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Numero 3 del 2008

Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008


Foto: Otto marzo da 100 anni: 1908 - 2008
PAGINA 13

Testi pagina 13

Qualche parola sulla laicità, ma non
dalla parte delle donne che, ormai è evi-
dente, sono le prime vittime della 'sana'
laicità di Ratzinger, ma per esaminare
temi che usualmente non vengono messi
in rapporto con la laicità. A torto però
perché, ad esempio, l'Italia non può spe-
rare di sollevarsi dalla crisi economica
se alle previdenze sul piano strutturale e
finanziario non si accompagna il recu-
pero d'una cultura laica. Ragioniamo.
Oggi i paesi emergenti sono quelli che
sfornano matematici, fisici, inge-
gneri, in cui si investe nella ricer-
ca e viene promossa la cultura
scientifica. Che si nutre di libere
relazioni, di un metodo di lavoro
razionale, lontano dal dogmati-
smo. Perché la scienza si fonda
sul dubbio e l'uomo, consapevole
dei suoi limiti e del grande miste-
ro che lo circonda, quando rag-
giunge un risultato, non solo l'e-
spone al controllo universale
(pubblicazioni,convegni…) ma
continua la ricerca perché ogni
punto di arrivo è anche un pun-
to di partenza: ogni verità è vera
finchè…rimane vera. Niente di
assoluto, parlano gli uomini,
non Dio. Nessuna confusione fra
fede e scienza perché questa si
occupa di trovare spiegazioni
naturali a fenomeni naturali,
non ha nulla da dire sul trascen-
dente. Da qui la lettera dei 67 professo-
ri della Sapienza al rettore che aveva
chiamato a tenere la "lectio magistra-
lis", ovvero a tracciare le linee di indi-
rizzo degli studi, il rappresentante d'una
cultura incompatibile col pensiero
scientifico. Il quale si fonda su quel re-
lativismo (no alla Verità assoluta) con-
tro cui il Papa lancia continui strali. In-
fatti assegnare al papa il momento più
solenne dell'anno accademico è stato
definito "incongruo…in nome della
scienza e della laicità della cultura" an-
che perché questo papa ha affermato
che la scienza senza la fede è cieca e la
ragione senza la fede inaridisce, come
l'albero le cui radici non toccano l'ac-
qua. Letto in questa luce il caso della
Sapienza non è che l'ultimo atto di pro-
testa di uomini di scienza contro i ripe-
tuti tentativi di limitarne l'autonomia
sostenendo che gli scienziati sordi ai
dettami del magistero cattolico non so-
no in grado di lavorare rispettando i
principi morali. La servile canea politi-
co-mediatica ha inoltre dimenticato che
nel tempio del dialogo e del confronto il
discorso sarebbe stato unidirezionale
perché è impensabile che accetti un con-
traddittorio una figura che, per defini-
zione, è colui che "docet", insegna. D'al-
tra parte l'abito del discorso unidirezio-
nale, (parlare "ex cathedra"), appartie-
ne alla tradizionale catechesi cattolica
che non si fonda sulla "centralità" del-
l'alunno: ascolto, promozione dello spi-
rito critico e dell'autonomia; essa non
contempla neppure le domande, le sug-
gerisce e detta le risposte, come nel ca-
techismo: Chi ci ha creato? Ci ha creato
Dio. Ma se questo era già criticabile ie-
ri, nell'età pre-globalizzata e pre-tecno-
logica, oggi la scuola, se non saprà con-
trastare il conformismo culturale e pro-
muovere la razionalità sposata alla
creatività, non potrà uscire dall'analfa-
betismo scientifico che ci impedisce di
progredire nel campo delle imprese ad
alta tecnologia. Parole di Mussi alla Sa-
pienza: "Quello che è sicuro è che
i grandi problemi attuali dell'u-
manità non avranno soluzione
senza uno straordinario sviluppo
del sapere e delle conoscenze
scientifiche. Della libertà della
scienza…Dovremo nell'arco di
poche generazioni affrontare pro-
blemi inediti della salute, delle
comunicazioni, dell'energia, dei
cambiamenti climatici, della
scarsità di risorse vitali come l'ac-
qua…C'è la via del dominio, del
conflitto di civiltà…e c'è la via
della cooperazione…Questa se-
conda via ha bisogno d'una diffu-
sione mai conosciuta prima di
valori umani, di conoscenza, di
scienza. Le Università, le istitu-
zioni della ricerca scientifica han-
no dunque un valore immenso. Il
nostro paese deve recuperare ri-
tardi gravi, a cominciare dalle ri-
sorse che vi destiniamo". E infatti in
campagna elettorale l'Unione si era im-
pegnata a promuovere i saperi, ma an-
cora una volta al ministero dell'Istruzio-
ne è andato un cattolico e molte risorse
sono andate alle le scuole private, qua-
si tutte cattoliche, dove gli allievi non
vengono certo educati a sentire il "di-
verso" come soggetto di pari dignità cul-
turale, ma piuttosto come persona da
tollerare e, se possibile, da convertire.
E non per responsabilità diretta degli
insegnanti, ma per il fatto in se stesso,
perché i genitori si preoccupano di te-
nerli lontano da chi proviene da un'al-
tra cultura. E invece in un mondo glo-
balizzato si dovrebbero scoraggiare tut-
te le scuole confessionali, come ci dice
l'esperienza delle scuole multietniche e
multireligiose con le quali, nei paesi
sconvolti dall'odio, si cerca di educare i
giovani alla pace.
noidonne marzo 2008 13
Economia e libertà della scienza
Laicità
Stefania Friggeri
se la scuola non saprà contrastare il conformismo culturale e
promuovere la razionalità non potrà uscire dall'analfabetismo
scientifico che impedisce lo sviluppo delle imprese ad alta tecnologia
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