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Numero 12 del 2008

E tu di che Natale sei?


Foto: E tu di che Natale sei?
PAGINA 13

Testi pagina 13

noidonne dicembre 2008 13
I casi Welby ed Englaro hanno costret-to il mondo politico ad affrontare il te-
ma del testamento biologico, un dilem-
ma che per anni si è preferito trascurare
nella consapevolezza di quanto fossero
distanti le posizioni dei laici e dei catto-
lici post Concilio Vaticano secondo. La
cui influenza ormai è tanto forte che il
Parlamento potrebbe votare il bis della
legge 40, ovvero di una legge rispettosa
dei "valori non negoziabili".
Perché negare all'alimentazione e al-
l'idratazione artificiale il valore di atti
medici significa negare a Beppino En-
glaro il diritto di procedere affinché ven-
ga rispettata la volontà espressa dalla
figlia. Ancora una volta nel nostro pae-
se si pone l'eterna ed insoluta questione
del rapporto fra la Chiesa cattolica ro-
mana e la democrazia. Tutti conoscia-
mo il detto "Date a Cesare quel che è di
Cesare" ed in effetti le società cristiane
ignorano la teocrazia di molte società
islamiche dove i precetti della legge di-
vina diventano il "precedente ", l'"a prio-
ri" del diritto. Ma se rileggiamo la storia
vediamo che, da Costantino in poi, se
da una parte trono e altare erano allac-
ciati, dall'altra entrambi cercavano di
allargare il proprio potere l'una a danno
dell'altro; la contesa, che a volte è dege-
nerata in guerra aperta, è proseguita
sotterranea per due millenni e tuttora la
Chiesa cerca di accrescere il suo potere,
ovviamente nelle forme proprie e con-
formi al nostro tempo (in cui, ad es. non
può più chiedere al braccio secolare di
arrestare e condannare, ma può chiede-
re ai fedeli di essere testimoni della Veri-
tà, cioè delle posizioni espresse dal ma-
gistero). Il Papa oggi, nella sua crociata
contro il relativismo, ha trovato un so-
stegno nelle parole del costituzionalista
Bockenforde: "lo Stato secolarizzato,
basato sulla libertà, si nutre di premes-
se che esso stesso non può garantite". "In
queste parole avvertiamo un rintocco a
morte per il nostro tempo debole e ma-
lato, e all'opposto, una nota nostalgica
per un'epoca forte e sana in cui i vinco-
li morali di appartenenza erano a prio-
ri", (Zagrebelsky). Quali erano i vincoli
che garantivano omogeneità, solidità,
identità allo Stato? Ce lo dice Botero,
teorico secentesco della ragion di Stato:
" Tra tutte le leggi non ve n'è una più fa-
vorevole ai Principi che la Christiana;
perché questa sottomette loro non sola-
mente i corpi e le facoltà dei sudditi, do-
ve conviene, ma gli animi ancora e le
conscienze; e lega non solamente le ma-
ni ma gli affetti ancora e i pensieri". La
religione dunque, "patto unificante" e
collante sociale, costituiva per il Princi-
pe il "precedente" del diritto, delle leggi
cui si doveva obbedienza. Tutto questo
fino alla rivoluzione francese che ha pri-
vato la Chiesa cattolica di quella che
Bellarmino ha definito "il potere indiret-
to nelle cose temporali" (potestas indi-
recta in temporalibus ); fino a quando
cioè nasce un nuovo pensiero che "con-
segna il diritto alla solitudine della vo-
lontà dell'uomo" (Agamben). Ma se
l'uomo cerca in autonomia la sua stra-
da, il precedente del diritto non è più la
Verità (eterna ed immutabile) ma il vo-
lere dell'uomo (fragile e mutevole). Ed
infatti molte pagine di Ratzinger - fa-
mose quelle scritte insieme ad Habermas
- descrivono una società insicura, liqui-
da, instabile; una società in cui il dirit-
to non rispetta più le parole di Verità
della religione ma si affida alla volubi-
lità e all'imprevedibilità del volere uma-
no. "Dopo il tramonto dei presupposti
religiosi e metafisici, come restituire so-
lidità alla società erosa dall'insicurezza
e dall'inquietudine"(Zagrebelwsky)?
Il Papa ci invita ad abbandonare l'u-
topia dell'autosufficienza e a restituire
al diritto una base solida: la matrice di-
vina. Perché, scrive, "quando l'uomo
viene escluso dalla verità solo la casua-
lità e l'arbitrarietà possono ancora do-
minarlo". La salvezza dello Stato dun-
que sta nella formula "vivere etsi deus
daretur": tutti cioè, atei compresi, devo-
no vivere "come se Dio ci fosse". Una so-
luzione molto apprezzata nel mondo
politico italiano di oggi, dagli atei de-
voti alla sinistra. La quale però ha di-
menticato che nella Costituzione il pae-
se trova un 'patto unificante' i cui prin-
cipi rappresentano per la democrazia
una base ben più solida della dottrina
cattolica. Perché non cadono dall'alto
ma, nati dal compromesso, ci indicano
l'unica strada che permette ai diversi di
incontrarsi e di giungere ad un accordo
condiviso che non escluda né mortifichi
l'Altro.
Sono principi autoevidenti che non
hanno bisogno di alcun sostegno argo-
mentativo perché sono il frutto dell'ere-
dità culturale della storia, figli del dolo-
re ma anche del progresso; e la difesa
dei diritti da essi proclamati è ancora
più urgente oggi, quando la guerra di
civiltà rinnova gli orrori delle guerre di
religione. Quale spirito democratico vi-
ve in coloro che non vedono i rischi le-
gati al progetto di trasformare la dottri-
na della Chiesa di Roma in 'religione ci-
vile', rifiutando ad Eluana il diritto si
decidere della propria vita, in spregio
alla vigente Costituzione?
Libere coscienze
Laicità
Stefania Friggeri
il principio cattolico che nega l'autodeterminazione
contrasta con il patto unificante costituzionale
Del mutare dei tempi
UDI Romana LA GOCCIA, Casa
Internazionale delle Donne e 'noidonne' pre-
sentano i due volumi autobiografici di
Marisa Rodano, 'Del mutare dei tempi'.
Il primo volume - 'L'età dell'inconsapevolez-
za il tempo della speranza 1921 1948' - è
uscito nei mesi estivi, e il secondo - 'L'ora
dell'azione la stagione del raccolto 1948
1968' - è stato distribuito recentemente,
sempre con l'editore Memori. Il poderoso
ma piacevole racconto della vita pubblica e
politica, nel suo intrecciarsi con la narrazio-
ne degli episodi del privato, rappresentano
uno spaccato della storia italiana e della
nostra democrazia. Appuntamento alla Casa
Internazionale delle Donne il 4 dicembre.
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