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Numero 1 del 2007

Che sia un anno di PACS


Foto: Che sia un anno di PACS
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Testi pagina 13

zia, voglio scegliere chi mi governa!!".
Quelli che ora ci rappresentano sono
stati definiti da molte risposte come "po-
co competenti, arroganti, centrati solo
sul proprio interesse e non su quello
pubblico" e privi di "coerenza fra il dire
e il fare". E si invitano le donne che sie-
dono in Parlamento ad "agire da traino,
denunciare pubblicamente ciò che acca-
de nelle sedi dei partiti nella fase della
scelta dei candidati".
Poco più del 17% dei componenti la
Camera è di sesso femminile, mentre le
senatrici non superano il 13,7%. Nel
complesso, la presenza femminile nel
Parlamento italiano non supera il
16,1% e quella negli organismi dirigenti
dei partiti è intorno al 19% pur con sen-
sibili differenze tra le diverse forze poli-
tiche. La cosiddetta "segregazione verti-
cale diffusa" è altrettanto rilevante in
ambiti come quelli della magistratura,
della Pubblica Amministrazione, delle
professioni, delle banche e delle assicu-
razioni, delle imprese, delle associazioni
datoriali di categoria e di quelle sinda-
cali, della sanità, della ricerca e dell'u-
niversità, del mondo della comunica-
zione.
Lo afferma il rapporto dell'ASDO
(Assemblea delle Donne per lo Sviluppo
e la lotta all'esclusione sociale) presen-
tato lo scorso 21 novembre a Roma, nel
Convegno "Donne e politica".
Nei Paesi del cosiddetto blocco occi-
dentale, sono stati posti in atto da de-
cenni provvedimenti, programmi, attivi-
tà politiche tese ad eliminare gli ostaco-
li alla partecipazione femminile alla vi-
ta politica, e per giunta in un contesto
di opinione pubblica che, almeno sulla
carta e come si desume dai numerosi
sondaggi, appare decisamente favore-
vole a tale partecipazione.
Lo scarto tra questo sistema di aspet-
tative, valori, intenzioni, ma anche di
azioni e politiche concrete, e la realtà
dei numeri assume quindi un interesse
particolare, tale da configurare quello
dell'esclusione (o parziale esclusione)
delle donne da una rappresentanza po-
litica equilibrata come uno specifico
problema dei Paesi più avanzati, ren-
dendo il fenomeno differente e per molti
versi incomparabile rispetto a ciò che
accade nei Paesi in via di sviluppo.
"Se c'è una democrazia funzionante e
all'interno dei partiti politici ci sono
procedure democratiche, le donne pos-
sono ottenere il riconoscimento che loro
spetta" ha rilevato Miriam Mafai nel
convegno, tema ripreso nell'intervento
del Presidente della Repubblica Giorgio
Napoletano nell'affermare che per avere
donne ai vertici dello Stato e del Gover-
no i "tempi sono maturi".
Per favorire la presenza femminile in
politica non occorre affrontare solo l'a-
spetto normativo "quanto quello di ap-
portare modifiche nella vita democrati-
ca dei partiti" soprattutto per quanto ri-
guarda la scelta delle candidature.
Per l'agenda del Governo nel primo
semestre 2007, rispetto al tema della
rappresentanza, la quasi totalità delle
risposte ha indicato ogni provvedimen-
to che indichi nel 50% la presenza fem-
minile. Se non da subito, almeno in via
graduale ponendo un tetto temporale
entro il quale raggiungere tale parità.
E' giunto il tempo, è ora di agire per
ottenere una e cento Ségolène .
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sura superiore ai due terzi del totale dei candidati.
Art. 18. Inammissibilità delle liste e preclusione all'accesso al
rimborso elettorale
La non conformità delle liste e delle candidature a quanto previsto agli
artt. 15-16-17 le rende inammissibili.
La mancanza dell'alternanza è sanzionata con la preclusione all'accesso
ai rimborsi elettorali (vedi art. 19).
Art. 19. Misure premiali per partiti e movimenti politici che so-
stengono le candidature femminili nelle elezioni politiche, re-
gionali ed europee
-20 % dei fondi destinati alle spese elettorali riservata ai partiti o mo-
vimenti politici che abbiano almeno il 30 per cento di donne tra i ri-
spettivi candidati eletti.
Ogni partito o movimento politico destina una quota pari almeno al 10
per cento dei rimborsi ricevuti per la realizzazione di iniziative volte a
incrementare la partecipazione attiva delle donne alla politica.
I partiti e movimenti politici danno conto in forma dettagliata della ti-
pologia, dell'estensione e del costo di ciascuna iniziativa realizzata per
le finalità sopra descritte.
Art. 20. Misure premiali per i partiti o movimenti politici che so-
stengono le candidature femminili nelle elezioni provinciali e co-
munali.
Destinazione di una quota pari al 15% del fondo previsto dall'art. 3 del-
la L. 125/91 ai partiti e movimenti politici, liste o gruppi di candidati
che nelle consultazioni elettorali provinciali e comunali abbiano ripor-
tato almeno il 40 per cento di donne tra i rispettivi candidati eletti, a
titolo di contributo totale o parziale delle spese sostenute per la cam-
pagna elettorale.
Art. 2. Nuove norme a tutela della rappresentanza equilibrata di
donne e uomini nelle giunte e negli organi collegiali degli enti lo-
cali
Gli statuti comunali e provinciali stabiliscono norme per assicurare
condizioni di pari opportunità tra uomo e donna e per promuovere la
presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali del co-
mune e della provincia, nonché degli enti, aziende e istituzioni da essi
dipendenti.
Gli statuti comunali e provinciali prevedono modalità di nomina dei
componenti della giunta idonee a garantire l'equilibrata rappresentan-
za di entrambi i sessi. Al tal fine, gli statuti devono prevedere che al
sesso meno rappresentato nel consiglio comunale o provinciale sia ri-
servata una quota percentuale di assessori non inferiore alla rappre-
sentanza percentuale dello stesso sesso nel consiglio.
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