi di Kyoto il nostro Paese è sopra
in termini di emissioni del 13%. I settori
su cui è più urgente intervenire non so-
no solo quelli industriali ma soprattutto
il trasporto, l'edilizia e più in generale
quello energetico.
La Finanziaria contiene già alcune
misure molto importanti sul trasporto
ferroviario, il fondo per la mobilità e lo
sviluppo sostenibile, il fondo rotativo
per Kyoto, le agroenergie, incentivi sul-
l'efficienza energetica, obbligo di instal-
lazione per i nuovi edifici di pannelli fo-
tovoltaici, la questione non definitiva-
mente risolta del CIP6 per eliminare gli
incentivi alle fonti assimilabili e riser-
varli solo alle fonti energetiche rinnova-
bili. Risultati ottenuti grazie al lavoro
dei Verdi, significativi, ma certamente
ancora non sufficienti per invertire la
rotta.
Innanzitutto è necessaria una svolta
a 360 gradi nella nostra politica energe-
tica oggi all'85% dipendente dai com-
bustibili fossili, investendo con forza e
decisione nelle fonti rinnovabili, che
possono dare dei risultati importanti nel
giro di pochissimo tempo e recuperando
così gli anni perduti. Il risparmio e l'effi-
cienza energetica sono l'altra leva deci-
siva. E' arrivata l'ora di un nuovo piano
energetico nazionale ed infatti è previ-
sta per marzo l'inizio della Conferenza
Nazionale sull'Energia. Nel
settore della mobilità che
consuma il 61% del petrolio
ed è responsabile del 28%
delle emissioni di gas serra è
prioritario intervenire con
politiche serie a sostegno del
trasporto pubblico e del tra-
sporto merci su ferro. Gli in-
terventi che ho configurato
sono invece una grande oc-
casione di investimento nel-
l'innovazione e nella ricerca
e di ammodernamento del
sistema Paese.
Quali possono essere gli
impegni dei/delle cittadi-
ni/e per ottenere effetti
concreti?
La lotta sui cambiamenti
climatici ha a che fare con i
modelli di consumo e gli sti-
li di vita e le scelte di ogni
giorno possono fare la diffe-
renza: acquistiamo prodotti
italiani e del territorio, sce-
gliamo prodotti dell'agricol-
tura biologica per sostenere
un sistema di produzione agricolo a
basso impatto ambientale e in grado di
costruire e conservare i serbatoi di car-
bonio del terreno, fondamentali per cat-
turare i gas serra; sostituiamo le lampa-
dine ad incandescenza con quelle a bas-
so consumo e utilizziamo i riduttori di
flusso per i rubinetti; non compriamo
acqua minerale e utilizziamo il più pos-
sibile i mezzi pubblici. Ogni piccolo
contribuito può essere rilevantissimo a
patto che sia integrato con scelte politi-
che serie e coerenti, non più rinviabili,
del Governo, delle Regioni e degli Enti
Locali.
noidonne marzo 2007 13
Elena Ribet
Un pianeta da salvare
Intervista a Loredana De Petris
politiche razionali e comportamenti intelligenti sono i rimedi per
frenare l'aumento della temperatura ed evitare disastri naturali